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Una battaglia culturale

Mai più caporalato, partono corsi per gli stranieri impiegati nella nautica

Dopo l'inchiesta dalla Finanza e la firma del protocollo antisfruttamento, iniziano le attività rivolte in particolare alla comunità bengalese che è cresciuta insieme alla nautica. "Prevenire fenomeni venuti alla luce in passato", dice la prefetta Inversini. La strada è lunga, molti ritengono normale dare una parte del proprio salario a chi gli ha trovato lavoro. I sindacati: "Facciamo loro dei cittadini". A Baglietto e Sanlorenzo sportelli interni.

Caporalato

Un corso di quattro ore per le maestranze bengalesi che lavorano nei cantieri nautici, per spiegare loro diritti e doveri riconosciuti in Italia ai lavoratori. Dal prossimo mese saranno formati da un mediatore culturale madrelingua, grazie al fondo Fondo asilo migrazione e integrazione del ministero dell’Interno e all’associazione Mondo Aperto. Sono gli”anticorpi contro il caporalato nella nautica di lusso che la Spezia inizia a produrre, a circa due anni dall’inchiesta della Guardia di Finanza che interessò anche Savona, Ancona e Carrara.

“Abbiamo lavorato per prevenire il ripetersi di alcuni fenomeni che sono venuti alla luce in passato – sottolinea la prefetta Maria Luisa Inversini -. Tutto è partito con il protocollo contro il caporalato nella nautica da diporto sottoscritto nel luglio del 2021. Dopo la formazione alle aziende, ora si passa ai corsi per i lavoratori a cui seguirà la creazione di due sportelli all’interno di due cantieri importanti come Baglietto e San Lorenzo. Saranno un punto di riferimento diretto per le maestranze”.

Dal prossimo 27 ottobre prenderà infatti avvio un ciclo di tre webinar  sul tema degli appalti, destinati ai dipendenti che se occupano direttamente, sia nelle aziende appaltatrici che in quelle appaltanti. Si parlerà di contratti, delle conseguenze che scaturiscono dagli illeciti, di responsabilità del committente, di distacco, somministrazione e contratti di rete. Una parte, organizzata dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale, riguarderà i compiti di controllo delle stesse port authority.

Cantieri Baglietto

 

Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, la battaglia si svolge innanzitutto sul piano culturale. Per molti bengalesi, nazionalità rappresentata in maniera massiccia nei cantieri del Made in Italy, è perfettamente normale per esempio dover corrispondere una parte del loro stipendio a chi gli ha trovato lavoro. Lo hanno notato i sindacati parlando con loro. “Gli incontri avuti fino ad oggi con il mediatore bengalese ci ha fatto capire che la percezione dei loro diritti è scarsa. L’obiettivo di formarli è ambizioso e contribuirà alla crescita delle imprese stesse”, dice Marco Furletti, segretario confederale Uil Liguria.

I volantini che annunciano i corsi saranno in italiano e bengalese. La comunità è cresciuta in maniera importante alla Spezia, di pari passo con la nautica. Erano circa 400 nel 2011, mentre nel 2021 le persone provenienti dal Bangladesh registrate alla Spezia risultavano già 1121. Non solo uomini in età di lavoro, ma anche famiglie. “Con queste iniziative si fa un primo passo importante, occorre però rendere questi lavoratori dei cittadini e per farlo la formazione dovrebbe diventare strutturale”, dice Luca Comiti della CGIL. “La firma sul protocollo fu una pietra miliare per il nostro territorio. Ora va messo in pratica, sapendo che leggi, contratti e diritti non sono appannaggio di alcuni dei Paesi di provenienza delle maestranze”, sottolinea Antonio Carro della CISL.

52Steel di Sanlorenzo

Confindustria, dal canto proprio, ha già organizzato “un giornata di formazione con l’INPS per il monitoraggio della regolarità contributiva negli appalti”, ricorda il presidente Mario Gerini. L’applicativo MoCOA, sviluppato dall’istituto, permette di verificarla in tempo reale. “Sarà la Scuola Edile Spezzina a certificare le giornate di istruzione al personale straniero”. Paolo Faconti, direttore di Confindustria, sottolinea la “sensibilità delle aziende” nella decisione di creare gli sportelli interni di ascolto. “L’esperienza che stiamo maturando alla Spezia ci porta ad essere un modello di riferimento a livello nazionale”.  Le attività saranno finanziate dal progetti RETI (Rete territoriale per l’integrazione).

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