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Un aiuto alla ricerca

Studiare la voce per aiutare i disabili, servono venti volontari…uomini!

Una mano alla ricerca per completare lo studio "Calliope" condotto da un team di ricerca del quale fa parte la spezzina Sonia Cenceschi.

La ricercatrice spezzina Sonia Cenceschi

Mancano solo venti volontari, uomini, per chiudere la ricerca e permettere lo sviluppo dell’algoritmo, in fase di sviluppo a Milano da parte del team di ricerca dell’ARCSLab (dipartimento DEIB del Politecnico) diretto dalla professoressa Licia Sbattella, a sostegno delle difficoltà di comunicazione per le persone con autismo e altre disabilità cognitive. Ogni singolo cittadino può partecipare cliccando qui alla ricerca “Calliope” che prende il nome dalla dea omonima della mitologia Greca che, pare, ispirò Omero. Calliope significa “dea dalla bella voce” e al team sembrava un nome consono per questo studio specifico che riguarda la voce umana osservata da un punto di vista musicale.

Tutte le persone madrelingua italiana che abbiano compiuto 16 anni possono partecipare alla ricerca, ai quali si aggiungono parlatori esperti non madrelingua. In questo caso viene richiesto di inserire la lingua di origine nei commenti finali.

“Calliope” è anche un po’ spezzina infatti l’ideatrice è la ricercatrice Sonia Cenceschi nata e cresciuta a Fossitermi. Nel 2013 fonda il gruppo di fonica forense Cencor e inizia la collaborazione con le forze dell’ordine come perito riconosciuto e registrato presso la Procura di Como. Ha all’attivo una collaborazione col dipartimento di Forensic Speech Science dell’Università di York dove ha approfondito le tecniche forensi di analisi della voce. Attualmente la sua ricerca è incentrata su prosodia, musicalità e percezione della voce umana, ambiti per cui sarà docente in due master post-laurea presso la SUPSI di Lugano e la Scuola di musica di Fiesole.

“Le donne – racconta la ricercatrice Sonia Cenceschi – si sono dimostrate davvero sensibili. Per ora il campione di volontari che si è prestato alla ricerca è composto per il 60 per cento da donne. Anche se abbiamo raggiunto un buon numero, se riuscissimo ad avere 50 per cento di voci maschili e il 50 per cento femminili sarebbe davvero perfetto!”

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