LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

Sprugoleria

Sprugoleria

Ritrovare il tempo per conoscere l’identità

di Bert Bagarre

Ripristinato il datario dei giardini

Come dicevo nelle righe finali della scorsa puntata, mi ha fatto molto piacere che nell’aiola dei giardini dalla fermata dei bus sia tornato il datario floreale che da tempo immemore l’arricchiva e che all’improvviso era sparito. Per di più, al posto della data composta da piantine erano rimasti solo buchi che stonavano con il contesto che è un trionfo di assonanze cromatiche. Inoltre, nei pressi c’è il busto dell’Ubaldo che a notte fonda, quando quasi nessuno lo vedeva, certo girava il capo verso l’aiola smembrata scuotendolo in segno di totale disapprovazione. Chissà, mi dicevo, che cosa avrebbe inventato Gamin in tale situazione!
Che poi, a ricordarlo, pure il suo monumento non versava in condizioni ideali, tutto pieno di scritte irrispettose di writers graffitari. Per fortuna lo scorso dicembre, ricorrendo il 150° della sua nascita, si sono rimossi i segni irriverenti. A che cosa si debba il ritorno del segnatempo argomento della puntata, non so. Per l’infinita vanità dico che lo spunto l’ha fornito un numero di questa rubrica di poco più di un anno fa: era il numero 41
(http://www.cittadellaspezia.com/Sprugoleria/L-orologio-non-c-e-piu-e-l-aiuola-e-disadorna-265222.aspx) e questo è il 102, per dire quanto tempo è passato.

Allora dicevo scherzosamente che sopprimere il calendario è il miglior modo per arrestare il fluire del tempo che troppo tardi ci si accorge di quanto sia veloce nel suo scorrere lento. Ora invece, dopo la restaurazione di ciò che mancava, possiamo finalmente dire che le temps che si credeva perdu è stato finalmente ritrovato. È quanto sosteneva il bel Marcel che alla fine di una recherche non indifferente se ne riappropriava riuscendo a ricostruirsi l’identità arrivando a conoscersi meglio e sulla migliore conoscenza di sé si basa ogni atto. La landa della Sprugola è terra composita, costruita su folate successive di migrazioni i cui intrecci genetici hanno determinato l’attuale etnia sprugolotta. Fondere tutte le new entries non fu cosa facile, ce ne rendiamo conto con gli arrivi determinati dalla globalizzazione.
Almeno per i vecchi nativi, una medicina per amalgamare ecco che può essere ritrovare il tempo: lo si crede smarrito ed è invece nel fondo di una tasca. Tante sono le occasioni che il tempo ci offre per far diventare proprietà corale di una cittadinanza i momenti che sono tappe significative della crescita del territorio. Fra un mese l’Arsenale compie 150 anni: per ora non sento di nessuna iniziativa istituzionale al proposito, ma spero di essere sordo. Un’ultima cosa. Il datario è bello ma il campo dove sono i numeri, quei legnetti marrone, mi sembrano all’altezza. Non potrebbero, Signor Sindaco, diventare piantine colorate?

leggi anche
Casa delle Ninfe
Sprugoleria
Farindòmino, la casa delle ninfe e il latinorum degli Sprugolotti