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Luci della città

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Enel, tutto va avanti come se niente fosse

di Giorgio Pagano

La Spezia, veduta dalla strada per Biassa (2016) (foto Giorgio Pagano)

Nei giorni scorsi lo stop alla centrale nucleare di Cruas-Meysse in Francia ha fatto riaccendere il gruppo a carbone della centrale Enel di Vallegrande, per sopperire al fabbisogno energetico nazionale. Proprio nei giorni in cui veniva confermato per l’ennesima volta, in una riunione romana, l’addio al carbone nel 2021, il carbone a Vallegrande è ripartito.
Su “Città della Spezia” di sabato 16 novembre leggiamo di un incontro in Regione, in cui Enel ha confermato la volontà di uscire dal carbone nella centrale spezzina nel 2021 e “ha presentato un’ipotesi di riconversione delle aree ampia e articolata a integrazione dell’impianto a gas”.
Si insiste, quindi, con la realizzazione di una nuova centrale a gas al posto di quella a carbone, che intanto funzionerà ed inquinerà per due anni ancora.
Che la centrale a carbone debba chiudere è chiaro: ormai è vetusta, non reggerebbe più. Ma gli spezzini hanno sempre pensato che, diventata vetusta la centrale ristrutturata negli anni Novanta, non si sarebbe passati ad una nuova centrale ma alla riconversione dell’area ad altre attività economiche e ad una sua riqualificazione urbana. Perché la centrale è nel cuore della città, non in una landa deserta.
E invece si vuole tornare al gas.
Eppure un fatto indubbiamente positivo c’era stato il 7 ottobre scorso: il Consiglio Comunale all’unanimità aveva ribadito la sua netta contrarietà al progetto presentato da Enel di trasformazione degli impianti da carbone a gas nella centrale ed aveva approvato i nuovi piani urbanistici delle aree attualmente occupate da Enel, al fine di escluderne l’uso per impianti energetici. Si può discutere su come gli atti siano stati fatti: ma era stata comunque una presa di posizione finalmente all’altezza della partita che si stava e si sta giocando.
Anche perché gli atti urbanistici erano stati accompagnati dall’approvazione di un ordine del giorno che impegnava il Sindaco a richiedere formalmente al Governo di non concedere le autorizzazioni al progetto di Enel ed alla Regione di confermare la posizione del Comune, negando l’intesa prevista dalle normative per i procedimenti in materia di impianti energetici con i Ministeri competenti. Si era deciso, inoltre, di avviare con Asl le procedure per un’indagine sanitaria a carattere epidemiologico sull’impatto sulla popolazione derivante dalla presenza della centrale.
Bene! Ma poi si è proceduto in tal senso?
La verità è che Enel va avanti come se niente fosse. Dal Governo nessun segnale. Dalla Regione solo segnali negativi, con il Presidente Toti che in ogni occasione si pronuncia a favore della centrale a gas: l’ultima volta all’assemblea degli industriali spezzini, pochi giorni fa.
Sappiamo che gli atti urbanistici comunali serviranno fino ad un certo punto: se il Governo e la Regione decideranno di realizzare l’impianto, degli atti urbanistici del Comune si farà carta straccia.
Le domande che il cittadino si pone, allora, sono evidenti:
1) Il Sindaco -ed i parlamentari locali- hanno trasmesso e fatto capire con nettezza la volontà della città al Governo? Con quali esiti? Per ora nessuno, pare.
2) Il Sindaco -ed i Consiglieri regionali- hanno trasmesso e fatto capire con nettezza la volontà della città alla Regione? Con quali esiti? Per ora nessuno, anzi: sta avvenendo il contrario!
3) Sono partite le procedure per l’indagine sanitaria? Nulla si sa.
Il punto 3) è importante perché rafforzerebbe le istanze della città. Il nostro no è infatti motivato non dalla scelta “Non nel mio giardino”, ma da quella di non realizzare più impianti energetici nel cuore di una città (cosa che oggi nessuno dovrebbe nemmeno immaginare!), anche per i danni sanitari subiti negli anni.
Il punto 2) è il più importante di tutti: bisogna certamente agire anche verso il Governo, ma è evidente che in un campo come questo difficilmente un Governo si muove contro la volontà della Regione competente. Davvero pensiamo che il Governo ci dia ascolto se la Regione sarà dalla parte di Enel? Tutto può accadere in politica, ma questa cosa finora non si è mai vista.
Il cittadino si chiede: ma è possibile un’altra strada per risolvere il problema energetico? Certamente sì. Lo ha detto molto bene, nei giorni scorsi, il WWF:

“A Spezia si è arrivati all’assurdo di autorizzare la dismissione di un ciclo combinato a gas (quello realizzato con la ristrutturazione di fine anni Novanta) tenendo aperta la più inquinante unità da 600 MW a carbone. In questo quadro, ci stupisce molto la posizione dei sindacati elettrici locali, fino a pochi mesi fa convinti della necessità di avviare celermente le alternative di sviluppo e occupazionali, tanto più che sanno benissimo che l’eventuale centrale a gas avrà livelli di occupazione irrisori. Non è positivo, nemmeno per l’occupazione, che invece di accelerare sulla strada della transizione energetica fondata su rinnovabili, accumuli, reti intelligenti, ecc., si decida di cogliere ogni occasione per arroccarsi sul vecchio modello di produzione energetica fondata sui combustibili fossili, i principali responsabili dei cambiamenti climatici in atto. La comunità scientifica internazionale ci dice che il tempo per cambiare rotta è quasi esaurito, i dati ci dicono che l’Italia sta perdendo competitività perché la transizione non è abbastanza veloce, chiara e continua. Ci aspettiamo coerenza da parte di tutti.”

Ciò che sconcerta è che tutto si muove come se il Consiglio Comunale e chi ci rappresenta non conti nulla. Facciamoci sentire come cittadini. Se saremo uniti non potranno passare sulla testa di tutti.