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Manifesto per la sanità: “Il 2022 porti il sistema dell’emergenza su un’altra strada”

"Un imponente ospedale nuovo pare si farà, chiudendo molto di quello che ora esiste".

Ospedale San Bartolomeo

Intervento del Manifesto per la sanità locale, movimento che raccoglie più realtà della società civile. “Desideriamo ringraziare di cuore gli operatori sanitari che da Natale affrontano la nuova ondata Omicron e augurare loro un 2022 migliore”, premettono dal gruppo, e proseguono: “Dopo due anni di emergenza nella gestione della pandemia da parte degli operatori sanitari arriva un’altra ondata Covid. Il personale sanitario della Pneumologia arriva a Natale 2021 stremato da quasi 2 anni di pandemia e gestione dei pazienti con grave insufficienza respiratoria. Da qualche mese hanno chiuso la vicina Rianimazione, per cui trattano solo casi meno gravi. Alle 9 di mattina del 24 Dicembre, all’ improvviso, arriva l’ordine di trasferire tutti i pazienti ricoverati o di dimetterli entro le 14. Da giorni si lavora con metà ricoverati, ma nessun preavviso organizzativo è arrivato il giorno prima e il personale presente è quello della routine. L’ ordine prevede che dalle 14, dopo aver liberato il reparto, si facciano solo ricoveri di pazienti contagiosi. E così è in fretta e furia. 2 infermieri, 1 Oss, la caposala, 1 medico di turno e 1 in aiuto volontario si fanno poi 13 ricoveri con tutte le precauzioni per non contagiarsi. Ma non basta, viene anche ordinato a loro di fare l’accesso diretto e il triage di tutti i positivi, decidere se possono andare a casa con la terapia o il ricovero, dato che non esiste più un Pronto soccorso Covid e non esiste più un triage per questa malattia contagiosa”.

“La notte nel reparto – proseguono gli attivisti – restano i soli 2 infermieri di turno. Tutto questo continua a Natale e a Santo Stefano, quando la sera, all’ improvviso, viene aperto un altro reparto vuoto per questi pazienti. Sono chiamati 2 infermieri reperibili per gestirlo, ma nel reparto non c’è nulla e il personale ‘buttato lì’ non ha le credenziali nemmeno per i pc. I presidi, i farmaci e quant’altro di necessario, ma non presente, vengono forniti dal primo reparto, lavoro possibile visto che hanno nulla da fare col reparto svuotato. Comunque questo nuovo reparto di 15 posti letto, viene poi riempito di personale comandato al volo e la notte successiva spuntano 3 infermieri e 1 Oss. Contemporaneamente Blocco Operatorio e reparto chirurgico vengono chiusi e il personale schizza a destra e a manca nei vari reparti e servizi, di cui si ‘organizza’ l’apertura estemporaneamente, compreso la Rianimazione Covid prima chiusa e privata di personale, con disposizioni verbali che cambiano, a volte, anche nella stessa giornata, modificando turni e orari di servizio in barba ai problemi e all’organizzazione famigliare. Eppure le previsioni erano chiarissime”-

“Nel frattempo – conclude il Manifesto -, allargando appena la visione, negli hub vaccinali intervengono i Carabinieri, in pronto soccorso non ci sono medici e si ordina ai chirurghi generali di sostituirli, la pediatria e la neonatologia diventano del Gaslini e si prendono pediatri e ginecologi da cooperative e, si mormora, anche medici per il Pronto Soccorso, perché il personale dei due pronto soccorso della Spezia e di Sarzana non riesce più a garantire più i turni minimi. Gli anestesisti se ne vanno e dai concorsi regionali praticamente nulla. Anzi: i conti sono in negativo. Questa è la splendida organizzazione ‘tedesca’ . E il 2022? L’attività chirurgica di elezione, oggi completamente ferma, verrà venduta a privati o accentrata a Genova, come avevano già deciso per i ‘grossi’ interventi di chirurgia generale? O entrambe le ipotesi? Comunque un imponente ospedale nuovo pare si farà, chiudendo molto di quello che ora esiste. Molto probabilmente, stante la situazione di personale senza nessuna prospettiva di adeguamento, pure l’ospedale di Sarzana il cui personale e servizi serviranno giocoforza per gestire, peraltro parzialmente, l’imponente nuova struttura su cui graverà l’ombra del peso dell’insostenibile debito venticinquennale col privato, mentre continuerà la spartizione fra la dirigenza dei premi per il raggiungimento degli obbiettivi. Che il 2022 ci porti, davvero, e porti gli operatori sanitari, i volontari e tutto il sistema dell’emergenza su un’altra strada”.

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