Un mese di scavi archeologici per capire se sotto il pavimento rinvenuto nell’area che un tempo ospitava l’ex convento delle Clarisse, ci sono davvero i famosi reperti del museo di cui lasciò una traccia documentale Ubaldo Formentini e che da sempre suscita suggestioni storiche. La struttura, parzialmente bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale, uscì evidentemente malconcia e gli scheletri rimasti in piedi ne sono testimonianza da ormai mezzo secolo. Secondo gli esperti che stanno lavorando nell’area, coordinati dalla direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio, ci vorranno insomma almeno altre quattro settimane di scavi nella speranza che scendendo ancora un po’ al di sotto il pavimento anni ’30 ritrovato alcuni mesi fa (ne scrivemmo qui), emergano i reperti del passato romano che erano conservati nel chiostro originario e di cui parla proprio Formentini.

O almeno una parte di quelli che non furono portati a Brugnato proprio per risparmiarli da una fine poco consona al significato storico che possono ancora avere. Questa mattina il sopralluogo dell’amministrazione comunale è servito soprattutto per fare il punto dei lavori nell’area di Via XX settembre dominata dal castello San Giorgio e del sottostante rifugio antiaereo: due luoghi complessi, uniti nella storia ma disgiunti nei fatti, per i quali si sono resi necessari tre diversi varchi di cantiere. “Il recupero e la fruizione del rifugio antiaereo sotto la scalinata Quintino Sella che porta direttamente al campetto della chiesa di San Giovanni, nel quartiere della Suprema, fa parte integrante del progetto “La Spezia Forte”, come il recupero dell’ex convento delle Clarisse, collegato in un unico percorso storico – dichiara il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – l’obiettivo è recuperare la nostra identità e la storia della nostra città”.

Tre cantieri, un obiettivo.

Quello che un giorno vedremo, quando i lavori saranno ultimati, sarà un percorso nella storia moderna e contemporanea nel quale la città è cambiato moltissimo, trasformandosi completamente. Da una parte il sito dell’ex convento che nelle mire dell’amministrazione comunale sarà recuperato con un progetto conservativo contemplante la sistemazione e messa in sicurezza dei ruderi ancora in piedi, l’indagine sotterranea sulla restante parte dell’area (oltre a quelle già indagate di cui sopra), un percorso di visita con eventuali parti a vista e un box da realizzare ex novo per attività di accoglienza come ad esempio un bar o un chiosco: “C’è anche ovviamente la speranza di trovare reperti archeologici di rilievo. L’obiettivo principale è recuperare tutte queste aree, metterle a disposizione dei cittadini e promuoverle turisticamente” – ha aggiunto Peracchini. La seconda parte del cantiere si materializza nell’ex rifugio vero e proprio, quel “mondo sotterraneo” che abbisogna di un profondo lavoro di recupero che risolva il problema delle infiltrazioni (verrà insallata un’armatura ad hoc), doti la galleria di un nuovo fondo pedonale e un’illuminazione adeguata all’uso quotidiano: lavori che inizieranno nel breve volgere.

Un tunnel che fu tristemente conosciuto dagli spezzini che patirono le penne dell’inferno in quella guerra che mise in ginocchio proprio quella parte di città più prossima alla base navale e poi riscoperto da figli e nipoti una decina d’anni fa quando l’associazione “Dalla parte dei forti” fu promotrice di una fortunata mostra sui ricoveri antiaerei. All’epoca, fra documenti, oggetti, costumi e ricostruzioni sonore, si potè camminare per alcune decine di metri, entrando da Via del Prione, oggi quel percorso ha trova un’altra via d’uscita nei pressi del campo da calcio del complesso della chiesa dei Santi Giovanni ed Agostino: un giorno sarà aperto sullo stile della galleria Padula di Lerici. Un varco quasi dimenticato che è stato schiuso, rimuovendo il diaframma di blocchetti prefabbricati che aveva chiuso l’uscita della lunga galleria e nascosto alla vista i resti delle volte della chiesa che sorgeva in questo luogo (recuperati, vedi foto, saranno ricollocati), oggi particolarmente impegnativo per il cantiere in quanto non raggiungibile da alcun tipo di mezzo e di macchina operatrice. Gli operai lavorano su due diversi livelli e i materiali vengono calati sul posto dall’area cantiere organizzata su Via XX. Preservate le memorie storiche, il cantiere procede ora per soddisfare le esigenze contemporanee con opere in calcestruzzo armato grazie alle quali sta prendendo forma il nuovo assetto del sito: l’obiettivo del recupero di questa parte del complesso è la rifunzionalizzazione dell’uscita di sicurezza dell’ex rifugio, restituendo il necessario decoro.

Un allestimento multimediale nell’ex rifugio. Piaggi: “Pronti nel 2023”.

A breve inizieranno le opere di consolidamento, messa in sicurezza e pulizia all’interno della monumentale galleria Quintino Sella, altra sfida logistica per la particolare ubicazione dell’ingresso da Via Prione nella zona pedonale della città. L’approccio del progetto alla valorizzazione della galleria è di tipo conservativo: si prevede infatti di mantenere, laddove possibile, la connotazione delle superfici esistenti e di integrare l’esperienza della visita dell’ex rifugio con un allestimento multimediale. Il traguardo è ambizioso ma possibile: così il visitatore, oltre a godere della visione della particolare architettura del rifugio antiaereo, dei resti del Convento degli Agostiniani (e una volta completato il secondo lotto anche dei resti del convento delle Clarisse) potrà vivere una esperienza immersiva attraverso un racconto della storia della Spezia e dei principali avvenimenti che hanno caratterizzato il sito.

“I lavori sono divisi in due lotti – dichiara Luca Piaggi, assessore ai Lavori Pubblici – per il primo lotto è previsto un importo di 900.000 Euro e per il secondo di 700.000 Euro finanziati dal Fondo Strategico Regionale, che giungeranno a conclusione nel 2023. Questo importante recupero permetterà di riconnettere due aree della città e restituire agli spezzini, oltre la storia, anche un nuovo tragitto pedonale. Partendo dal rifugio antiaereo di galleria Quintino Sella, dove verrà realizzato un percorso museale interattivo dedicato alla storia della Spezia, si arriverà all’ex Convento delle Clarisse che nel corso dei suoi quasi settecento anni ha svolto diverse funzioni per la città e che ripercorreremo insieme in un bellissimo viaggio di scoperta della storia spezzina”.

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