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Cronaca

Fiumi di cocaina da Santo Domingo fino alla Spezia

La Polizia smantella un giro di droga nell'Umbertino, diciassette gli indagati. Ogni carico di cocaina valeva fino a 40mila euro. Per ogni consegna i corrieri guadagnavano fino a 1.800 euro.

Un’attenzione morbosa nella scelta dei corrieri per assicurarsi che i carichi di cocaina arrivassero senza intoppi ai destinatari e alla rete capillare dello spaccio nel quartiere Umbertino alla Spezia. Ma all’alba di questa mattina i traffici dalla Isla Española hanno subito una pesante battuta d’arresto grazie alla maxi-operazione Mulas, coordinata dalla Squadra mobile della Polizia di Stato della Spezia che ha portato a compimento un lavoro lungo un anno. Con le perquisizioni di oggi sono arrivati anche i provvedimenti per nove dei diciassette indagati – tutti dominicani tra i 20 e i 50 anni, tranne un italiano residente alla Spezia – rimasti impigliati nella rete delle indagini della Polizia, che nel corso di quest’anno ha ricostruito l’intera filiera dello spaccio, con il quartiere Umbertino come ultimo anello di tutta la catena. Sei sono le persone colpite dalle ordinanze di custodia cautelare in carcere, mentre tre sono quelle che dovranno presentarsi davanti all’autorità giudiziaria. I provvedimenti sono stati emessi, ma delle persone colpite tre mancano all’appello.

Ad illustrare i dettagli dell’operazione durante una conferenza stampa sono stati il questore vicario Gianni Triolo e il capo della Squadra mobile Girolamo Ascione. “Da questa operazione abbiamo avuto riscontri importanti. – dice il dottor Triolo – i risultati sono arrivati grazie al continuo impegno di tutti, ai continui presidi di controllo sul territorio e al coinvolgimento anche di altri uffici della questura come Digos e la scientifica nella fase esecutiva.”

Tutto il traffico era seguito personalmente da un trafficante di droga di Santo Domingo che organizzava nel dettaglio ogni operazione e, in più di un’occasione, ha coinvolto anche la madre e la sorella che dalla Spagna raggiungevano gli scali aeroportuali di Pisa e Milano per accogliere il carico trasportato dagli ovulatori, pagati fino a 1.800 euro per ogni commissione. I corrieri ingerivano circa un chilogrammo di bianca proveniente dalla capitale dominicana e una volta preso l’aereo, raggiungevano gli aeroporti italiani: ad accoglierli c’erano gli adepti del narco, che mantenevano continui contatti affinché tutto filasse liscio. Gli spostamenti, le cui spese erano ripartite tra il narcotrafficante e il richiedente del carico, avvenivano tutti tramite mezzi pubblici. Dall’aeroporto gli ovulatori e i referenti salivano in treno e raggiungevano la Spezia senza mai scendere alla stazione centrale, poi proseguivano in pullman oppure in taxi.

I rifornimenti da Santo Domingo fino alla Spezia avvenivano, all’incirca, ogni due settimane. In un caso specifico, la Squadra mobile aveva fermato una madre in compagnia del figlio: la donna nascondeva un chilogrammo di cocaina, ma in quell’occasione i poliziotti sequestrarono il carico. In particolare, i corrieri venivano scelti con cura maniacale, la maggior parte erano cittadini incensurati, magari nativi di Santo Domingo ma regolari in Italia sotto tutti i punti di vista. Per garantire un continuo ricambio venivano contattate altre persone. Le partite arrivate alla Spezia venivano tagliate in loco dal destinatario che a sua volta, poi, le distribuiva tra i suoi pusher di strada. Un carico del valore compreso tra i 35mila e i 40mila euro.

L’organizzazione era strutturata in modo che non ci fossero intoppi dalla partenza fino all’arrivo in Italia, con continui contatti. Nel giro erano coinvolte solo persone estremamente fidate e se qualcosa andava storto nei pagamenti non esitavano ad arrivare minacce, anche pesanti. Sempre per non destare sospetti i pagamenti venivano organizzati in tranches da meno di mille euro per non incappare in ulteriori controlli.
Le indagini della polizia hanno permesso di scoprire anche altri dettagli dello spaccio di coca nell’Umbertino. Com’è capitato in altre indagini, spacciatori grandi e piccoli si aiutavano se i canali del mercato subivano una contrazione. Così si veniva a creare una sorta di società di mutuo soccorso. Quindi, se mancava qualche dose, gli altri spacciatori si venivano incontro per rimediarne e non perdere clientela.

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