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Il ricordo

Addio a Umberto Bellavigna partigiano "William"

di Giorgio Pagano

Un'immagine di William dagli archivi della famiglia Bellavigna

Caro William,
siamo qui, commossi, a renderti l’ultimo saluto.
Se ne va, con te, l’ultimo partigiano spezzino del Battaglione Picelli, il Battaglione di Dante Castellucci “Facio” e di Nello Quartieri “Italiano”.
Hai fatto la “scelta morale”, salendo ai monti, quando avevi solo sedici anni. Così l’hai raccontata in “Eppur bisogna ardir”:
“Abitavo a Pegazzano, in città la vita era diventata insostenibile, subivamo troppe prepotenze dai fascisti, decisi di raggiungere i partigiani insieme a due amici più grandi”.
Fu la scelta della libertà, esistenziale e politica.
Ti sei formato nello spirito egualitario che caratterizzava il Battaglione Picelli, come hai raccontato:
“Dopo le azioni militari, la sera, quando possibile, ci si riuniva tutti intorno al fuoco e iniziavamo a cantare canzoni partigiane, mentre a turno uno di noi faceva la guardia. Avevamo un bravissimo cuoco: una volta spezzatino di pecora, una volta pattona, e a volte si saltava proprio. In quelle serate i nostri comandanti ci mettevano a conoscenza dei fatti e ci parlavano dei nostri doveri e impegni per il dopoguerra. ‘Facio’ ci addestrò alle nozioni fondamentali della guerriglia, a dare l’esempio, a portare rispetto agli uomini, ad avere cura delle cose della montagna. ‘Italiano’ e ‘Facio’ dividevano tutto con noi, eravamo tutti eguali”.
Così un tuo compagno, Luigi Sau, ha raccontato la vita nel Picelli:
“Essa era qualcosa che si avvicinava alla misticità, qualcosa che sapeva di un ordine religioso, ricca di cose spirituali, misera di cose materiali. Tutto si svolgeva cronometricamente; tutto in essa aveva quella sfumatura che faceva pensare alle cose organizzate. Ed era così bello il sentirsi nell’ambito di una vera e propria famiglia, dove ogni ambizione interessata cessava di esistere, per lasciar adito ai provvedimenti di carattere collettivo, per il bene di tutti, in generale, che non è possibile la possa dimenticare chi l’ha vissuta da vicino. Tutto in essa bisognava dividere, le fatiche, i disagi, il giaciglio, il cibo, le gioie, i dolori, le pene ed i pericoli. Il motto: ‘Tutti per uno e uno per tutti’ era sacro’”.
Caro William, fu il momento più alto della tua esistenza, quello a cui tornavi sempre con la memoria, con la nostalgia del passato che ti portava a sperare e a batterti per il futuro.
Le vicende, e le contraddizioni, della Resistenza e della vita ti hanno portato poi nella Brigata Beretta, nelle Squadre di Azione Patriottica, infine nella Brigata Matteotti-Picelli, con cui sfilasti a Spezia il giorno della Liberazione.
Caro William, sei stato un uomo semplice e generoso. Sei stato sempre partigiano, fedele a un’idea. Nella vita ti hanno sempre accompagnato le virtù civiche e morali della Resistenza.
Oggi siamo in un momento difficile. Nei giorni scorsi il Cardinale Matteo Zuppi, Vescovo di Bologna, ha scritto una “Lettera alla Costituzione”:
“Cara Costituzione -comincia così- sento proprio il bisogno di scriverti, anzitutto per ringraziarti di quello che rappresenti da tanto tempo per tutti noi. Hai quasi 75 anni, ma li porti benissimo! Ti voglio chiedere aiuto, perché siamo in un momento difficile…”.
E’ vero, abbiamo bisogno della Costituzione. La Costituzione nata dalla Resistenza, la Costituzione che tu e i tuoi compagni e amici partigiani avete conquistato ai monti, è la luce che dona speranza e apre il cuore, che trasmette fiducia per la salvezza comune. Perché non ci salva da soli, ma tutti insieme.
Caro William, ora che ti accompagniamo verso l’ultimo viaggio, vicini ai tuoi figli Antonello e Massimo e ai tuoi cari, vogliamo dirti grazie. Vogliamo dirti che resterai nelle nostre menti e nei nostri cuori. Perché, nella nostra vita, abbiamo e avremo bisogno di tornare sempre ai principi fondamentali, quelli incarnati nella tua vita.
Ciao partigiano William, un grande abbraccio da tutti noi.

Giorgio Pagano
Copresidente del Comitato Unitario della Resistenza