La Spezia - "Di qualche giorno fa il nostro invito pubblico al sindaco Peracchini di convocare la Conferenza dei sindaci di Asl 5 per discutere delle modalità di finanziamento del Nuovo Felettino, finanziamento che la Regione vorrebbe in parte (per 86 milioni) affidare ad un partenariato con i privati. Sulla stessa nostra linea ci pare la relazione del procuratore presso la Corte dei conti ligure che, per l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario (5 marzo), si è espresso sul tema". Lo affermano in una nota i membri dell'associazione Manifesto per la sanità locale, riportando proprio le parole del procuratore della Corte dei conti.
“Per quanto concerne la costruzione del nuovo ospedale della Spezia – Felettino finanziato con decreto dell’8.04.2014 per un importo complessivo di euro 175.050.000,00, di cui 119.917.096,42 a carico dello Stato, risultano pagamenti, alla data del 31.12.2018, per euro 10.770.880,60 e, quindi, per il solo 9% dell’importo totale...
Occorre, peraltro, tenere a mente - scrive il procuratore - che l’opera risulta essere stata progettata e finanziata già dall’anno 2000 e che, nel corso del 2019, la Regione ha deciso, unilateralmente (tramite la società partecipata Ire, ndr), di recedere dal contratto concluso con l’aggiudicataria e che attualmente, fra le parti, pende un contenzioso. Quindi la costruzione dell’opera si è nuovamente fermata. Ritiene la Procura che la Regione, al di là della idoneità e della attendibilità delle fonti di copertura dell’opera pubblica in questione, dovrebbe valutare attentamente la convenienza complessiva dell’operazione nei termini che sono stati fissati, onde evitare di continuare di porre a carico della collettività ulteriori oneri senza alcun ritorno economico; ciò nella piena consapevolezza da parte di questa Procura della necessità per l’estremo levante ligure di dotarsi di una struttura pubblica, anche per ridurre l’inevitabile fuga dei cittadini spezzini che, per curarsi, sono costretti ad emigrare verso altre regioni”.
"Da non sottacere - proseguono dal Manifesto per la sanità locale - le “bacchettate” che il Procuratore ha rivolto proprio verso le società partecipate della Regione (in particolare Filse, Ips e Ire): “...La Regione elude l’obbligo di ricorrere al mercato affidando le consulenze alle proprie società in house, le quali, a loro volta, le affidano all’esterno.
In questo modo, la Regione elude, da un lato, le norme del Codice degli appalti, o quelle dell’articolo 7 del D. Lgs n. 165/2001, a seconda dell’oggetto del singolo incarico, dall’altro lato elude il vincolo di finanza pubblica relativo al rispetto del limite massimo degli importi delle consulenze, art. 6, commi 6/ 10, 12/14 D.L. 78/201038... La Regione, infatti, si avvale delle proprie società in house per lo svolgimento di attività ordinarie che sarebbero di diretta competenza degli uffici regionali... In sostanza la Procura ha espressamente fatto presente che, sistematicamente, la Regione utilizza Filse quale soggetto interposto per raggiungere risultati che, alla Regione medesima, sarebbero vietati; dando luogo, pertanto, ad un fenomeno palesemente elusivo, posto in essere attraverso lo strumento societario... Proprio sotto questo profilo si connota una operazione sintomatica, quella di aggregazione Ire -Ips S.c.p.A., sulla quale si condividono pienamente le conclusioni cui è giunta la sezione…”.
Il Manifesto per la sanità locale conclude con una domanda rivolta a Peracchini: "Sono sufficienti o no, caro sindaco, questi richiami per ridiscutere del finanziamento del nuovo Felettino?".