LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
In attesa delle decisioni sul sequestro

Crollo a Pagliari, le aziende "in ostaggio": "Rimuovere il ponte il prima possibile"

L'appello del Consorzio nautico La Spezia e del centinaio di imprese dell'indotto. La presidente Maggiani: "Era appena iniziata la ripresa del lavoro in vista della stagione".

Federica Maggiani

A poche ore dalla rovinosa caduta del ponte mobile della Darsena di Pagliari durante le fasi di manovra è già il momento di pensare alle conseguenze di quanto accaduto. Accertato che non ci sono stati feriti e messa in sicurezza l’area con l’allontanamento dei residenti della palazzina di Viale San Bartolomeo 801, in questi istanti sono in corso le verifiche e i rilievi da parte dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco, della Polizia scientifica, della Guardia di finanza e degli stessi tecnici dell’Autorità di sistema portuale, ai quali questa mattina è stata richiesta tutta la documentazione relativa all’opera inaugurata nel marzo del 2010. Operazioni che porteranno il pm Claudia Merlino a decidere se sarà necessario porre sotto sequestro la struttura e le rampe di accesso oppure no.

Qualunque sia la decisione della magistratura, le ripercussioni più immediate e incisive sono quelle che subiranno le imprese che operano all’interno della darsena. La viabilità ordinaria non risentirà dell’interruzione di Viale San Bartolomeo grazie alla possibilità di costeggiare il perimetro dello specchio d’acqua. Un percorso di poche centinaia di metri che può essere svolto anche dai mezzi pesanti e dai trasporti eccezionali.
I problemi veri sono quelli delle aziende che non potranno entrare e uscire via mare sino a quando il ponte non sarà rimosso.
“Il manovratore del ponte non aveva rilevato nessun sintomo che potesse far pensare a un cedimento. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno, per il fatto che nessuno si sia fatto male – dichiara a CDS Federica Maggiani, presidente del Consorzio nautico La Spezia – ma ora c’è da considerare quello che questo disastro significa per le 16 aziende che operano all’interno della darsena. Comprendo le necessità di far chiarezza che potranno spingere la magistratura al sequestro, ma questo per noi è un guaio tremendo in un momento in cui si stava avviando una leggera ripresa e in un periodo dell’anno particolarmente pieno di lavoro. I clienti erano ritornati da poco… Chiediamo che si possa risolvere la situazione con tempi certi rimuovendo il ponte quanto prima”.

Sul posto si è portato anche Luca Erba, general manager del gruppo Valdettaro, che all’interno della Darsena Pagliari opera con il Cantiere Canaletti.
“Abbiamo vissuto una fase di depressione legata alla pandemia e ora, proprio in questo momento, ci sono molte barche pronte per la stagione che attendevano di essere varate, ma sino a quando il ponte rimarrà lì non ci potrà essere nessuna uscita in mare. Sappiamo bene che c’è l’ipotesi di un sequestro per accertare le cause e le eventuali responsabilità dell’accaduto, ma ci sono anche questioni legate alla sicurezza e all’occupazione che vanno tenute in considerazione. Bisogna evitare che il ponte e i piloni di sostegno collassino e cercare di rimuovere la struttura quanto prima, dando così alle imprese la possibilità di lavorare. Ci sono un centinaio di aziende dell’indotto che soffrono insieme a noi questo danno economico spaventoso. Siamo la città del Miglio Blu, un polo di primo piano della nautica e la prima provincia per incidenza dell’economia del mare, bisogna trovare una soluzione che tenga tutto insieme”.

Per avere risposte al loro appello nei tempi più brevi possibili, in attesa delle decisioni della Procura, le aziende guardano al sindaco Pierluigi Peracchini e al presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva, che hanno dialogato a lungo insieme al segretario generale dell’Adsp Francesco Di Sarcina a pochi metri dal punto del cedimento della struttura.

Più informazioni