LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
L'intervista

Bertola il neopatentato: “Basta passaggi da Zoet. Maggiore e Bastoni un riferimento”

Il giovanissimo difensore dello Spezia ha fatto prima ad esordire in Coppa Italia che a disfarsi del foglio rosa. "Ma prima di arrivare fino a Follo devo fare un po' di pratica”. Per il 18enne convocazione in nazionale U19. "Un onore, da piccolo sognavo di essere Nesta. Ho visto il Ferdeghini diventare quello che è oggi. Durante il lockdown ci allenavamo in videochiamata, il club ci è sempre stato vicino".

Nicolò Bertola

Jeroen Zoet tra poco potrà risparmiarsi una manciata di chilometri e rimanere da questa parte del fiume Magra. Da una settimana Nicolò Bertola, 18 anni, ha preso la patente di guida. “Sì, ma prima di arrivare fino a Follo devo fare un po’ di pratica”. A quel punto il portiere olandese, che oggi lo scarrozza fino al centro sportivo della prima squadra, non avrà più bisogno di dare uno “strappo”, che è ormai diventata un’abitudine, al difensore nativo di Carrara.

In casa Spezia c’è stato veramente bisogno di tutti in questa imprevedibile stagione, arrivata poco oltre metà del percorso. In certe giornate il parcheggio all’esterno del centro sportivo di Follo sembrava la bocca di un bimbo: un intervallo di spazi vuoti. I sabati, in panchina, ci si sarebbe potuti sdraiare per lungo. Così l’ex capitano della Primavera è cresciuto in fretta.“Quest’anno mi sono sempre allenato con la prima squadra. Thiago Motta ti chiede il massimo, com’è giusto che sia. Poi le tante convocazioni e l’esordio in Coppa Italia a dicembre. La coronazione, peccato per il risultato”.

 

Avevi tre anni quando l’Italia vinse il Mondiale nel 2006… domenica torni ad indossare la maglia azzurra dell’Under 19 dopo la chiamata del ct Carmine Nunziata.

“Non me l’aspettavo, dico la verità. La prima convocazione era arrivata a inizio stagione, avevo partecipato allo stage, ma poi non ero più stato chiamato. E’ davvero un’emozione unica ed un onore”.

 

La passione per il calcio è una questione di famiglia?

“Sì, viene da mio padre. Ha giocato da giovane e io andavo a vederlo alle partite. Da quando ero piccolissimo, il pallone è diventato il mio compagno di ogni giorno. Avevo tre anni e mezzo e in qualche modo i miei sono riusciti a farmi prendere nel San Marco Avenza, nonostante l’età precoce. Da allora, di mollare non mi è neanche mai passato per la testa. Poi un giorno mi sono trovato che il sabato prima facevo il raccattapalle al Picco ed il sabato dopo era arrivata la convocazione”.

 

Vincenzo Italiano ti ha portato in panchina per Spezia-Roma, ultima giornata della serie A 20/21?

“Esatto. Quando me l’hanno detto mi si è acceso un sorriso in faccia… non andava più via. Volevo dirlo agli amici, ma non riuscivo neanche a trovare le parole per scrivere un messaggio. Purtroppo eravamo ancora sotto il protocollo che imponeva gli stadi vuoti, ma è stato davvero emozionante”.

Nicolò Bertola

 

Facciamo un salto indietro. Hai visto nascere il nuovo Ferdeghini, passare da un campo di periferia, detto con rispetto, ad un centro sportivo da serie A.

“Sono entrato nello Spezia nel 2010, avevo sette anni. I primi tempi c’era un solo campo, ma già si parlava del progetto di ampliare l’area. Poi quando lo hanno riaperto, ci siamo trovati di fronte questa struttura fantastica. E’ un club che tiene ai giovani. A noi ragazzi della zona apuana venivano a prendere con il pulmino. Passavano da Carrara e Massa e ci portavano ad allenarci. Non puoi non mettercela tutta di fronte a queste attenzioni”.

 

Qual è il calciatore che ti faceva sognare da piccolo?

“Alessandro Nesta. Pulito, elegante, sapeva quando entrare deciso, come trattare il pallone. Mai in affanno, mai cattivo. I primi anni giocavo a centrocampo e poi mi hanno spostato difensore. E’ stato mister Luca Ferdeghini. Mi sono trovato bene da subito”.

Nicolò Bertola

 

Il periodo del lockdown per voi ragazzi della Primavera com’è trascorso?

“Con il pensiero fisso a quando saremo tornati in campo. Anche in quel caso il club ci è stato sempre vicino. Si facevano le videochiamate con tutta la squadra e ci allenavamo tutti assieme con i preparatori. Il legame non si è mai interrotto”.

 

Vedere Maggiore, Bastoni, Vignali, ma anche Acampora, Ciurria e Ceccaroni, fare i calciatori ad alto livello dopo essere passati da quel settore giovanile in anni recenti, che effetto fa?

“Per noi che ci affacciamo al calcio dei grandi sono un punto di riferimento. Anche loro hanno compiuto tutta la trafila e sono riusciti ad essere dei pilastri di questa squadra. Ti spingono a dare sempre il massimo”.

Più informazioni
leggi anche
Bertola alla prima da titolare
Una buona notizia nella sconfitta
Bertola ultimo della Generazione Ferdeghini sulla strada di Vignali e Maggiore
Niccolò Pietra
Alcuni hanno fatto la storia
Da Ciurria a Pietra, lo Spezia ha fatto esordire 17 giovani in dieci anni
Zoet
Il portiere protagonista del pari con il pisa
Zoet: “Io sempre pronto per lo Spezia. Oggi è mancata cattiveria sotto porta”