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Sarebbe stata una trasferta epica

Diecimila spezzini che non vedrete al Meazza. Ferrari ricorda: "Che boato al gol!"

Senza la pandemia, oggi sarebbe corsa al biglietto per Milan-Spezia. Il precedente del 2014 in Coppa Italia lo dimostra.

Milan-Spezia, il secondo tempo IL GOL DI FERRARI E FESTEGGIAMENTI

Che spettacolo sarebbe stato sugli spalti. E’ così per tante provinciali, San Siro è una delle trasferte a cui non si rinuncia. Ci sono piazze che negli anni hanno portato più persone al Meazza di quante ne avessero fatte in media a casa propria nei decenni precedenti. Lo Spezia nel 2014 invece trasferì il Picco in blocco sugli spalti milanesi per gli ottavi della Coppa Italia. Circa settemila persone, qualche centinaio in meno rispetto a quelli che si registravano per una qualsiasi partita di cartello in campionato. Quello spettacolo è cancellato da cause di forza maggiore. Se a Udine lo Spezia, intesa come squadra, ha rotto il ghiaccio con il campionato, di certo domenica la Spezia, intesa come tifoseria, avrebbe fatto altrettanto nel proprio campo.
Quanti sarebbero stati nel settore ospiti se il Covid non avesse chiuso i cancelli? Diecimila è una stima ampiamente prudenziale, visto che il precedente si giocava di un mercoledì pomeriggio e non al comodissimo orario dell’ora di pranzo domenicale. Così l’ultimo calciatore a sentire il boato del popolo spezzino, anche se ci dovesse essere nuovamente occasione, rimarrà comunque Nicola Ferrari. “Certo che ci ho ripensato quando ho visto Milan-Spezia in calendario. Quel giorno c’erano tantissimi tifosi venuti a seguirci, era un gran bel palcoscenico per noi squadra di serie B come per loro. Il boato al gol si è sentito parecchio. Una delle più belle esperienze della mia carriera da calciatore. Ricordo con piacere tutta la stagione e quello fu uno dei momenti più belli”.

Un classico gol della bandiera, visto che il Milan era avanti di tre reti e si giocavano ormai i minuti di recupero. Però i bianchi di Devis Mangia ci avevano provato fino all’ultimo a regalare una gioia a quelle migliaia. “E’ stato un tiro d’istinto il mio, di cui in partita non ti rendi neanche conto. Ero di spalle e quando mi è arrivato il pallone ho pensato solo a girarmi e calciare il più in fretta possibile. Anche per prendere in contropiede Abbiati, che forse non se lo aspettava”. Per chi arriva per la prima volta in uno dei templi europei del calcio, la sensazione è unica. “Ricordo che mi colpì la grandezza della struttura, i tre anelli così alti. Ogni suono rimbombava. E’ uno stadio vero, non oso immaginare cosa voglia dire viverlo pieno. Dispiace non possano esserci i tifosi”.
Per la verità non solo gli spalti era imponenti. “Anche Rami devo dire che era parecchio grosso! Ma ora c’è Galabinov, che da quel punto di vista non ha problemi di sicuro. Auguro allo Spezia di fare una bella partita. E’ una piazza che mi è rimasta nel cuore, la gente e lo stadio. Venivo da tre anni a Verona, cambiare non fu facile e pensavo di non avere più stimoli. E invece alla Spezia li ho ritrovati subito. Mi sarebbe piaciuto rimanere, ma ci fu una mezza rivoluzione a fine anno. Ho amici del posto che sento tuttora. Se chiudo gli occhi mi vedo ancora lì”.

Il gol di Ferrari visto dagli spalti

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