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Enel, Toti: "No a turbogas e a dialogo sinché ci sarà ambiguità"

La Regione assume una posizione di stallo mettendo in luce le differenti posizioni del centrosinistra tra Roma e territorio. Nel pomeriggio le associazioni ambientaliste sono state ascoltate in commissione comunale.

Centrale Enel

“Regione Liguria si allinea al parere negativo espresso dagli enti locali e non sarà disponibile a discutere ulteriormente di riconversione al turbogas, di compensazioni e ricadute territoriali fino a quando le stesse forze politiche che a Roma, con diversi ministri, hanno votato il piano energetico del Paese, con la proposta di riconversione dal carbone al turbogas quale transizione verso altre fonti di energia, non esprimeranno anche a livello locale spezzino il proprio supporto a quelle scelte, assunte dai loro partiti a livello nazionale. Regione Liguria tornerà a sedersi al tavolo una volta che verrà raggiunta una piena chiarezza istituzionale, superando ogni ambiguità. In caso contrario, la nostra posizione sarà allineata al parere negativo già espresso dagli enti territoriali”. E’ con questo arzigogolato intervento che il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dichiara la posizione di Regione Liguria sulla vicenda Enel alla Spezia, rilanciando verso il campo del centrosinistra la palla che tante volte si era trovata nel suo campo, con gli avversari politici intenti a cercare di mettere in luce le differenze tra la posizione del sindaco Peracchini e della maggioranza spezzina e quella dell’amministrazione regionale.
Ora, usando la stessa moneta, Toti punta il faro sulla dicotomia tra l’approvazione del Piano energetico nazionale sostenuta dai partiti di centrosinistra in parlamento e la ferma contrarietà all’installazione di un nuovo impianto a gas. Solo che il governatore ligure, sottolineando questa contraddizione e chiedendo di chiarirla pubblicamente, annuncia anche l’intenzione di non trattare più dell’argomento. Di fatto quella palla che rimbalzava da una parte all’altra Toti l’ha presa e se la vuole portar via.

Le parole del presidente della Regione sono successive alla riunione del Tavolo di aggiornamento sulla centrale Enel, presieduto dall’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, con la partecipazione dell’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone, dei sindaci della Spezia e Arcola, Pierluigi Peracchini e Monica Paganini, dei rappresentanti dei sindacati e di Confindustria.
Dichiarazioni che giungono alle redazioni a pochi minuti dalla conclusione della seduta della commissione comunale Controllo e garanzia riunita dalla presidente Dina Nobili su richiesta del commissario Massimo Baldino Caratozzolo, che in apertura aveva auspicato occasioni di incontro e dialogo che sono stati immediatamente stoppati da Toti.
Gli ospiti erano i rappresentanti delle associazioni ambientaliste Legambiente e Italia nostra e il giurista Marco Grondacci, che spesso le supporta con le sue consulenze.
Chiarito che la questione ha una valenza che va al di là del contesto locale, Grondacci ha chiaramente sostenuto che “coinvolge tutti: Governo, Regione, Provincia e Comuni”. “L’amministrazione comunale ha presentato osservazioni che reputo efficaci perché approfondiscono proprio gli aspetti legati al sistema energetico nazionale. Non è una questione solamente ambientale, e tanto meno si può accettare un confronto tra carbone e gas… Le alternative? Quelle proposte da Enel sono finte, invece devono essere realistiche, non piazzate lì per giustificare il proprio progetto”, ha spiegato sempre con riferimento alle osservazioni inviate a Roma da Palazzo civico. Grondacci ha poi posto l’attenzione sui tempi della Via, che si stanno allungando: “Se era necessario fare presto perché il procedimento non è stato inviato a Via ordinaria risparmiando mesi? Così come per i tempi legati al capacity market… ci sono cose che non tornano – ha aggiunto -.
Terna dice che mancano 500 MW nel Nord del Paese. Se andiamo a vedere bene ci sono progetti di centrali a gas da potenziare fermi da tempo nei cassetti del ministero. Perché?”. “Serve gioco di squadra, partendo dai Comuni, ma soprattutto con il sostegno della Regione e del Governo. Non è vero che la Regione può bloccare tutto, ma se dice no si può avviare un confronto”, ha concluso Grondacci, ignaro di quello che avrebbe dichiarato di lì a poco il presidente Toti.

Un breve scambio di opinioni tra Emanuele Corbani, Guido Melley e Caratozzolo sull’opportunità della convocazione della commissione e la parola è andata a Stefano Sarti, portavoce di Legambiente.
“Sarebbe stato interessante ascoltare la posizione del sindaco, che ha firmato la lettera che accompagna le osservazioni dell’amministrazione comunale. Così come vorremmo capire il ruolo della Regione: il parere espresso è interessante ma meriterebbe di essere approfondito. Servirebbe – ha riassunto Sarti – un giudizio politico di fondo con la negazione dell’intesa. La strada è quella. Legambiente è per l’efficientamento delle centrali a gas già esistenti, ma servirebbe una chiarezza maggiore anche sul fabbisogno energetico nazionale e su quale sia la quota che dovrebbe essere garantita dal gas”.
“La lamentela di Enel secondo cui senza la centrale spezzina non si potrebbe garantire la sicurezza del sistema nazionale sembra un po’ pretestuosa – ha proseguito Serena Spinato, per conto di Italia nostra -. Se questo è il nodo della vicenda dobbiamo cercare di smontarlo in tutti i modi. La nostra associazione è a favore del mini idroelettrico, del mini eolico, del solare… invece vediamo che da un paio d’anni la meta dello stop al carbone ci viene spostata in avanti sotto il naso”.

Melley ha sottolineato come Enel stia andando avanti sul progetto del turbogas, mentre non si predispone in alcun modo la dismissione del gruppo a carbone. “Siamo a sei mesi dalla fine del 2021. Altri, come il Comune di Arcola, si stanno muovendo. E pertanto chiedo ai colleghi di fare pressione sui consiglieri regionali perché ci sia il pronunciamento chiaro. E lo stesso vale per i parlamentari e il ministero”.
L’avvocato Laura Niggi ha ripercorso a grandi linee il contenuto delle osservazioni presentate al ministero in sede di Via, mentre Marco Raffaelli ha tirato nuovamente in ballo l’assenza del sindaco e il potere di veto della Regione. Lorenzo Forcieri, da ex presidente dell’Autorità portuale, ha detto di ricordare che la concessione del Molo Enel dovrebbe essere legata alla data del 2021 e dunque la centrale potrebbe rischiare di rimanere senza rifornimenti (che intanto arriveranno con due carboniere nelle prossime settimane) e ha sostenuto che a Vallegrande non dovrebbe essere consentita la produzione di energia, per non lasciare nessuno spiraglio futuro a nuove forme di inquinamento.
L’appello all’unità di Patrizia Saccone e la replica di Corbani a chi chiedeva notizie del sindaco (“risponderà nelle sedi opportune”) hanno introdotto l’ultimo intervento, da parte del commissario Fabio Cenerini: “Chiedete continuamente alla Regione di negare l’intesa. Ma se il governo non manda avanti la pratica non serve nessuna intesa. E chi se la prende sempre con la Regione è rappresentato al governo… che se bloccasse tutto non dovrebbe chiedere nessuna intesa a Genova”. Un ragionamento inattaccabile, che si è concretizzato poco dopo con la nota della Regione. Però al contrario.

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