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“Venti compostiere di comunità per chiudere il ciclo dell’organico spezzino”

Piano rifiuti al centro dell'iniziativa organizzata dal Pd all'Arci di Baccano. Presenti anche rappresentanti dei comitati. L'assessore Romeo ai Dem: "Partito democratico contrario a Boscalino come sito per qualsiasi impianto, che sia biodigestore o altro?".

L'incontro sui rifiuti promosso dal Pd

“Il Piano rifiuti regionale porta significativamente indietro le lancette della storia ambientale della Liguria. Un Piano contro l’ambiente e contro i territori. Il centrodestra ha messo in evidenza la sua faccia ‘migliore’: quella contro l’ambiente. Mentre il Partito democratico l’ambiente lo ha al primo posto nel suo programma elettorale”. Così Stefano Sgorbini, segretario del Circolo Pd di Arcola, ha aperto l’incontro organizzato dai Dem mercoledì sera all’Arci di Baccano, iniziativa dedicata al Piano rifiuti di recente approvazione. “La giunta regionale – è quindi intervenuta Camilla Monfroni, assessore arcolana e responsabile Ambiente Pd comunale – è stata incapace di produrre una vera programmazione, nell’ottica di un economia circolare, puntando su dei mega impianti ed elaborando un piano che non prevede centri di riuso e si pone scarsi obbiettivi in termini di riduzione e riciclo dei rifiuti, quando invece bisognerebbe porsi obbiettivi come quelli che ad esempio ha si è prefissata l’Emilia Romagna, che punta a un 80 per cento di Rd e a un meno 14 per cento sulla produzione di rifiuti. Stasera inoltre deve emergere una posizione chiara, contraria a questo piano e all’ipotesi biodigestore sia a Saliceti sia a Boscalino”. “Puntando sulla tecnologia del compostaggio, con impianti a chilometro zero commisurati ai fabbisogni territoriali, si può chiudere il ciclo dei rifiuti senza biodigestori”, ha quindi proseguito Sgorbini, introducendo l’alternativa tecnologica su cui il Pd ha articolato la serata.

“Un piano rifiuti inconsistente, caratterizzato da pochezza sulla pianificazione dell’economia circolare e che addirittura pone come obbiettivo a livello regionale una differenziata al 67 per cento, cioè un passo indietro per la nostra provincia, che è al 75 – ha attaccato la sindaca di Arcola Monica Paganini -. A tutto ciò bisogna rispondere con un’alternativa fatta di visione e proposte”. Tra queste, fronte impianti, “il compostaggio, alternativa per accogliere l’organico e chiuderne il ciclo, andando altresì a produrre fertilizzante. Ci sono tante esperienze strapositive in merito. E le ricadute economiche e ambientali sono importanti. Prendendo ad esempio a riferimento l’esperienza della Sardegna, emerge come le esigenze della nostra provincia, la quale produce circa 20mila tonnellate annue di organico – organico che è inconcepibile sia oggetto di business -, verrebbero soddisfatte da venti compostiere di comunità distribuite sul territorio. E come Comune un impianto di compostaggio di questo tipo, anche piccolo, ma che possa dare il senso di come funzionano questi sistemi,  vorrei provassimo a progettarlo”.
Di “un piano rifiuti che è un gigante dai piedi d’argilla” ha parlato il consigliere regionale Pd Davide Natale. “Quasi un non-piano, con un’impiantistica sovradimensionata rispetto alle reali esigenze della Liguria: per l’indifferenziato si prevedono 384mila tonnellate a fronte di una produzione annua di 260mila; per l’organico 220mila a fronte di 190mila. Mancano inoltre politiche per la riduzione del rifiuto e per il riuso, che invece sono fondamentali in questa società consumista che invoglia a cambiare beni, i quali invece dovrebbero essere intercettati prima di diventare rifiuto”. Da Natale anche un passaggio sulla “raccolta differenziata, che non è solo questione di percentuale, ma anche di qualità. Comuni come La Spezia, Porto Venere, in parte Sarzana, sono passati ai cassonetti intelligenti: la percentuale magari resta uguale, ma la qualità è inferiore. E i centri di recupero pagano proprio in base alla qualità”. Pollice all’insù poi per l’idea del compostaggio di comunità: “Non dobbiamo essere prigionieri degli impianti. Non ha senso che comuni come Varese ligure, Maissana o Sesta Godano portino i rifiuti verso Spezia. Facciamo quindi compostiere di comunità che sappiano dare risposte a comuni decentrati rispetto ai centri principali”. E ha concluso: “Speriamo che sul biodigestore al Consiglio di Stato si replichi il verdetto del Tar. E nel caso saltasse la previsione dell’impianto, dovremmo farci trovare pronti con proposte alternative. Ma pronti dovremmo esserlo in ogni caso, con un sistema diverso di gestione ambientale, che sappia guardare avanti, nel momento in cui saremo chiamati a guidare la Regione: se invece il centrodestra invece sarà confermato per un terzo mandato, dopo lo sfacelo fatto su sanità e ambiente, allora vuol dire che non capiamo proprio niente”.

