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Forse ha inalato gas da una bomboletta

Villa Andreino, muore detenuto di 24 anni. Uilpa: “Il personale gestisce la struttura come meglio può”

Carcere Villa Andreino

“Ieri, intorno alle 18 un detenuto di origine sudamericana di 24 anni, recluso al terzo piano nella terza sezione del carcere della
Spezia e con fine pena nel 2024, è morto per sospetta inalazione di gas tramite bomboletta”. A darne notizia è il segretario regionale della Uilpa Penitenziari, Fabio Pagani.

“I poliziotti in servizio, hanno dato l’allarme, ma non c’è stato nulla da fare. Immediatamente allertato il servizio sanitario del carcere, a nulla sono valse le prime cure. Dalle prime e sommarie informazioni che filtrano dagli ambienti penitenziari il decesso sarebbe riconducibile all’inalazione di gas. Questa tragedia riporta alla ribalta delle cronache la situazione in cui versa l’istituto penitenziario della Spezia. Da tempo la Casa circondariale della Spezia è priva di direttore titolare – prosegue Pagani – e sono presenti 180 detenuti. E’ bene sottolineare che il personale della Spezia, pur essendo gravato dalle croniche carenze organiche, cerca di gestire la situazione come meglio può. Purtroppo la solitudine e l’abbandono in cui versano gli operatori delle prime linee penitenziarie non possono che favorire la deriva di morte e violenza che è possibile constatare in quasi tutte le strutture penitenziarie. Da tempo la Uil, invoca il Dap, nell’impedire l’utilizzo delle bombolette di gas nelle carceri, che i detenuti molto spesso utilizzano per inalare o meglio “sniffare” gas, ma anche lanciarle contro i poliziotti e incendiare celle”.

La Uilpa Penitenziari si appella, ancora una volta, al ministro Cartabia: “Il calvario cui è sottoposto il personale e l’inefficienza dell’intero sistema dovrebbero imporre al ministro della Giustizia quella giusta attenzione verso il problema che allo stato non c’è. Possiamo solo auspicare che durante o dopo le prossime festività pasquali il ministro, il Governo, il Parlamento decidano di porre nelle loro agende il dramma che si consuma, ogni giorno, nelle nostre galere. E non pensiamo solo ai suicidi in cella, ai tentati suicidi sventati dalla Polizia Penitenziaria, ai circa 1.800 atti di
autolesionismo grave, agli agenti penitenziari feriti dai detenuti in questi primi quattro mesi del 2022. Ci riferiamo all’impossibilità della polizia penitenziaria di assolvere alle proprie funzioni istituzionali in relazione alla sicurezza, all’ordine e alla disciplina negli istituti penitenziari; all’impossibilità per gli operatori del trattamento di operare ancora in funzione della rieducazione e del reinserimento. Ci riferiamo alla inadeguatezza delle risorse finanziarie che determineranno a breve l’impossibilità per l’amministrazione penitenziaria di far fronte alle spese correnti (luce,acqua, gas, telefono), di garantire l’acquisto dei carburanti per i mezzi di trasporto, di poter garantire sin anche il vitto ordinario alla popolazione detenuta. Questo non è allarmismo gratuito, piuttosto lo scenario reale del prossimo futuro. Ne consegue che il, sempre più scarso, personale sarà costretto a lavorare con turni straordinari (che non saranno pagati) e a dover far fronte alle emergenze quotidiane nella solitudine e
nell’abbandono. Per questo – conclude polemicamente il segretario della Uilpa Penitenziari – ci piacerebbe trovare nel nostro uovo di pasqua l’attenzione vera della politica alla questione penitenziaria con le conseguenti soluzioni. Ci piace credere che un giorno il Parlamento possa riunirsi in sedute straordinarie, anche notturne per le carceri”.

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