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Tra assenze e accuse

Foibe e brevetti sui vaccini, consiglio unanime sui massimi sistemi

Seconda parte di consiglio comunale immolata sull'altare di due documenti che poco hanno a che fare con la città.

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Il diritto alla salute e l’eccidio delle foibe sono stati i grandi temi affrontati ieri nel corso del consiglio comunale. Due mozioni presentate rispettivamente dal consigliere di Spezia bene comune Massimo Lombardi e dal gruppo della Lega, con successiva sottoscrizione di quasi tutta la maggioranza. Due discussioni su argomenti che, a dirla tutta, poco hanno a che vedere con la città. La prima perché rivolta a una Regione che governa un territorio in cui non sono presenti aziende in grado di produrre vaccini anti-Covid (anche nel caso in cui, grazie al voto di ieri sera, si vada verso una liberalizzazione mondiale dei brevetti), l’altra perché riferita a fatti accaduti oltre due mesi fa, quando a Genova vennero affissi vergognosi manifesti inneggianti alle foibe: una discussione sempre lecita, così come quella sul profitto realizzato sui vaccini, ma un dispositivo che arriva fuori tempo massimo. Inutile, ormai, impegnare l’amministrazione a controllare se affissioni del genere siano avvenute anche alla Spezia.

Il dibattito sull’iniziativa “Per il diritto alla cura, nessun profitto sulla pandemia” stimolato da Lombardi ha visto gli interventi, peraltro interessanti, di Federica Pecunia, per Italia viva, del sottosegretario alla Salute e consigliere di La Spezia popolare Andrea Costa, del dottor Enzo Ceragioli per il gruppo Cambiamo, Paolo Manfredini per il Psi, Emanuele Corbani per la lista Spezia vince con Peracchini sindaco e di Roberto Centi, per Leali a Spezia. Tutti concordi sull’importanza della massima diffusione dei vaccini, così come sull’effettiva complessità di una situazione che ha visto i primi vaccini a nemmeno un anno dal manifestarsi del virus, mentre la ricerca italiana ha dovuto spostare in avanti l’orizzonte conclusivo dopo aver deciso di non seguire la strada di AstraZeneca e J&J. Il sottosegretario ha spiegato che le imprese in grado di produrre il vaccino in Italia sono quattro, ma nessuna risiede in Liguria. Il documento ha collezionato l’ok con 25 voti a favore e 2 astensioni.

Sulla mozione contro la negazione del massacro delle foibe i toni sono stati più accesi, sin dall’inizio, ma soprattutto dopo la definizione “tragico errore” utilizzata da Centi nella discussione dell’argomento. Dopo la presentazione della leghista Lorella Cozzani sono intervenuti il collega Simone Vatteroni, l’ex azzurro Fabio Cenerini, il totiano Oscar Teja e per il l’opposizione lo stesso Centi, il socialista Manfredini e Massimo Caratozzolo, neo acquisto di Forza Italia. Le conclusioni sono state affidate dal Carroccio a Federica Paita.
Nonostante i toni e il coinvolgimento (diretto o quasi) di alcuni esponenti del centrodestra, alla fine i voti a favore sono stati 22, ovvero quelli di tutti i presenti.

Due votazioni all’unanimità, anche se al momento dell’appello nominale per il voto della mozione di solidarietà (ben oltre le 00.30) si sono registrate 11 assenze, cinque in più rispetto all’altra, dovute a tre consiglieri di opposizione, uno di maggioranza e il sindaco. Ma dal centrodestra sono ugualmente partiti gli strali contro i consiglieri di centrosinistra assenti. A dimostrazione di quanto sul passato continuano a esserci divisioni di schieramento.

Le più classiche discussioni sui massimi sistemi, talvolta occasioni per rimarcare gli schieramenti e gli steccati, altre per affermare l’ovvio e trovare la condivisione dell’intera aula su questioni che se venissero messe seriamente in discussione varrebbero un Tso per i malcapitati. Ma qualcuno la chiama politica con la P maiuscola.
Nel frattempo su argomenti come Enel e nuovo ospedale tocca assistere ancora alla solita solfa. E alle prossime elezioni amministrative mancano solamente 12 mesi.

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