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Una storia che meritava

Quando un gatto speciale diventa il protagonista di un libro

La storia di un micio sfortunato ma coraggioso, raccontata in un libro dalla sua autrice, Claudia Fachinetti, giornalista e scrittrice metà spezzina e metà milanese.

Claudia Fachinetti con Vito

In rete fanno furore. Basta mettere uno dei loro simpatici musetti qua e là ed è subito pioggia di like. È così che Claudia Fachinetti – scrittrice e giornalista spezzina, seppure a metà (nasce infatti a Milano e ora è lì che è tornata a lavorare per buona parte dell’anno) – ha conosciuto uno di loro, Vito, un gatto dalla vita tutt’altro che semplice tanto da essere diventato protagonista di un libro di successo: “Vito il gatto bionico”. Pubblicato da Battello a Vapore nel novembre del 2020, oltre alla firma di Claudia, porta anche quella delle sue due “mamme”, Silvia Gottardi e Linda Ronzoni, e sarà presentato il prossimo mercoledì 26 maggio alle ore 17.30 a Santo Stefano Magra, all’area Vaccari, da tempo destinata
all’intrattenimento culturale,

Chi è Vito?

“Vito è un gatto speciale, nato a San Vito Lo Capo, da cui il suo nome, 7 anni fa e trasferitosi prima in Trentino e poi a Milano. Due anni e mezzo fa, qualche giorno prima di Natale, ha avuto un incidente rimanendo gravemente ferito alle zampe posteriori, tanto che gli sono state amputate. Le sue mamme non si sono arrese all’idea di farlo sopprimere e hanno tentato il tutto e per tutto affidandosi a un veterinario ortopedico che ha proposto loro un intervento mai provato su un gatto: la sostituzione delle zampine posteriori con due protesi di acciaio. E così Vito è diventato il primo gatto in Europa protagonista di un intervento del genere. L’operazione è riuscita benissimo e sicuramente ha contribuito la grande voglia di Vito di rimettersi in piedi, adattandosi perfettamente alle nuove zampine di acciaio. Le protesi sono fisse, non le toglie mai, tranne per i controlli periodici dal veterinario e ha riacquistato una mobilità quasi completa. L’unica cosa che non può fare è saltare dal basso verso l’alto, ma anche in questo caso ha trovato il modo per farsi capire: gli basta miagolare un po’ e le sue mamme umane lo mettono dove vuole!”

Come sei venuta a contatto con questa storia?
“L’ho scoperta in rete, su Instagram dove da tempo Vito è una star. Il suo profilo è “Vituzzo Superstar”, era già molto seguito un paio di anni fa, quando l’ho conosciuto io, tanto che Vanity Fair gli ha addirittura dedicato un servizio fotografico! Così ho contattato le sue proprietarie per provare a farne un libro per bambini. Ho capito subito quanto questo gatto lanciasse un messaggio positivo e importante per loro, dato che Vito è la dimostrazione di quanto si debba gioire di quello che si ha, senza piangersi addosso o abbattersi per quello che ci manca o non abbiamo più. Anche dopo l’incidente Vito è rimasto il gatto dominante che era prima, si è adattato alla sua nuova condizione senza rinunciare alla sua voglia di fare e di vivere. È tuttora il boss del quartiere”.

Ci racconti qualcosa del libro?
“Il libro racconta la storia di Vito prima e dopo l’incidente attraverso le parole di Amelie, una bimba esistente, figlia di amici della coppia di mamme di Vito e che all’epoca dei fatti, e cioè quando Vito ha avuto l’incidente, è stata lei stessa vittima di un incidente in moto, rischiando di perdere un braccio. Raccontare a dei bambini una storia vera con le parole di un’altra bambina ci è sembrata la scelta più giusta, non solo per il legame reale con il gatto – Amelie è anche vicina di casa di Vito e possiede un cane, Ragù, amico del micio bionico – ma anche perché l’immedesimazione nella lettura è
fondamentale per i bambini. E qui arriviamo ai trucchi del mestiere di scrittore”.

Qual è il segreto per un libro di successo?
“Ci sono vari elementi. Sicuramente per scrivere un libro di successo è necessario creare un personaggio che sappia conquistare il cuore dei bambini. Anche raccontare storie vere aiuta, soprattutto storie che contengono messaggi positivi di cui i ragazzi hanno tanto bisogno”.

Come si diventa scrittori?
“I ragazzi e i bambini che incontro mi fanno spesso questa domanda e io rispondo sempre che prima di diventare scrittori, bisogna diventare lettori”.

La rete ha diminuito la nostra capacità di concentrazione, i social distraggono dalla lettura approfondita. Pensi che i ragazzi di oggi siano buoni lettori?
“I ragazzi leggono se hanno un buon esempio in casa e buoni insegnanti che sappiano stimolarli. Queste sono sicuramente le prima lezioni da imparare se vogliamo che i nostri figli leggano”.

Se già l’editoria vacillava prima, oggi, in tempo di pandemia, cos’è successo?
“Posso parlare di quello che conosco io. Credo ci sia una produzione eccessiva, tanti libri che escono, non conta come vanno, ma quanti sono, il che è un po’ assurdo. In questi mesi poi, gli scrittori per ragazzi, me compresa, hanno dovuto rinunciare al contatto con il loro pubblico, fondamentale per i più giovani. Se gli incontri dal vivo sono importanti per tutti, scrittori e lettori, con i bambini lo sono ancora di più: loro hanno bisogno di partecipare attivamente, fare domande, non per forza sulla storia che proponi ma anche su di te che la racconti. Molte scuole si sono attrezzate con gli incontri online, ma nonostante la buona volontà dei docenti, non è stato facilissimo e l’editoria ne ha risentito parecchio. Ora però le cose dovrebbero migliorare. Proprio pochi giorni fa ho fatto il mio primo incontro in presenza ed è stata tutta un’altra cosa”.

Annamaria Giannetto Pini

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