Si puo fare di piu. Allargare il programma dei tamponi è un dovere umano e morale a questo punto. Ogni giorno attendiamo il bollettino di guerra serale con il fiato sospeso nella speranza che arrivi finalmente la notizia dell’inversione della curva. Purtroppo queste ultime giornate sono state ancor più drammatiche delle peggiori aspettative, il dato che più preoccupa tutti gli studiosi e l’Oms è quello dei decessi italiani. Si è cercato in tutte le maniere di dare una giustificazione scientifica a questo dato cosi drammattico in termini umani e così imbarazzante in termini scientifici, ma la sostanza è che purtroppo se si vuole pensare ad un valore planetario del rapporto deceduti rispetto ai contagiati dobbiamo necessariamente pensare ad un numero di casi sommersi, asintomatici o gia’ infettati molto superiori al valore di riferimento.
Questo spiegherebbe anche il mancato ritrovamento del paziente zero, spiegherebbe l’incremento vertiginoso dei casi in alcune zone del lombardo veneto. Dice Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa convinto che i pazienti zero non si trovino più perché il virus partito dalla Cina è arrivato in Italia già da tempo. “Evidentemente ha circolato silenziosamente già da gennaio. Se i malati si sono rivolti al sistema sanitario si è pensato che fossero stati colpiti dall’influenza, oppure avevano sintomi così lievi che nemmeno sono andati dal dottore. I pazienti che vediamo adesso potrebbero appartenere alla seconda o terza generazione dei contagiati”.
L’aspetto quindi degli asintomati è dibattuto e considerato in maniera importante tra gli addetti ai lavori: per molti epidemilogi il virus è entrato in Italia già da gennaio se non dicembre in un periodo freddo caratterizzato dall’influenza stagionale è verosimile che moltissimi casi, soprattutto quelli più blandi e simili alle comune forme di raffreddamento siano stati trascurati. Cosi facendo abbiamo lasciato che il virus si diffondesse nel tempo e nello spazio con numeri spaventosi di cui solo una parte in evidenza ufficiale.
D’altronde non si puo dire che non siano state prese misure importanti a livello governativo, forse potevano essere anticipate ma per onore del vero pocchissimi virologi avevano previsto una catastrofe del genere. Devo dire pertanto che da un confronto con colleghi della comunità scientifica emergono queste riflessioni: ad un esame attento delle curve epidemiologiche non puo che saltare all’occhio che l’andamento della curva coreana rispetto a quella italiana ha subito un appiattimento e non solo, anche nel veneto stiamo assistendo ad un decremento dei contagi. Tutto cio è dovuto all’adozione de programma di prevenzione tramite tamponi a tappeto. Programma che ha consentito in effetti di dire che il 70% dei contagiati è asintomatico. Un dato gravissimo per l’andamento dell infezione. Secondo punto: l’alta contagiosità del visrus ha praticamente colpito un quarto dei sanitari delle zone piu colpite, sanitari che diffondono l’infezione piu’ facilmente degli altri individui date le loro specifiche professionali. Terzo punto: la fascia di età che sta maggiormente pagando in termini di vite umane e’ quella degli over 70.
Ci sono quindi, non dei campanelli ma delle campane di allarme che ci impongono di agire con maggior incisività.
La curva dei decessi sempre piu’ ripida non è piu umanamente sostenibile, una guerra avrebbe fatto meno danni. Bene sarebbe come già indicato dal presidente dell ordine dei medici Barbagallo, prevedere una quarantena di sicurezza per tutti gli anziani over 70 anni che è la fascia d’età più decimata dal virus. Ma soprattutto bene sarebbe se anche la nostra regione prendesse in considerazione l’allargamento della procedura dei tamponi, se non proprio a tappeto come è stato fatto a Vo Euganeo, per altro con risultati eccezionali, per lo meno a livello dei soggetti sottoposti a quarantena e di tutti i sanitari impiegati in questa durissima battaglia.
Luigi Liguori
medico di famiglia e consigliere comunale della Spezia