E c'è il problema della sanzioni agli allevatori

I cinghiali e le normative “elastiche”, Asl risponde ai sindaci della Val di Vara: “Decisione condivisa con altri enti”

Prosegue il dibattito relativo alle decisioni prese nei giorni scorsi da Regione Liguria, Comune della Spezia, Asl 5 e commissario per la gestione dell’emergenza della Peste suina africana riguardo al destino della decina di cinghiali rimasti chiusi per una ventina di giorni all’interno del parco urbano della Maggiolina. Se da una parte c’è chi esulta e applaude per l’imminente trasferimento in aree che non dovrebbero portare all’abbattimento degli animali, dall’altra ci sono coloro che rimangono basiti per lo stallo istituzionale e la mobilitazione di massimi rappresentanti istituzionali sbocciati per salvare una famiglia di ungulati che in qualunque altra circostanza sarebbero andati verso l’abbattimento.
Tra coloro che si stupiscono per il cambio di registro delle istituzioni preposte ci sono anche dieci sindaci della Val di Vara che affermano senza mezze misure: “La svolta nella questione dei cinghiali rinchiusi nel parco della Maggiolina dimostra che della legge può farsi applicazione in modi diversi”.

Il bersaglio della critica è soprattutto Asl 5 e uno spirito sanzionatorio nei confronti degli allevatori, una rigidità nell’attuazione delle norme che è evidentemente scomparsa nel caso della Maggiolina: “Prima – affermano ancora i sindaci – era obbligatorio abbatterli, ora è invece possibile ricollocarli, evitando di urtare la sensibilità degli animalisti che si sono presi a cuore la sorte di quegli animali. Viene dunque da chiedersi perché in alcuni casi (i nostri allevatori) la legge possa essere applicata solo in chiave repressiva e sanzionatoria mentre in altri (i cinghiali) essa consenta interpretazioni secondo la ragionevolezza e il sentire comune”.

L’azienda sanitaria esordisce rivendicando prima di tutto il carattere ufficiale della nota stampa con la quale era già stata data una prima risposta al sindaco di Sesta Godano, Marco Traversone, che per primo aveva sollevato la questione in solitaria.
Poi Asl spiega di non aver preso una decisione in totale autonomia: “Le misure adottate per risolvere la problematica legata alla presenza di un gruppo di cinghiali all’interno del parco urbano della Maggiolina sono state decise con gli assessorati e direzioni regionali competenti per materia (assessorato Sanità, assessorato Agricoltura, Allevamento, Caccia e Pesca – direzione generale Agricoltura/Settore Fauna Selvatica, Caccia e Vigilanza Venatoria) dopo approfondite valutazioni con il commissario straordinario alla Peste suina africana”.

Inoltre, riguardo alla lamentela sulle “sanzioni facili” rimarcata dai primi cittadini, l’azienda replica che “tutti i controlli ufficiali vengono condotti nel rispetto delle norme e con ampio utilizzo dell’istituto della diffida/prescrizione così da permettere agli utenti di regolarizzare la loro posizione ed evitare così le sanzioni amministrative”. E ancora: “Il tono generalista della replica non consente di affrontare le singole fattispecie riguardo alle quali gli interessati sono invitati, direttamente o tramite le associazioni di categoria, a sottoporle all’attenzione della struttura della Sanità animale che, così, può esprimersi nello specifico e fornire ogni dettaglio in merito. In tutti gli altri casi, invece, qualora gli utenti ravvisino condotte penalmente rilevanti sarebbe opportuno rivolgersi ai competenti Uffici giudiziari”, conclude la direzione aziendale, rimanendo a disposizione.

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