Sindaco di Castelnuovo e candidato Pd alla Camera all’uninominale, Daniele Montebello ha attaccato la regione su sanità e ambiente. In merito alla questione rifiuti “a Spezia – ha sottolineato – siamo stati bravi, raggiungendo il 75 per cento medio di raccolta differenziata, ma siamo i più penalizzati dal piano. Una logica che va ribaltata: perché la provincia che differenzia meglio deve avere due impianti sovradimensionati? Sarà Genova, che ha fatto meno, perché ha una classe dirigente meno adeguata, a farsi gli impianti di cui ha bisogno, senza venire a rompere l’anima nello Spezzino”. Anche da Montebello il sostegno all’idea delle compostiere di comunità; Castelnuovo, ha spiegato il primo cittadino, ha partecipato a un bando nell’ambito del Pnrr per acquisirne una, da associare al centro cottura pasti delle scuole; “Anche sulle compostiere di comunità – ha concluso – manca un disegno regionale, e se il nostro progetto andrà in porto sarà esclusivamente grazie ai fondi del Pnrr, perché la Regione non mette un euro”. “Un piano rifiuti regionale che trasmette la sensazione di un appicciare cose senza un vero senso”, per Renata Angelinelli, responsabile provinciale Ambiente Pd, che ha parlato di “un problema politico che sta nella mancanza di una visione olistica, che comprenda tutte le sfaccettature della questione rifiuti. E poi c’è un problema di consapevolezza sul tema dei rifiuti, in particolare sulla differenziata; se non c’è consapevolezza – che si raggiunge con processi partecipativi, formazione e informazione -, se non viene mandato un messaggio corretto sull’importanza della differenziata, tutto decade”.

Infine, alcuni interventi dal pubblico. Da Lanfranco Pambuffetti del Comitato Sarzana che botta “un suggerimento per cercare di ostacolare il piano della Regione: impegnarsi per modificare le modalità di finanziamento dei biodigestori, perché non producono davvero energia rinnovabile, ma si tratta di una trasformazione di energia. Se Legambiente e Pd si schierano contro questi finanziamenti, forse otterremo dei risultati”. Per il sodalizio sarzanese è intervenuto anche Gabriele Moretti: “Accogliamo favorevolmente la volontà di andare verso il compostaggio diffuso. Fino a ieri non si era capito che la linea del Pd fosse questa, a livello locale e nazionale, ma se tale linea prevarrà sarà elemento positivo. Ma è la linea di tutto il partito? Rimarrà solo una buona intenzione?”. Quindi l’intervento dell’assessore all’Ambiente di Arcola Salvatore Romeo: “Chiedo alla dirigenza Pd: siamo d’accordo sul fatto che Boscalino sia escluso come opzione per qualsivoglia impianto di trattamento rifiuti, biodigestore o altro? Mi pare che a livello locale sia così, vorrei essere certo della stessa cosa anche agli altri livelli del partito; mi piacerebbe avere una risposta sul fatto che il Pd ha questo orientamento da Genova ad Arcola – Arcola il cui territorio ha dato abbastanza. Per noi è importante avere una risposta, anche in vista dell’adozione del prossimo Puc”, ha detto l’esponente di Rifondazione. Poi per il Comitato No Biodigestore l’intervento di Teresa Maio: “Il ciclo dell’organico si chiude con un compostaggio gestito bene, non con un biodigestore. In merito a queste opzioni serve chiarezza, il Pd non può promuovere l’una e l’altra, sarebbe una contraddizione”. L’attivista ha poi concluso: “Come l’assessore Romeo chiede l’impegno del Pd perché non venga fatto alcun tipo di impianto, biodigestore o altro, a Boscalino, ecco, vorremmo che questo impegno fosse preso anche per Saliceti, dicendo no anche all’idea di sfruttare l’esistente impianto Tmb, oltreché per le attuali 105mila tonnellate di indifferenziato, anche per il trattamento dell’organico”.

Ha quindi chiuso la serata il segretario Sgorbini: “Nel 2015 – ha affermato – la pianificazione dell’allora amministrazione regionale aveva di fronte a sé una differenziata al 22 per cento, con la maggior parte dei nostri rifiuti che finiva a Valbosca e a Saliceti. Una pianificazione che riguardava un momento molto lontano rispetto all’attuale. Ebbene, quella pianificazione e poi l’aggiornamento operato con la delibera dell’attuale giunta regionale appartengono a una storia ormai superata. Davanti a noi c’è una prospettiva diversa ed è urgente e necessario cambiare passo”.

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