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Rischiato l'ammutinamento

Fronte bipartizan contro il consiglio comunale in videoconferenza

L'ennesimo problema tecnico ha fatto scattare la protesta della consigliera Pecunia, sostenuta anche da Manucci e Cozzani. Dopo un battibecco con Guerri la situazione è rientrata, ma ora il tema è quanto mai caldo.

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L’insofferenza di una parte dei consiglieri comunali nei confronti delle sedute in videoconferenza si trascina da mesi e ieri sera è esplosa. I più critici sono da sempre Federica Pecunia e Lorenzo Forcieri, ma ieri l’ex senatore non era presente e all’ennesimo intoppo tecnico la capogruppo di Italia viva è partita da sola alla carica. Ma presto altri l’hanno seguita, anche tra gli esponenti di maggioranza.

Erano passati 33 minuti dall’inizio della seduta e l’assessore Giulia Giorgi stava rispondendo a un’interpellanza presentata dalla leghista Lorella Cozzani sulla dotazione dei banchi a rotelle nelle scuole spezzine. All’improvviso la piattaforma è andata in tilt, tutti i consiglieri sono stati disconnessi e molti hanno dovuto faticare per ricollegarsi. Un problema che si era già verificato di recente e che, sommato ai continui inconvenienti dovuti alle connessioni più o meno stabili, ai problemi di audio, alle difficoltà di accesso alla “stanza” virtuale e alle attese infinite che si sperimentano al momento del voto, si è tramutato nella proverbiale goccia capace di far traboccare il vaso.
“Non è più possibile andare avanti così, me ne vado tra due minuti e non mi ricollego più. E’ indecente”, ha sbottato Pecunia. “Cara Pecunia mi tocca darti ragione”, ha risposto dalla sua casella sullo schermo Sauro Manucci, capogruppo di Fratelli d’Italia. “Anche io ti do ragione!”, si è affrettata ad aggiungere Cozzani, che si è vista interrompere la risposta dell’assessore da parte di un inghippo in chissà quale stringa del codice: “Non si può andare avanti così, ormai siamo rimasti gli unici. Ma scherziamo? Ci vuole la rivoluzione qua”, ha aggiunto Pecunia. Il borbottio e le proteste si sono intensificati, mentre il presidente del consiglio Giulio Guerri non riusciva a rientrare e Massimo Lombardi, vice presidente, cercava di riprendere i lavori in attesa del rientro del titolare.

E quando questo è avvenuto Pecunia ha colto la palla al balzo per ribadire la sua volontà di ritornare alle sedute in presenza. “La gente va a lavorare da mesi, ora si può andare anche a teatro e al cinema. Guerri, la colpa è la sua! Il mondo va avanti mentre noi continuiamo con i consigli comunali in questa modalità assurda”, ha gridato, con Guerri che cercava di riportare l’ordine in “aula”.
Dopo qualche decina di secondi di guazzabuglio la situazione è rientrata nei ranghi della normalità e i lavori sono ripresi con l’intervento dell’assessore Giorgi.
Ma il consigliere Massimo Caratozzolo, quando è stato il suo turno, è ritornato sull’argomento chiedendo che sia trattato al più presto.
Il tema, in vero, è stato discusso più volte nel corso delle conferenze dei capigruppo, ma sino a oggi la versione telematica ha sempre avuto la meglio su quella in presenza.

Ma con il quasi ammutinamento di ieri (Pecunia, alla fine, non ha abbandonato la videoconferenza) e il sostegno bipartizan alla mozione per il ritorno a Palazzo civico (o in Sala Dante) le cose potrebbero cambiare.

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