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Saliceti

"Digestore, dopo tre anni Peracchini si è accorto che manca equità tra aree"

Comitati e associazioni: "Trattare? No presidente, bisogna applicare il contratto di servizio".

Striscioni "no biodigestore"

Riaprire, almeno in parte, il discorso sul biodigestore di Saliceti con Recos e Iren. Questo in estrema sintesi il contenuto del documento politico proposto dal presidente della Provincia, Pierluigi Peracchini, nel corso dell’ultimo consiglio provinciale. Un atto politico che non convince Comitato No Biodigestore Saliceti, Sarzana che botta!, Acqua Bene Comune, Cittadinanzattiva, Italia Nostra, realtà da tempo contrarie all’impianto. “Siamo di fronte a un ripensamento del presidente Peracchini che da tempo sostiene che la Provincia non può fare nulla? Qualche politico di opposizione e, purtroppo, qualche ambientalista distratto ritiene di sì. Siamo di parere opposto – scrivono in una nota i cinque sodalizi -. Peracchini non intende assolutamente rimettere in discussione la scelta di Iren-Recos di spostare a Saliceti il digestore previsto a Boscalino, come prevede la pianificazione provinciale, avallata dall’esito della Valutazione Ambientale Strategica, e regionale. Non intende restituire alla Provincia la scelta del sito, che le compete per legge. Per giustificare la trattativa arriva a parlare di ‘scenari emersi’ col project financing. Peccato che il Project financing è ‘emerso’ nel 2016 e il contenuto è dettagliato nella delibera 48 del 2018 (Piano d’area) votata dal Consiglio provinciale, che il presidente omette di applicare. Quegli atti obbligano Recos a bonificare il sito di Boscalino, demolendo il vecchio inceneritore e altri manufatti, sbancare 500mila metri cubi di terreno roccioso per far posto al digestore. Troppo costoso? Il sito di Boscalino era stato scelto da Iren, che sbaragliò la concorrenza presentando addirittura un progetto”.

“Vinta la gara, inglobate Acam, che l’aveva indetta, e Recos – continuano comitati e associazioni -, il gruppo emiliano solo un anno dopo si è pentito. Realizzare il digestore a Saliceti costa molto meno. Ci sono più spazi, si può espandere a 120mila tonnelate. Insomma Iren fa e disfa. E Peracchini e la Regione si adeguano. A loro non importa se Saliceti è situato sulla falda che alimenta i pozzi di Fornola, che il rischio d’inquinamento delle acque non è escluso, ma solo monitorato, se l’impianto sorge a 75 metri dal Parco Magra, zona ZSC ricca di biodiversità, inserita nella Rete Natura 2000 e finanziata dall’Europa. Hanno omesso il parere negativo del Parco Magra dagli atti della Conferenza dei servizi”. La nota definisce il presidente Peracchini un “novello Robin Hood”, che “vuole trattare le tariffe di conferimento a carico dei Comuni. Dice che 107 euro a tonnellata sono troppi. In sede di gara Iren ha offerto 89 euro a tonnellata. Applichiamo il contratto o creiamo un ingiusto vantaggio patrimoniale al gruppo emiliano? Vuole anche trattare le quantità di rifiuti, come se ridurre le quantità scongiurasse il rischio d’inquinamento delle falde. Peracchini si è accorto dopo tre anni che non c’è equità tra le aree della Liguria. Insomma Spezia è una pattumiera. Il TAR ha di recente sentenziato che il Piano di Gestione dei Rifiuti 2015 è legge sovraordinata. Per il TMB prevede che soddisfi un fabbisogno di 75.000 tonnellate. Il Piano d’ambito 2018 le ha portate a 105.000. Trattiamo o facciamo rispettare la legge? Per i rifiuti organici il PGR prevede di trattare 39.000 tonnellate tra La Spezia e il Tigullio. Trattiamo o applichiamo la legge e il contratto di servizio?”.

“Il presidente della Provincia vuole anche quantificare il costo di realizzazione del digestore.
Un’altra furbata per eludere una nostra contestazione da cui non sanno come uscire. Il costo è già indicato nel Piano economico allegato al Paur: 50,6 milioni di euro. Il Piano d’ambito regionale indica un costo di 400 euro a tonnellata. Fanno 125.000 tonnellate. È matematica elementare. Un incremento di business rispetto alla gara europea del 64 per cento in violazione del Codice degli appalti (rilievo a cui Recos aveva risposto QUI alcuni mesi fa, ndr). C’è poco da trattare”, concludono Comitato No Biodigestore Saliceti, Sarzana che botta!, Acqua Bene Comune, Cittadinanzattiva, Italia Nostra.