Sarzana - Val di Magra - Da Roma a Luni la strada non è mai stata così breve, almeno per quanto riguarda l'attenzione verso l'area archeologica, per lunghi anni non adeguatamente considerata dal Ministero e oggi invece fra le prime mete del nuovo direttore della direzione generale musei del Mibact, il professor Massimo Osanna. Insediatosi da poco più di un mese, dopo la nomina del ministro Franceschini, e reduce dall'esperienza al Parco archeologico di Pompei del quale è stato artefice della rinascita, nel pomeriggio ha visitato il sito della Val di Magra in occasione della presentazione del volume “Il teatro romano di Luna” - curato da Lucia Gervasini e Marcella Mancusi (QUI) – che ripercorre settant'anni di ricerche archeologiche in un luogo al centro di un importante progetto di rinnovamento (QUI).
“La mia presenza qui oggi – ha spiegato Osanna – vuole essere un segnale di attenzione verso quelle straordinarie realtà italiane che magari sono meno conosciute. Possono contare su passione e competenze dei loro funzionari ma hanno bisogno di risorse e un aiuto concreto”. Una visita la sua che si è inserita in un momento delicato a causa dell'emergenza Covid-19 che ha avuto un impatto consistente su tutto il mondo della cultura: “In un momento simile un luogo come questo – ha sottolineato a CdS – può essere molto valorizzato e sfruttato essendo all'aperto e con un paesaggio straordinario e ben conservato, in una zona molto urbanizzata. L'emergenza sanitaria sta facendo registrare una progressiva attenzione verso la campagna e i piccoli borghi e Luni ha tutte le carte in regola per attirare non solo visitatori ma anche attivare progetti con altre strutture. Penso ad esempio al cosiddetto “welfare culturale” applicabile grazie a collaborazioni con istituti e altre realtà territoriali, per un'accessibilità totale a diversamente abili e soggetti che hanno altre problematiche. I luoghi d'arte sono molto importanti per la cura di diversi tipi di disagi. Sotto questo punto di vista qui ci sono grandi potenzialità ma ovviamente c'è bisogno di personale, e di risorse che si possono attivare a attirare”.
Un importante segno di attenzione dunque quello odierno, nei confronti di un sito che rappresenta un territorio che va ben al di là dei confini geografici. “E' fondamentale attivare una rete di collaborazione con tutte le istituzioni che incidono su un territorio molto ampio come quello della Lunigiana. Non bisogna lavorare – ha concluso – per compartimenti e steccati che spesso si sono creati anche all'interno del Ministero con fratture inconcepibili fra Sovrintendenze e poli museali. Dobbiamo fare in modo che la collettività possa sentirsi partecipe della vita e della gestione dell'area archeologica. Sono ottimista, credo si possa fare molto e qui ci sono professionalità di alto livello”.