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Preoccupano i tempi dell'antitrust sulla concessione

Costa sposta la prua verso le isole. Ma i veri problemi sono altri

La compagnia cancella gli scali dell'ammiraglia Costa Smeralda dalla fine di maggio a favore di Cagliari e Palermo: ci saranno 150mila passeggeri in meno, ma il 2020 sarà comunque l'anno con più ospiti per le navi del gruppo gialloblu in città.

Costa Smeralda

Si ridimensionano le previsioni del numero di passeggeri nel porto spezzino per il 2020, che rimarrà comunque l’anno migliore di sempre per quel che riguarda i flussi crocieristici. Dalla fine di maggio, infatti, Costa Smeralda, la nuova ammiraglia di Costa Crociere, interromperà gli scali al Molo Garibaldi per fare rotta su Cagliari e in seguito su Palermo. La notizia è stata comunicata oggi dalla compagnia genovese con una nota, motivando la decisione con la crescita del mercato nelle due isole.
“La Sicilia e la Sardegna sono due regioni dove la domanda di crociere Costa è in costante crescita. Le novità che abbiamo introdotto per gli itinerari 2020/21 – ha dichiarato Neil Palomba, direttore generale di Costa Crociere – consentiranno ai nostri clienti siciliani e sardi di partire comodamente da un porto vicino a casa per provare un prodotto davvero innovativo come quello di Costa Smeralda, che rappresenta il meglio dell’ospitalità italiana in crociera. Allo stesso tempo, per gli ospiti che imbarcheranno su Costa Smeralda da altri porti, Cagliari e Palermo rappresentano due destinazioni di grande attrattiva, che arricchiranno ulteriormente la loro esperienza di vacanza”.

Le previsioni totali dell’anno venturo dovranno quindi essere riviste al ribasso, passando da un milione e 50mila passeggeri a circa 900mila. Si tratta di stime non sempre affidabili, visto che si calcolano con navi a pieno carico, ma rendono l’idea di quello che è l’impatto della cancellazione di una ventina di toccate da parte dell’ultimo gioiello di Costa Crociere. Il gruppo, però, tiene a sottolineare che l’incidenza dei suoi scali nel porto spezzino sarà comunque di crescita rispetto al 2019, grazie ai primi cinque mesi dell’anno che vedranno ormeggiare al Garibaldi sia Costa Smeralda che la “gemella” Aida Nova (compagnia del gruppo Costa Crociere), che continuerà a scalare alla Spezia sino all’autunno.
“La Spezia è un porto strategico per lo sviluppo futuro del gruppo – commentano da Genova – che prevede l’arrivo di 7 nuove navi entro il 2023, di cui una già entrata in servizio. Abbiamo intenzione di fare investimenti a lungo termine su questo porto, come dimostra il fatto che ci siamo aggiudicati in via preliminare, insieme ad altre compagnie, la gestione dei servizi crociere, che prevede anche la costruzione di un nuovo terminal.
La nostra presenza in termini di scali e passeggeri sarà importante anche nel 2020, visto che porteremo alla Spezia le nostre nuove ammiraglie, Aida Nova e Costa Smeralda, le navi più grandi, innovative ed ecologiche (sono entrambe alimentate a Gnl, Ndr) della nostra flotta, per un totale di 54 scali. Dal 6 dicembre 2019 al 22 maggio 2020 a Costa Smeralda sarà alla Spezia tutti i venerdì, per un totale di 25 scali, mentre Aida Nova arriverà tutte le settimane dal 13 aprile al 27 ottobre, per un totale di 29 scali. In pratica rispetto al 2019 andremo comunque a incrementare la nostra presenza. Lo scorso anno, oltre ad Aida Nova, abbiamo portato Costa Fortuna per un totale di 15 scali. Nel 2020 avremo invece Costa Smeralda al posto di Costa Fortuna, con un notevole incremento in termini di passeggeri movimentati, dal momento che Costa Fortuna è una nave da 3.470 ospiti e Costa Smeralda da 6.654”.

Centocinquantamila passeggeri – teorici – in meno, dunque, ma quello che dovrebbe preoccupare maggiormente la comunità portuale, la città e chi vive di crociere o di turismo è il fatto che il 31 dicembre 2019 scadrà la proroga della concessione dei servizi di gestione delle crociere e di accoglienza dei passeggeri. Un asset contenuto nel project che Costa, Msc e Royal Caribbean si sono aggiudicate sette mesi or sono e che a oggi è in capo a Costa Crociere, che l’aveva ottenuto nel marzo del 2018, tre mesi prima di entrare a far parte di quello che oggi è un triumvirato.
Ed è proprio la composizione del Raggruppamento temporaneo di imprese tra i tre colossi del mare il motivo delle obiezioni che sono state mosse dall’antitrust. Il parere atteso da mesi si sarebbe incagliato su due aspetti, quello dell’ipotesi di cartello tra le tre compagnie, con il dubbio che altri marchi potrebbero essere penalizzati con il rifiuto degli ormeggi, e sul fatto che nello statuto del Rti sia previsto un meccanismo di veti incrociati, che secondo i commissari potrebbe comportare il rischio di paralisi del terminal.
Riguardo al primo punto il triumvirato ha spiegato alla Commissione europea che da regolamento l’ultima parola spetterà in ogni caso all’Autorità di sistema portuale, mentre riguardo al sistema dei veti sono i corso trattative e chiarimenti, cosa che in un primo momento sembrava addirittura da escludere di fronte alla rigidità delle compagnie su questo aspetto.
Il parere arriverà entro la fine dell’anno? E se non sarà così cosa accadrà? Una nuova proroga sembra poter andare contro il Codice degli appalti e i tempi per una nuova gara non ci sono. Non resta che sperare che tutto fili liscio, anche perché per il 3 gennaio è previsto lo scalo proprio da parte di Costa Smeralda…

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