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Atc ai sindacati: "Se vogliono minare l’affidamento del servizio abbiano il coraggio di dirlo"

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“Lungi dal voler addossare colpe a chicchessia, riteniamo doveroso ricostruire quanto sta accadendo in queste ore tramite una rappresentazione dei fatti corretta e non distorta.
La proclamazione dello sciopero da parte delle organizzazioni sindacali di Atc Esercizio è un atto assolutamente legittimo sotto il profilo giuridico ma, riteniamo, inopportuno e strumentale”. Lo afferma in una nota Atc Esercizio, rispondendo alle dichiarazioni rese dai sindacati nell’annunciare lo sciopero di 4 ore proclamato per martedì 12 novembre.

“E’ inopportuno per quanto riguarda la tempistica perché si determina a ridosso degli atti finali e definitivi per l’ottenimento dell’affidamento in house mettendolo così a rischio.
Strumentale perché le rivendicazioni dei sindacati sono evidentemente talmente sproporzionate in termini economici che, non solo non possono essere accolte tout court, ma esse stesse determinano l’insostenibilità del Piano industriale su cui si basa l’affidamento in house del servizio, dunque appare evidente che lo stato di agitazione sottende a qualcos’altro. Se l’intento è mettere in discussione o minare il nuovo affidamento del servizio però bisogna avere l’onestà intellettuale, non solo di dirlo chiaramente, in primis ai lavoratori, ma anche di assumersene la responsabilità.
Perché – prosegue l’azienda – bisogna dirlo una volta per tutte: o c’è l’affidamento in house o ci sono le gare. O il Piano industriale mantiene la propria sostenibilità economica o ci sono le gare. E se ci sono le gare si metta in conto la possibilità di un subentro del “privato”. Le organizzazioni sindacali, quando faranno le assemblee con i propri iscritti, raccontino tutta la vicenda dall’inizio e non solo parti a loro comode.
Si racconti quali erano stati gli investimenti sul parco mezzi negl’ultimi dieci anni: zero. E si dica che il “vituperato” Piano industriale prevede investimenti per 36 milioni di euro e il rinnovo quasi totale del parco mezzi tramite l’acquisto di oltre 180 nuovi bus. Si giustifichi perché per anni il sindacato ha taciuto di fronte a un impoverimento progressivo della società e ora che con fatica si risale la china, grazie ad una riorganizzazione dell’azienda che non ha minimamente eroso i diritti, si grida allo scandalo e si proclama uno sciopero.
Si spieghi, visto che alla base della protesta pare di capire ci sia anche il mancato riconoscimento di un premio di produzione, che laddove gli affidamenti si sono determinati tramite gara i subentranti, in più di un’occasione, hanno disdettato gli accordi economici di 2° Livello, come previsto peraltro dalle norme.
Si dica infine che il Piano economico finanziario prevedeva sin dall’inizio l’erogazione di un premio di produzione e che l’azienda non ha rigettato le richieste delle organizzazioni sindacali, ma ha chiesto solamente un ragionevole lasso di tempo per formulare una proposta compatibile con i conti aziendali in fase definitiva di elaborazione. Quando avremo contezza che i fatti verranno rappresentati in tutta la loro interezza, ognuno sarà libero responsabilmente di fare le proprie scelte; sino ad allora permetteteci di pensare che la mistificazione della realtà sta avvenendo, peraltro a nostro avviso immotivatamente, da parte delle sigle. Per dover di cronaca ricordiamo che l’amministratore delegato non era presente alla riunione del 28 ottobre poiché le stesse organizzazioni avevano già annunciato, per iscritto, che ritenevano chiuse negativamente le procedure di conciliazione e dunque l’incontro era esclusivamente finalizzato alla chiusura formale di quanto previsto dalla legge. Atc, dal canto proprio, sta continuando ad elaborare e aggiornare i dati per ridefinire al più presto la previsione di bilancio 2019”, conclude l’azienda.

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