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"Pale eoliche a Varese ligure, quel sito non è idoneo"

pale eoliche

In relazione agli articoli apparsi sulla stampa locale nei giorni scorsi, circa la collocazione di un impianto eolico nel comune di Varese Ligure in località Sassella, l’associazione “Comitato nazionale del Paesaggio” non si oppone a che si utilizzi il vento come forma di fonte energetica non inquinante, ma sempre nel rispetto del dettato Costituzionale. Nel caso specifico di Varese Ligure noi ci verremmo a trovare nella condizione di illegittimità, vista la sentenza del tribunale della Campania, la quale vieta la formazione di un’ effetto barriera, considerando anche che sullo stesso crinale confinante con la regione Emilia Romagna vi sono installati anche gli aereo generatori nella parte emiliana ed anche alcuni nella parte ligure in prosecuzione degli impianti emiliani così da formare la cosiddetta barriera, inoltre c’è da considerare anche che 1) la zona è tutta sull’alta via dei monti liguri, la strada preistorica più antica d’Italia e considerato compascuo dagli antichi Romani, cioè pascolo comune, quindi zona archeologica, 2) la zona è definita “A.N.I.M.A” che significa area non insediativa di mantenimento ambientale, quindi non modificabile. Considerando il fatto che Varese Ligure si vanta di essere capoluogo della “Valle del Biologico”, quindi zona di tutela ambientale, non si comprende come possa vantarsi di un impianto che modifica il microclima impattando sia sulla flora che sulla fauna. Sono scomparse le aquilegie ed altre varietà floricole, come anche gli armenti al pascolo disturbati dal costante rumore emesso delle pale, insopportabile, soprattutto di notte, provare per credere. Tutto questo nella valle del biologico. Altra considerazione è che ci troviamo su di una paleofrana, che sarebbe da monitorare e non modificare con enormi buche per i plinti necessari al posizionamento degli enormi pali che sorreggono le turbine generatrici, buche che contengono un palazzo di 4 piani tutto pieno di cemento, altro che mantenimento ambientale e valle biologica. Il Comitato Nazionale del Paesaggio è per sua costituzione a tutela dell’ambiente e quindi estremamente favorevole a tutte le forme di energia ricavata da fonti rinnovabili, ma correttamente ubicate in zone idonee e non impattanti. Il C.N.P. sarebbe propenso a considerare anche come forma alternativa al convenzionale la geotermia considerando che, secondo alcuni studi di fattibilità, basterebbe scendere sino a circa 300 metri di profondità per ottenere un calore sufficiente a produrre vapore per produrre energia, energia non alternativa bensì costante perché occorre anche considerare che le fonti rinnovabili sono alternative e non costanti. Queste fonti nel caso superassero il 16 % della produzione nazionale creerebbero problemi, interverrebbero le centrali convenzionali la quali devono essere tenute sempre pronte all’occorrenza per evitare il black out nazionale. Pertanto il C.N.P. pensa sia proprio il caso di concentrarsi più sulla geotermia e fors’anche sulle risorse forestali le quali nel gioco dello scambio la C.O.2 sarebbe in pareggio e quindi in caso di superamento del fatidico 16% non sarebbe più necessario L’intervento delle centrali convenzionali tenute sempre pronte all’occorrenza.

Vassalli Marco, responsabile regionale del C.N.P.