Sarzana - Val di Magra - Il nuovo aggiornamento degli irrequieti gruppi consiliari di Sarzana non cambia gli equilibri fra maggioranza e minoranza. Beatrice Casini infatti resta all'opposizione ma torna all'interno del Partito Democratico, con cui aveva iniziato il proprio percorso politico in consiglio nel 2013 e con il quale era stata rieletta nel 2018 come più votata della tornata amministrativa. Un ritorno segnato a livello politico dall'esperienza in Italia Viva durata poco meno di un anno e finita in modo burrascoso e del transitorio posizionamento nel gruppo civico “Siamo Sarzana”, mentre sotto il profilo dell'attività consiliare è sempre rimasta, spesso in modo critico verso l'amministrazione, sui temi della città.
“Credo che il Partito Democratico sia il luogo giusto in cui ricominciare a costruire insieme – afferma – ancor di più in un periodo storico tra i più difficili del dopoguerra. La pandemia ha portato nuove paure e incertezze in un futuro che non riusciamo ancora a vedere. I giovani sono privati di diritti essenziali come lo studio e la socialità, mentre la situazione economica e occupazionale si fa ogni giorno più drammatica. Cresce così il sempre più ampio divario tra i partiti e i cittadini, certamente sfiduciati da una politica inconcludente, che ha visto il suo punto più basso – sottolinea - nella crisi di governo provocata al buio da un partito che non ha avuto scrupolo di paralizzare il Paese nel pieno dell’emergenza pandemica”.
“Proprio nel momento in cui la politica ha più che mai il compito di favorire il bene comune – prosegue – mi sento invece privata di quel confronto costruttivo, di quello scambio di esperienze, di quella dialettica a volte aspra ma sempre propositiva in cui sono cresciuta facendo politica attiva. Con la crisi del governo Conte è nato intorno a Mario Draghi un'inedita unità di intenti ed un senso di responsabilità indispensabili per affrontare la situazione d’emergenza che attraversa il Paese: quel senso di responsabilità che ha continuato a contraddistinguere il Partito Democratico anche nei giorni della crisi di governo, e che oggi vede in Enrico Letta la guida migliore per restituire centralità al PD e riaffermare valori e temi fondamentali per il centrosinistra. Un nuovo corso in cui mi riconosco. Una politica in cui torna il primato della competenza e dell’esperienza, contro i populismi ed il "nuovismo" fine a se stesso, in cui le spinte ideali sono indirizzate da una visione politica matura e responsabile, attenta ai problemi concreti della gente ad iniziare dai giovani. Riconosco nel Partito Democratico il senso di responsabilità e la coerenza che solo i grandi partiti democratici sanno mantenere anche quando sembra che la tattica e i personalismi debbano prevalere. La voglia di futuro – conclude facendo autocritica - può a volte abbagliarci e farci perdere la strada. Mi è ben chiaro oggi, in questa fase storica, che il futuro non lo si conquista con improbabili salti in avanti ma costruendo il presente con responsabilità e lungimiranza”.