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Federico Figoli, un "tuttocampista" innamorato del bianco verde

Parla il centrocampista della Santerenzina. "Bilotti, Passalacqua, Musetti, Speciale e Rotoli determinanti per me" "Più passione e meno social, Parenti e Iaione con la passione hanno tenuto in piedi una società" "Complimenti a Bolanese e Cadimare"

Federico Figoli forte centrocampista offensivo della Santerenzina.

La Spezia – Il nomignoli “tuttocampista” è spesso abbinato dai giornalisti a quella tipologia di mediano che sa fare in pratica un po’ tutto. Sa coprire la difesa recuperando palloni o aiutando i difensori in marcatura, sa far ripartire la squadra impostando il gioco, sa servire il passaggio decisivo, ma sa anche andare a concludere lui stesso l’azione magari portando in dote alla sua squadra qualche gol stagionale. Ecco nei dilettanti spezzini di II Categoria l’emblema di questo “tuttocampista” può essere davvero il centrocampista della Santerenzina Federico Figoli. La maglia bianco verde tatuata sulle pelle per via di una lunga militanza nel Settore Giovanile della società del presidente Pardini, un lungo peregrinare per tante formazioni della nostra provincia fino a poi ricongiungersi con tutte le sue forze con quel primo amore che ne aveva così fortemente condizionato la crescita. Oggi lo ritroviamo ospite sulle pagine virtuali di Calcio Spezzino per la classica intervista di rito.

Seconda stagione consecutiva alla Santerenzina, terza complessiva. Il bianco verde come seconda pelle?

“Prima di tutto grazie per questa possibilità di parlare di calcio, che è sempre la cosa che condiziona, a seconda del risultato della domenica, il mio umore per tutta la settimana. Assolutamente sì, il bianco verde è la mia seconda pelle anche per via di una decina d’anni di giovanili, dove grazie a persone come Giacomo Bilotti e Matteo Passalacqua, che colgo l’occasione per salutare e ringraziare, ho imparato la disciplina e la passione vera per questo sport. Sono stati proprio quegli anni che mi hanno legato a doppio filo con questa società e che mi hanno portato lo scorso anno a fare il possibile e l’impossibile per tornare a casa… Ora cerco di trasmettere un po’ di sana passione ai giovanotti con la quale si è creato un rapporto speciale.”

Quest’estate è arrivato mister Rolla. Cosa è cambiato con lui e come si trova?

“E una persona che vive per la vittoria, con i pro e i contro che questo comporta, ad inizio anno non trovavo spazio. Ho guardato match “da non perdere” contro Bolanese e Madonetta in panchina per 90 minuti, non capivo il perché. Personalmente per come vivo e amo questo sport è stato un momento estremamente difficile, ma al contrario di scelte fatte in passato ho deciso di restare, rimboccarmi le maniche e fargli cambiare idea. Ora posso dire di aver fatto la scelta giusta.”

Quali le ambizioni stagionale per la vostra squadra?

“A inizio anno pensavo che il primo posto sarebbe stato molto difficile, ma anche che i Play – Off fossero però per noi l’obbiettivo minimo. Però col passare delle partite mi son reso conto di avere gente veramente forte in squadra: Cadente, Musetti e Cozzani sono giocatori che con la II Categoria non c’entrano nulla. Quando abbiamo trovato la quadra e il giusto equilibrio sono venute due vittorie pesanti con Brugnato e Vezzano, e ho pensato che si potesse puntare veramente in alto, ma sul più bello abbiamo perso quattro o cinque pezzi per infortunio tutti in una volta e penso abbiano pesato nei tre scontri diretti appena passati. Ora per noi si apre un nuovo campionato: sei squadre in lotta per quattro posti Play – Off, nonostante in mezzo a diverse difficoltà, vogliamo esserci!”

Com’è ad oggi questo campionato di II Categoria per la provincia spezzina?

“La Bolanese ha già salutato tutti, ora come detto ci sono sei squadre che si giocano i Play-Off, la Madonetta ha grande entusiasmo, il Vezzano si è ritrovato e l’Antica Luni sono certo non mancherà agli spareggi. Poi ci siamo noi, il Luni e il Brugnato che dobbiamo decidere “cosa fare da grandi”. Abbiamo avuto tutte e 3 picchi altissimi, e passaggi a vuoto in altri momenti. Per quanto riguarda questa corsa a sei penso sarà entusiasmante fino all’ultima giornata. Personalmente, che sia quest’anno o il prossimo, desidero disputare il campionato di I Categoria con questa squadra, se non mi cacciano prima. Poi nel 2022 sarà la stagione del centenario e sarei orgoglioso di viverlo in prima persona.”

Se tutte le neo promosse in I Categoria, a meno di campagne acquisti importanti, soffrono spesso e, quasi sempre, retrocedono non è che questo è un campionato sempre più livellato verso il basso?

“Penso che ogni anno che passa tutti i campionati, non solo la categoria, perdano qualcosa a livello di competitività, questo è frutto delle generazioni che cambiano. Una volta i giocatori erano caratterialmente più forti, tante “facce brutte” e zero social, prima di andare all’allenamento magari si giocava due o tre ore in oratorio,insomma era calcio H24. Si badava più all’arrosto che al fumo, poi sta al giovane aver voglia di seguire i giusti esempi. Personalmente posso citare gente come Diego Musetti, un professionista, Roberto Speciale per la sua intelligenza in campo, Jacopo Vincenzi per la grinta che metteva in allenamento, Ivano Rotoli perché metteva il fogliettino con le palle inattive sia in serie B che in II Categoria, sento di dire che ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa in campo e fuori che poi mi son portato dietro fino ad oggi, ma di imparare e migliorare non si finisce mai. Questo è il segreto!”

Se non fossero nate quattro nuove società probabilmente niente campionato o campionato fuso con un altro girone. Cosa ne pensa e come poter ovviare al problema?

“Detto che un girone misto con le “genovesi” mi piacerebbe tantissimo, il problema di fondo resta. Sicuramente ci sono meno soldini in giro, ma penso anche che sia la più facile delle “scuse”. Il problema grosso è la mancanza di gente competente e di passione per questo sport. Ricordo che alla Chiappa “i presidenti” Iaione e Parenti, non avevano “entrate faraoniche”, ma avevamo una passione smisurata che gli ha consentito di tenere viva la società per tanti anni, ci vuole gente con questa passione. E’ inutile pagare e spendere soldi per salire un paio di categorie e poi andare a gambe all’aria.”

Invece di “scimmiottare” i professionisti o semiprofessionisti in questa categorie non sarebbe meglio un atteggiamento più “pane e salame” riscoprendo magari la passione per lo sport rilanciandone dalle basi categoria e movimento?

“Non puoi che trovarmi d accordo, e ritorniamo anche al discorso delle generazioni. Una volta era la vittoria della squadra che contava, ora conta più l’immagine che si da di se stessi e queste due cose non potranno mai essere completamentari.”

E’ rimasto solo il tempo dei saluti, vuole aggiungere altro?

“Voglio fare i complimenti alla Bolanese, pensavo potessero dare del filo dal torcere a tutti, ma non avrei pensato a questa cavalcata. Sono l’emblema della forza del gruppo, che va oltre il valore individuale. Voglio mandare un grosso abbraccio agli amici di Cadimare per le stagioni entusiasmanti che stanno vivendo, il mio amico Diego Bianchi anni fa sognava un certo derby. Infine mi auguro di riavere presto il Gran Gala di Calcio Spezzino, un appuntamento a cui ho partecipato sempre con grande entusiasmo.”