La Spezia - La città prende coscienza che il tempo è breve. Anzi, è probabilmente già scaduto per pensare di poter ospitare un'eventuale secondo campionato di serie A alla Spezia dalla prima giornata. Sollecitano un intervento deciso e risolutivo, perché hanno morso il freno per un'intera stagione e non vogliono subire la beffa di dover rimanere fuori dal proprio impianto anche quando le limitazioni dovute alla pandemia dovessero cadere.
"Vogliamo, come gruppi organizzati della Curva Ferrovia e dei distinti, farci portavoce di questa battaglia. Con la speranza che l'intera città e tutti coloro che hanno a cuore le sorti dello Spezia Calcio e della nostra città si uniscano alla nostra lotta. Perché non è una battaglia solamente calcistica ma una battaglia per il futuro della nostra amata Perla sul Mar!", scrivono in una nota.
L'unica mossa ufficiale l'ha fatta il Comune della Spezia, pronto a fare un mutuo per mettere mano al settore ospiti. Un'opera che, in ogni caso, non eviterebbe l'esilio altrove agli aquilotti. "Il Picco è patrimonio della città, la serie A è patrimonio della città e deve essere la stessa città a schierarsi in difesa di questo inestimabile tesoro, per non disperderlo e far sì che venga utilizzato come trampolino di lancio per un migliore futuro economico, sociale e sportivo della Spezia".
"Nessuno ha vissuto in prima persona la promozione - ricordano i gruppi -, così come nessuno ha potuto vedere la A al Picco. La situazione sanitaria ci ha solo in parte imbavagliato, ma nessuno dimentica le promesse fatte a suo tempo e nessuno è più disposto a non vivere queste irripetibili emozioni per l’incapacità e l’immobilismo di chi ha solo promesso e non mantenuto. La pazienza è finita! Lo Spezia è la squadra della nostra città e deve giocare al Picco, lo Spezia deve esultare sotto la Ferrovia ed ogni singolo spezzino ha il diritto di vivere la A nello stadio della propria città".