- Buongiorno,
posso comprendere la ratio della norma varata dal Governo che non prevede gli spostamenti tra regioni diverse, se non per motivi di lavoro o di salute, in quanto finalizzata a diminuire gli spostamenti che, se numerosi, aumentano nuovamente le possibilità di contagio. Con questa norma rimangono però fortemente danneggiati gli abitanti di province confinanti appartenenti a regioni diverse.
Esistono, infatti, casi di forte integrazione economica, funzionale e sociale, come quello delle Province di Massa-Carrara (Toscana) e La Spezia (Liguria) molto più legate tra di loro che non con le province contermini della stessa regione. Si pensi, ad esempio, che esiste un’unica Autorità portuale e un prefisso telefonico in comune e non è, peraltro, un caso che entrambe facciano parte di unica regione storica che si chiama Lunigiana. Allora, perché impedire a chi ha congiunti, una vigna o un orto da curare, un esercizio commerciale e un parco vicini di non poter spostarsi tra queste due province?
E’ una forte e ingiusta penalizzazione per i tanti che al momento hanno la “sfortuna” di abitarvi. Il legislatore, anzi che focalizzare, con una norma di dubbia costituzionalità, la sua attenzione sui confini amministrativi, spesso deboli, fuorvianti e talvolta anacronistici, non faceva meglio ad imitare la vicina Francia, dove sicuramente di geografia e di buona amministrazione ne sanno più di noi, e varare una norma kilometrica uguale per tutti? Ad esempio, al di sotto dei 100 km dalla tua residenza puoi andare dove vuoi? Oltre, devi esibire l’autorizzazione. Sarebbe molto più democratico e giusto.
Prof. Riccardo Canesi
Docente di Geografia