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Accesso agli atti e gettone di presenza, regolamento nel mirino

Nel corso della seduta di ieri della I commissione i consiglieri si sono confrontati su due temi che ritornano periodicamente all'ordine del giorno.

Comune della Spezia

I problemi nell’accedere agli atti e ai documenti comunali lamentati a più riprese dai consiglieri di minoranza sono stati affrontati ieri pomeriggio nel corso della I commissione consiliare riunita online. Un dibattito sereno, che si è acceso sul finale toccando un altro dei temi ricorrenti di ogni consiliatura: il gettone di presenza, ovvero quella somma di denaro che viene riconosciuta ai consiglieri quanto prendono parte alle sedute di consiglio o di commissione.

La commissione era stata richiesta dalla consigliera di minoranza Federica Pecunia per avere delucidazioni in merito alle difficoltà riscontrate per accedere ad alcuni atti che le sarebbero stati negati.
Presenti anche il tecnico Luca Mozzachiodi e l’assessore Luca Piaggi che, nei rispettivi interventi, hanno ribadito alcuni aspetti del regolamento. Ed è stato, in particolare, l’assessore Piaggi a specificare la possibilità di intervenire per migliorarlo.
L’oggetto del contendere reano due articoli: il numero 13 e il 31. Il primo, a detta del consigliere Cenerini, risulta più limitante mentre il secondo permette un più ampio raggio d’azione dei consiglieri, sempre nel massimo rispetto delle clausole di riservatezza. Un controsenso, per il consigliere, che ha sottolineato la necessità di “rivedere un regolamento scritto con i piedi”.
Sul fatto che il regolamento per gli accessi abbia delle lacune è stato confermato da più fronti, anche dai commissari Umberto Costantini e Massimo Baldino, mentre il consigliere Emanuele Corbani ha chiesto alla consigliera Pecunia di contestualizzare meglio il problema anche per capire dove poter intervenire nel caso fosse necessario.
Non è tardato l’intervento di Pecunia la quale ha raccontato come le sia stato negato l’accesso agli atti del piano vendita dei 57 alloggi di edilizia residenziale pubblica nel Comune della Spezia e sulle vaccinazioni . “Vorrei capire – ha detto Pecunia – se per caso avessi sbagliato io nel formulare le domande. Perché non è possibile che se un atto è prodotto dal Comune non sia consultabile. Chiaro è che se c’è un vulnus nel regolamento va cambiato”.
Jessica De Muro ha chiesto chiarezza su una risposta che le venne data nel 2018: “Mi era stato detto che sarebbe stato adottato un software che però non è mai stato arrivato. Mi chiedevo cosa sia successo e come mai non siamo stati informati del prosieguo”.
A rispondere è stato Mozzachiodi: “Il software non è entrato in funzione perché presentava delle carenze, ma comunque non avrebbe particolarmente agevolato l’accesso agli atti”.
L’assessore Piaggi si è fatto carico di approfondire con i tecnici e il segretario regionale il tema del regolamento.

Ha chiesto nuovamente la parola Pecunia che non si è detta soddisfatta delle risposte ricevute: “L’accesso civico va bene, ma in quanto consigliere comunale se chiedo un dato sanitario e mi viene detto che devo rivolgermi ad Asl come libero cittadino, viene meno il mio ruolo di consigliere comunale. Certe notizie vengono apprese a mezzo stampa, senza dare la possibilità di approfondirle nelle commissioni. Queste situazioni ci costringono a fare un accesso agli atti quando ormai è troppo tardi. E’ questo che non funziona oltre al regolamento. O date il tempo ai consiglieri, a meno che non si scelga di scaldare la sedia ricoprendo un ruolo da volontari perché prendiamo un gettone al quale ho già detto che ero disponibile a rinunciare proprio per la modalità con cui questa giunta lavora. E’ necessario mettere mano al regolamento e noi non possiamo continuare a trovare ostacoli”.
Dal consigliere Lorenzo Forcieri è arrivata la proposta di far intervenire i funzionari competenti per ottenere un chiarimento sui due articoli.
Sempre sul tema degli accessi agli atti Melley ha aggiunto: “Il problema qui non sono tempi e procedure, ma di rispetto dei ruoli. Perché se si tratta di elementi rilevanti è buona norma che gli uffici del Comune si attivino fin dove possono operare. In più di un’occasione mi è stato scritto che, in qualità di consigliere comunale, mi sarei dovuto rivolgere direttamente ad altri enti: per me si tratta di una mancanza di collaborazione”.

Il tema sul gettone di presenza è rispuntato in chiusura del dibattito nelle parole dei consiglieri commissari Corbani e Cenerini.
“Io intervengo a tutela e difesa della professionalità nostra e dello staff del Comune – ha detto Corbani -. Siamo tutti esperti di gestione. Si è parlato sempre di più ipotizzando che su questa professionalità ci siano dubbi. Si è riparlato, un’altra volta, di gettoni di presenza: sono una parte fondante del rapporto di lavoro tra noi consiglieri e il Comune. Il gettone dà un significato concreto al fatto che questo rapporto c’è. Dire ‘rinunciamo al gettone’ è come voler sminuire il nostro lavoro, non lo accetto. Rispondo anche a Forcieri in merito a due commissioni al giorno: di commissioni se ne fanno quante ne servono, siamo al servizio dei cittadini. Infine su oggi: il Comune nei limiti di un documento è sempre disponibile. Non ritengo corretto che non bisogna fare una disanima di tutti i singoli casi: il Comune non è un data center”.
Pecunia risponde precisando che: “E’ stato proprio lei a chiedermi di dettagliare le mie difficoltà. Ho detto che siamo nel diritto di avere degli atti: tutto nella tutela della privacy. Non esiste che ci venga detto di fare accesso all’ente da liberi cittadini”.
L’ultimo intervento è di Fabio Cenerini: “I consiglieri devono avere il materiale, anche io quando ero in opposizione ho patito. Non si può dire di interpretare i regolamenti. Rispondo anche Forcieri: il 90 per cento delle richieste arrivano dall’opposizione. Spesso i consiglieri chiedono l’urgenza: noi gli veniamo incontro. Infine sul gettone di presenza sembra sempre che stiamo qua a rubare: io dedico ore del mio tempo alle commissione, ne faccio molte anche come capogruppo anche senza gettone. Alla capigruppo e nelle riunioni di maggioranza non è previsto: non mi sembra proprio che qui qualcuno voglia rubare qualcosa. Anche se ci colleghiamo da casa, il tempo, è sempre lo stesso. Ed è giusto che vi venga riconosciuto: sono 63.90 euro lordi che tu ci stia un’ora o sette ore in consiglio. Io avrò 8mila euro lordi. Chi vuole rinunciare al gettone può farlo, nessuno glielo vieta. Se la collega Pecunia ritiene che avere il gettone sia in debito, perché ci colleghiamo in video, è liberissima di farlo”.

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