Danni per decina di migliaia di euro

Il mare è tropicale e le orate più voraci: a rischio la produzione dei muscoli fuori diga

Temperature dell'acqua salita di 5° in un mese, anche a causa della siccità, e c'è chi ha perso 400 quintali di prodotto in tre settimane. L'allarme dei mitilicoltori: "Un po' di acqua dolce abbasserebbe la temperatura del mare, migliorerebbe l'ossigenazione e aiuterebbe lo sviluppo del fitoplancton". In attesa della pioggia, si cerca una barca armata con la cianciola. "Abbiamo chiesto ad un pescatore subacqueo di provare con il fucile: ha tirato su esemplari di quattro o cinque chilogrammi".

Come nel 2003, la produzione dei muscoli del Golfo della Spezia soffre la siccità. Sono già tonnellate di prodotto ad essere andate perse quando ancora devono arrivare i mesi più caldi dell’estate. Una circostanza che mette in allarme i mitilicoltori, che adesso hanno un solo pensiero: riuscire ad arginare la voracità delle orate, che stanno facendo razzìa tra i filari fuori dalla diga.

“Le ultime rilevazioni ci dicono che il mare è tra i 24.5° ed i 25°, condizioni che aumentano sensibilmente il metabolismo dei pesci. Più attività significa maggiore necessità di alimentarsi. Tiriamo su i filari, appesi ad U, e tutta la parte inferiore è ripulita. Un collega ha perso 400 quintali di muscoli in tre settimane, significa un mancato ricavo di 40mila euro”, dice Federico Pinza, direttore della Cooperativa dei Mitilicoltori Spezzini.

Qualche temporale estivo in grado di rinfrescare il mare sarebbe una manna. Le migliori stagioni per “l’oro nero del golfo” corrispondono ad annate di piogge frequenti tra giugno ed agosto. “Un po’ di acqua dolce abbasserebbe la temperatura del mare, migliorerebbe l’ossigenazione e aiuterebbe lo sviluppo del fitoplancton. Un circolo virtuoso. Al contrario, se l’acqua stagna invece si innesca un disastro”.

 

In attesa delle nuvole, per arginare la strage basterebbe riuscire a pescare le orate che stazionano nei vivai. Il problema è che la pesca con la cianciola, la più indicata allo scopo, non la fa più nessuno da queste parti. Prossimamente un incontro con il Comune della Spezia, la prefettura e la Capitaneria di Porto dovrebbe portare ad armare una nuova imbarcazione.

“Altre soluzioni non se ne trovano. Per ora abbiamo chiesto ad un pescatore subacqueo di provare con il fucile: ha tirato su esemplari di quattro o cinque chilogrammi – spiega Pinza -. Ci hanno provato quattro barche con le reti da posta, ma l’acqua è così chiara che i pesci le evitano”. La produzione dentro diga è più al sicuro, i vivai sono recintati e le orate rimangono al di fuori. Ma potrebbe non bastare per salvare la stagione. “Dobbiamo agire presto, non vorremmo trovarci a dover razionare l’offerta ai clienti a fine agosto”.

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