La Spezia - Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019. Il 23 febbraio 2020, cioè un anno fa esatto, le prime concrete avvisaglie di coronavirus in Liguria portarono ai primi veri divieti che ci stiamo ancora portando appresso: la sospensione di manifestazioni, dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole e dei viaggi di istruzione, la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei, dei concorsi e delle attività degli uffici pubblici, la quarantena con sorveglianza attiva a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus, la sospensione dell’attività lavorativa per alcune tipologie di impresa e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciale, la possibilità che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, la limitazione all’accesso o la sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone, salvo specifiche deroghe.
Contenere il virus era ed è ancora oggi la sfida più significativa, ancora tutta da vincere: anche con un vaccino che fatica ad arrivare a tutti nel breve volgere, anche e soprattutto per via delle varianti al virus che complicano tutto. Il tempo spesso ci sembra passare veloce davanti ai nostri occhi con quel bagaglio ineludibile di rimorsi che ci portiamo sino in fondo ai nostri giorni. Guardandosi attorno, non è il caso questa volta: sono stati dodici mesi lunghissimi, difficilissimi e purtroppo non sufficienti a mettersi alle spalle tutto il dolore che abbiamo e stiamo ancora accumulando. Dodici mesi cadenzati più dai dpcm che dalle stagioni, più dai colori delle zone che a quelli delle allerte: di sicuro ha lasciato e lascerà dei segni che arriveranno ai posteri e abbiamo ampiamente compreso che non sarà soltanto una veloce parentesi della storia: si è già perso tanto, troppo.
Quel giorno di un anno fa era domenica e la Liguria dovette fare i conti, per la prima volta, con una pandemia che doveva ancora arrivare: anche alla Spezia furono chiuse le università e sospese lezioni ed esami, anche qui i cittadini fecero scorta di farina e cibo in scatola, così come di gel e mascherine, se trovate, Anche qui il settore turistico si era messo in attesa ancora speranzoso visto che "ci sono state pochissime disdette". E invece sappiamo com'è andata. Di fatto le scuole sono state chiuse dal giorno seguente, in seguito ai provvedimenti adottati alle ore precedenti dal Governo e dalle Regioni del nord, così vicine alla piccola Liguria. E ricordate Codogno e l'obbligo di dimora imposto ad alcuni cittadini levantesi che si erano recati qualche tempo prima nella cittadina lombarda? E che dire delle nove persone della stessa Codogno in isolamento a Montemarcello? Fu l'inizio del tutto anche se in Liguria i casi veri e proprio, il famoso cluster di Alessio, sarebbero arrivati più tardi. Come del resto il lockdown nazionale.