“Non parlo di Saliceti perché per me vale come ogni altro sito, voglio costruire una Regione che abbia almeno capacità di gestione per l’organico, altrimenti prendiamo in giro i cittadini e la differenziata diventa un costo e non una risorsa”. Lo ha detto questa mattina l’assessore regionale Giacomo Giampedrone a margine dell’incontro con i nuovi vertici del Consorzio di bonifica del Canale Lunense. L’esponente della giunta Toti, titolare delle deleghe ambiente e difesa del suolo, è tornato sul sempre attualissimo tema del biodigestore senza però soffermarsi sui temi trattati nei giorni scorsi durante l’inchiesta pubblica. “Non sono un tecnico – ha ribadito – e sono convinto che la politica non debba entrare in questioni di questo tipo, si chiama inchiesta pubblica proprio perché deve esaminare ogni dettaglio. Non posso essere io a dire se possono esserci dei rischi e non spetta nemmeno ai comitati che possono fornire indicazioni lasciando il resto alle componenti tecniche. Io mi appassiono solo alla salute dei cittadini, è giusto che ogni dubbio venga adeguatamente analizzato. Il vero tema dal quale nessuno può smarcarsi è un altro: se non facciamo il biodigestore prendiamo in giro i cittadini perché non chiudiamo il ciclo dei rifiuti facendo aumentare i costi della differenziata che nel 2014 era stata definita “arcaica” e oggi è in molti comuni intorno all’85%”.
Secondo Giampedrone è dunque fondamentale “aprire il tema degli impianti, non i termovalorizzatori ma biodigestori, anche ogni volta che se ne parla si accende un dibattito che conferma come non ci sia un clima culturale maturo per ragionare con serenità. Ripeto: se c’è mezza virgola tecnica che esce dalla valutazione di impatto ambientale dicendo che quell’impianto è a rischio nessuno lo vuole realizzare. Allo stesso tempo bisogna dire chiaramente che senza impianti non si abbassano le tariffe, perché si può anche rimanere senza però allora è inutile sostenere la differenziata. Non è nemmeno corretto – ha evidenziato – dire che la nostra provincia sarà la ‘pattumiera del Tigullio’ perché allora anche Genova si prende i nostri rifiuti. Non dimentichiamo – ha concluso Giampedrone – che esiste anche tutto il mondo dei privati che guarda ad un mercato molto alto in Liguria dove la differenziata funziona bene e sui quali la Regione non può dire nulla”.