LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Economia

Il pontile Nato si vedrà anche dalla Morin

Ecco i rendering del nuovo punto d'entrata dell'oleodotto progettato dall'Aeronautica militare: 250 metri di pontile per raggiungere una piattaforma di 40 metri di lunghezza. Vi potranno attraccare due navi contemporaneamente.

Un lotto in tre fasi: prima la bonifica dei fondali, poi la costruzione delle infrastrutture marine e per finire l’installazione degli impianti. Prende forma il progetto di upgrade del terminal marittimo Nato della Spezia che l’Aeronautica militare italiana vuole potenziare in tempi brevi e che è oggetto di uno specifico bando di gara aperto fino a fine mese (qui l’articolo). Sarà la prima grande opera militare nel cuore del Golfo dei Poeti e della stessa città, visibile anche dalla Passeggiata Morin, dopo almeno un ventennio in cui si è discusso soprattutto di dismissioni e permute eventuali. Un vero e proprio tuffo nel passato che potrebbe arrivare ben prima della stazione crocieristica e del nuovo waterfront. Se per i diportisti non cambierà molto nelle proprie abitudini – quella zona di mare è già interdetta alla navigazione – la portata dell’impatto visivo invece è solo immaginabile.

Le carte del progetto pubblicate in questi giorni aiutano a farsi un’idea. Ciò che comparirà nell’estremo levante del golfo è un pontile lungo 250 metri e largo 6 metri in partenza da Punta San Bartolomeo, di andamento non lineare ma “spezzato” in modo da inglobare nel suo sviluppo una briccola di ormeggio circolare con un diametro di 14 metri. La struttura, sorretta da diverse file di palancole di un metro e mezzo di sezione, terminerà in una grande piattaforma lunga 40 metri e larga 20 metri.
Prima e dopo la piattaforma centrale, due piattaforme di accosto più piccole (20×10 metri) dotate di respingenti che attutiranno l’impatto delle unità all’attracco. Infine, a un centinaio di metri dalla fine della struttura, isolata in mezzo al mare, una seconda briccola d’ormeggio. Invece delle poco sicure manichette sottomarine, due bracci per lo scarico del carburante serviranno il nuovo sistema. Due quante saranno le navi che potranno attraccare contemporaneamente al terminale, che di fatto ne uscirà raddoppiato rispetto alla portata odierna. Ai lati del pontile, contornato da due velette per trattenere eventuali sversamenti, correranno le nuove condutture. Non più inabissate sotto il livello del mare, con tutti i problemi di corrosione relativi.

La bonifica. Propedeutica ad ogni nuove opera in mare sarà la bonifica, imposta ai suoi tempi dall’introduzione del Golfo dei Poeti all’interno della lista dei siti di interesse nazionale, con competenza che presto passerà alla Regione e al Comune. Si partirà quindi innanzitutto dalla caratterizzazione di 10mila metri quadrati di fondale di fronte a Ruffino con sette carotaggi fino alla profondità di due metri e la conseguente analisi dei 28 campioni estratti. Ci si aspetta di constatare un inquinamento tristemente “tipico” per le acque interne del golfo: metalli pesanti (mercurio, piombo e zinco), idrocarburi e policlorobifenili che gli studi precedenti dell’Icram hanno individuato soprattutto nelle zona più vicine alla costa come quella. Se le analisi daranno gli esiti attesi (ma non si possono escludere spiacevoli sorprese), si asporteranno fino a mezzo metro di sedimenti, per un totale di circa 9mila tonnellate di materiale.

Più informazioni