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Montani: "Definire un modello sostenibile di calcio dilettantistico"

L'ex diesse del Magra Azzurri e bandiera del calcio santostefanese risponde alle nostre tre domande. "Chiusura decisione imprescindibile, determinazione di merito per le classifiche secondario anche se ci saranno polemiche specialmente in Promozione"

Il portiere Alessio Recchia presentato dal D.s. del Magra Azzurri Carlo Montani.

Santo Stefano Magra – Una vera e propria bandiera per il calcio di Santo Stefano Magra Carlo Montani (nella foto di repertorio ai tempi del suo incarico da Direttore Sportivo, ndr). Nel Santo Stefano Magra che fu passò dagli otto ai ventidue anni da calciatore. In seguito è tornato a trentotto anni in veste prima di allenatore e poi di dirigente ricoprendo vari incarichi tra i quali quello del Direttore Sportivo. Questa stagione, per problemi di carattere lavorativo, si è un po’ defilato da un ruolo ufficiale e attivo all’interno della società, ma ha continuato a seguire la “sua” squadra da tifoso alla domenica fino allo stop dei campionati per la pandemia da Covid-19. Oggi è ospite nella nostra virtuale sala stampa per rispondere alle ormai tre classiche domande sul futuro del calcio dilettantistico.

Nei giorni scorsi il Presidente Regionale Ivaldi si è pronunciato in merito alle possibili decisioni che verrano prese su promozioni e retrocessioni dicendo che, pur non potendo rendere la cosa pubblica al momento, hanno le idee molto chiare. Secondo te che linea verrà seguita?

“Spero che prendano decisioni in favore delle società, degli atleti e degli appassionati del calcio dilettantistico in generale. L’unica decisione che ritengo imprescindibile è quella relativa alla chiusura sino a tempi migliori in ragione della sicurezza di tutti; quello che sarà determinato in merito a classifiche e le conseguenze del caso sarà di secondaria rilevanza.”

In attesa di decisioni ufficiali i rumors dicono prima classificata promossa e blocco delle retrocessioni. Sei d’accordo? Avresti seguito la solita linea o avresti fatto altrimenti?

“Qualsiasi decisione presa non sarà quella del campo e, specialmente per la nostra Promozione dove la lotta vittoria del campionato, Play Off e Play Out fatta eccezione per il Valdivara era ancora aperta, potrebbe essere focolaio di polemiche fra i diretti interessati.”

Si è parlato, tra le altre cose, di un possibile calo dei fuoriquota da 3 a 2 nei campionati di Promozione ed Eccellenza e dell’eliminazione del fuoriquota in Prima Categoria. Sei favorevole? Perché?

“La questione dei fuoriquota si lega secondo me a provvedimenti di più largo raggio che dovranno essere presi per favorire il calcio dilettantistico in generale. Mi spiego meglio: nella nostra provincia non esiste la III Categoria, la II ha 12 squadre di cui alcune iscritte all’ultimo minuto e la I Categoria 14. In questo contesto è facile rilevare le difficoltà che devono affrontare le società, sia in termini economici che di appassionati. Deve essere definito un modello sostenibile di calcio dilettantistico che, nell’interesse di una identificazione sociale locale crei appassionati e sostenitori abbassando notevolmente i costi di gestione, compresi quelli federali. In questa direzione non è utile al movimento calcistico creare giocatori “usa e getta”, come si è fatto in questi anni con i fuoriquota, utilizzando i più pronti in uno specifico momento, generando aggravio di costi per le società interessate. Forse sarebbe più utile inserire un sistema che tenda a premiare la permanenza di giovani calciatori all’interno di una medesima società, una sorta di fidelizzazione, che potrebbe generare senso d’appartenenza e identificazione in una specifica realtà locale. Un misto fra le regole attuali e quelle degli anni ’80 con i “fuori quota over“. Ma forse la mio è solo utopia, un saluto a tutti i lettori di Calcio Spezzino e a te un grazie Guido.”

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