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Cultura e Spettacolo

Speranza e declino, al Parco Shelley il racconto degli anni ’60

Parco Shelley

L’Associazione culturale Mediterraneo e la Società marittima di mutuo soccorso di Lerici martedì 21 luglio alle ore 21 al Parco Shelley di San Terenzo organizzano l’incontro sul tema “Gli anni Sessanta tra speranza e inizio del declino”, patrocinato dal Comune.
Saluti e presentazione di Bernardo Ratti, Presidente Società Marittima di Mutuo Soccorso.
Parteciperanno Giorgio Pagano, autore, con Maria Cristina Mirabello, del primo volume -intitolato “Dai moti del 1960 al Maggio 1968”- del libro “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”, e Bruno Arpaia, autore del libro “Il fantasma dei fatti”.
Introdurrà la scrittrice Susanna Raule. Il secondo volume del libro di Pagano e Mirabello uscirà in autunno con il titolo “Dalla primavera di Praga all’Autunno caldo”. Il primo volume contiene i Racconti. 1960-giugno 1968, le Immagini. 1952-giugno 1968 e i Documenti. Lerici è tra le protagoniste del libro: con i racconti sull’Ostello della Gioventù e su Madì, “la regina dei nomadi”, sul poeta della Serra Paolo Bertolani, sulle lotte operaie alla Pertusola, sulle iniziative culturali del Circolo La Carpaneta, fondato da Enrico Calzolari, e del Circolo Pozzuolo, sulla nascita della Scuola Alberghiera, nonché con le tante immagini d’epoca.
Nella Prefazione lo storico Paolo Pezzino ha scritto:
“L’opera si segnala per l’utilizzazione di 330 testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto le vicende degli anni Sessanta in provincia della Spezia (più quelle dei due autori). Le testimonianze non sono riportate nella loro integralità, ma inserite con frammenti all’interno della narrazione storica. Questa scelta consente di adottare uno stile di racconto coinvolgente e vivace, che fa sì parlare i testimoni, ma dà rilevanza e significato ai loro racconti all’interno di un contesto narrativo.
Altra caratteristica dell’opera è lo spettro veramente impressionante degli argomenti trattati: non ci si limita infatti agli aspetti più evidenti delle lotte sindacali degli operai, del movimento degli studenti, dei rapidi mutamenti del mondo politico, ma si prendono in considerazione anche l’evoluzione del costume, della cultura artistica e musicale, dei quadri ideologici, delle pratiche religiose.
I due volumi sono poi corredati da importanti apparati: una cronologia internazionale e nazionale, oltre che locale, appendici documentarie, le schede biografiche dei testimoni, e le fotografie, che fanno parte a pieno titolo dell’interpretazione e della narrazione storiografica.
In conclusione un’opera monumentale che restituisce alla Spezia, importante città industriale, il ruolo di primo piano che le spetta nel quadro dei sovvertimenti politico-sociali ed economici degli anni Sessanta”.
“Il fantasma dei fatti” di Bruno Arpaia è invece un romanzo; un libro avvincente, che ci trascina negli intrighi della politica italiana dal 1959 al 1963, nel mistero di due morti sospette: quelle di Enrico Mattei, fondatore di ENI, e Mario Tchou, ingegnere e collaboratore di Adriano Olivetti, e nei processi a Felice Ippolito, Segretario generale del Comitato nazionale per l’energia nucleare CNEN, e a Domenico Marotta, inventore del primo microscopio elettronico e direttore dell’Istituto Superiore di Sanità. Con questi uomini l’Italia era all’avanguardia su tutto, sarebbe potuta diventare un grande potenza internazionale. Poi la tempesta perfetta, così perfetta che qualcuno ipotizzò l’idea di un complotto internazionale ai danni del nostro Paese. Due morti eccellenti e due arresti clamorosi. In soli quattro anni era sparito del tutto il dominio italiano nella tecnologia, nell’indipendenza energetica, nella medicina. Questi sono i fatti su cui Arpaia sviluppa il suo romanzo, che ha due piani: è una inchiesta d’archivio ed è una fiction ricca di suspence, che se pur plausibile non ha completa rispondenza con la realtà.

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