- In quello che passerà alla storia come il tempo del “Ti ricordi quando c’era il coronavirus? “, ci troviamo a fronteggiare la vita in modi diversi. A noi, insegnanti di religione cattolica, come a tutti i colleghi, con l’assenza degli alunni viene a mancare quella che è stata sinora la nostra ragion d’essere nella scuola. Come tutti gli insegnanti e tutto il mondo della scuola, comprese le famiglie e gli studenti, ci siamo trovati quindi “catapultati” nella didattica a distanza, che solo in parte può sostituire quel rapporto educativo che esige una relazione personale. Inoltre questa scelta, divenuta in pratica obbligata, comporta competenze informatiche che spesso non abbiamo o che possediamo solo in parte. Ecco allora che gli insegnanti di religione, vera e propria comunità educante, si sono uniti nella condivisione del lavoro, mettendo in comune materiali, attività e capacità di ogni singolo docente che, con generosità, sta investendo, e chissà sino a quando, tempo e studio in favore di tutti. Il materiale, arrivato come un fiume alla mail dell’ufficio diocesano Scuola ed educazione e dal direttore condiviso con tutti, è stato organizzato creando in Drive una biblioteca virtuale per ogni ordine di scuola, dove possiamo liberamente condividere i contenuti inserendo e prelevando lezioni, video, storie, schede e altro, preparato dai singoli docenti. Va detto che però che, per quanto possibile, continuiamo a stare vicini ai nostri alunni e alle famiglie, per dire loro che non sono soli. Ecco allora che ci siamo cimentati in videolezioni registrate o in videoconferenze, anche in base all’età degli alunni, e che abbiamo scoperto il piacere che essi hanno nel vederci, quasi come a ricreare una certa normalità pur nella presente situazione. Così i bambini e i ragazzi entrano in contatto con noi, eseguendo i lavori loro assegnati ed inviando sia messaggi sia, a volte, video preparati da loro. Da insegnanti di religione cattolica non manchiamo poi di pregare il Signore affinché tutto finisca presto, i malati guariscano, nessuno più si ammali, i sanitari siano sostenuti nella loro opera infaticabile e, finalmente, si torni a scuola a svolgere pienamente una didattica ricca di relazioni e di vicinanza reale.
Carmela Benevento, insegnante di Religione