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Sprugoleria

Sprugoleria

Il busto di Carlo Alberto

di Bert Bagarre

Punta Carlo Alberto

I nomi di vie e piazze di Sprugolandia, come per la toponomastica stradale di ogni altro luogo, dipendono dal momento in cui sono stati dati. Così, quando era forte il fervore risorgimentale, molte strade ricordano quel periodo intitolate ai suoi eventi ed ai suoi protagonisti: da Sapri a Mentana, da Cavour a Mazzini, da Garibaldi ai Mille. C’era anche una piazza lastricata a brecciolino che si chiamava Vittorio Emanuele II. Lì misero un cavallo rampante con in sella una sciabola sguainata impugnata da un Eroe che incitava alla pugna. Quando la situazione cambiò quel grande slargo abitato da piante bellissime e panchine felici di ospitare coppiette, rimase anonima: destino infausto che accompagnò quasi tutta la famiglia Savoia. Dico quasi perché alla Maria Adelaide, moglie del Vittorio, tolsero la via ma lasciarono l’asilo: primo di Sprugolandia, ancora oggi tutti lo chiamano con il nome dell’antica Sovrana senza porsi alcun scrupolo istituzionale.

La sorte amara toccata alla toponomastica savoiarda si verificò nell’intero Belpaese. Unico a non essere cancellato fu il padre del Vittorio, tale Carlo Alberto, anche perché non aveva compiuto gesti tali che lo innalzassero all’onore dell’intitolazione. I più affettuosi lo chiamavano “re tentenna” o anche, seguendo un rimatore del tempo, “italo Amleto” perché era portato dal suo carattere ad oscillare fra scelte incompatibili fra di loro. Eppure, ancora in questo di grazia 2019, gli Sprugolini, quando parlano di un’area della Palmaria, hanno sempre il suo nome in bocca anche se lo pronunciano tutto attaccato, con le iniziali minuscole ed una lettera in meno: carlalberto.

Quel Re che era una stanga di due metri, tutto il contrario del pronipote Vittorio III che non aveva nel Dna le stimmate dell’altezza che caratterizzavano l’avo, nel 1836, propio a-iei l’autro, aveva ispezionato alla Palmaria una batteria di tre cannoni fissi e due mobili che, posizionati fra la spiaggia e Punta Secca, proteggevano una catena di zattere che impedivano l’accesso all’odierna piscina naturale. Nell’ottobre di due anni più tardi, per ricordare l’augusta visita, alle Bocche davanti a San Pietro eressero un busto che lo raffigurava e tutti da allora diedero alla zona il nome di quel Re che poi si estese anche alla cava che sta alle spalle. Il monumento sopravvisse a lungo alla bufera istituzionale per essere rimosso solo nel 1986 quando (ma dove sarà finito?) subentrò al suo posto una Madonnina d’alabastro, presto sparita pure quella. Ma gli Sprugolini continuano imperterriti a dire carlalberto a dispetto del politically correct.