La Spezia - Giocarsi la salvezza fino all'ultimo era nei programmi, giocarsela a pari punti con una squadra che costa 10 milioni di euro in meno magari no. Eppure è così. Se ad inizio stagione Spezia e Benevento (insieme al Crotone) erano le tre squadre indicate dai pronostici tra quelle traballanti, in verità alla base avevano e hanno due filosofie ben diverse. Detto diversamente, i sanniti sono partiti con un monte ingaggi da metà classifica: 32 milioni di euro complessivi. Più di Verona (24 milioni) e Udinese (31), in linea con Sampdoria (34), Parma (34) e addirittura Sassuolo (35). Ionita e Caprari attorno al milione, Lapadula e Iago Falque oltre il milione e mezzo, Glik addirittura con uno stipendio da 2.5 milioni di euro.
Il precedente storico che ha mosso la scelta della famiglia Vigorito è da rintracciarsi nella prima storica stagione in serie A giocata nella stagione 2017/18. Era la squadra che Baroni aveva portato a vincere i play-off di serie B da neopromossa (eliminando lo Spezia ai preliminari), il cui impatto con la massima serie fu tragico: 4 punti nel girone d'andata frutto di 17 sconfitte, un pareggio ed una vittoria. Il Benevento è una "piccola" solo sulla carta oggi e partecipa al fronte delle provinciali che si stanno lasciando indietro Cagliari e Torino, in una terza parte di stagione che si annuncia ricca di emozioni.