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"progetto elettorale?"

"Il sindaco continua a sminuire i cittadini. Contro i pontili oltre mille firme"

Il fronte del no alla riqualificazione della rada di Lerici replica alle dichiarazioni del primo cittadino.

Lerici, raccolta firme della Marittima contro i pontili

“Riteniamo grave che il sindaco asserisca che l’attuale progetto definitivo, già approvato dalla giunta comunale e pagato, in realtà non sia il progetto definitivo, bensì un progetto di massima necessario per essere presentato alle elezioni amministrative del 2020”. Lo si legge nella nota diffusa dal consigliere comunale Bernardo Ratti, dalla presidente del Comitato che si oppone ai pontili, Elena Darosi, e da Giovanni Cortelezzi, alla guida del circolo lericino di Legambiente, i quali intervengono a nome del fronte che si oppone al progetto di riqualificazione della rada. “La gravità – proseguono, andando a ribattere a una recente video intervista – sta nel fatto che il definitivo attuale, di cui si parla da mesi, è indicato come definitivo, inviatoci dal responsabile del Servizio Lavori pubblici in risposta a una richiesta ufficiale protocollata di accesso agli atti. Quanto in esso contenuto, in base alle parole del sindaco, dovrebbe essere revisionato. Dovrà essere integrato con una nuova progettazione e, di conseguenza, si andrà incontro a un prevedibile e ulteriore esborso di denaro da parte di tutti i cittadini. Salvo sia solo un aggiustamento. Tra il 2016 e il 2020 sono stati presentati già ben due progetti, e il prossimo sarebbe quindi il terzo. Grave anche l’affermazione di progetto di massima per le elezioni: perché il progetto è stato deliberato dalla giunta; perché ai cittadini, prima delle elezioni, non è stato dato alcun ragguaglio in merito. Esistono quindi progetti ‘elettorali’? In ogni caso, non pensiamo che possa trattarsi di variazione ‘sostanziale’ ma dello stesso progetto con qualche ‘aggiustamento’ in corsa”.

“Il sindaco, finalmente – proseguono -, ammette la vera natura dell’intervento, ossia la realizzazione di un porticciolo che possa razionalizzare e meglio riorganizzare la rada di Lerici ora utilizzata come un deposito e parcheggio di barche: non quindi un semplice trasferimento di barche da gavitello a pontile, come sempre affermato. Ciò porta a considerare la poca trasparenza rispetto a quanto ripetuto da anni ai suoi concittadini. Ora si parla chiaramente di porticciolo turistico. Non si comprende l’esigenza di razionalizzare e di riorganizzare. Da migliorare certamente i servizi, ma la rada, pur con tante barche, non è disorganizzata, è gestita bene dalle associazioni e necessita di servizi, pulizia e migliore qualità delle acque. Una vera nautica sociale che il sindaco continua a svilire. E per quanto riguarda i servizi igienici posizionati sulla scogliera di fronte al Bar Costa, anch’essi sono previsti nell’attuale progetto definitivo deliberato dalla giunta e pagato al progettista, non sono un’invenzione. Viene da pensare che il passo indietro relativo allo spostamento dei servizi igienici dalla scogliera, sia dovuto all’indignazione dei cittadini al riguardo, non già per convinzione. Evidenziamo che i servizi igienici non saranno servizi ma saranno a servizio dei sub concessionari dei posti a pontile e, di fatto, privati”.

Ratti, Darosi e Cortellezzi chiedono al sindaco “quanto tempo le zone limitrofe alla realizzazione del progetto e il centro del paese saranno non praticabili? Nel progetto definitivo si parla di 11 mesi (a nostro avviso si andrebbe ben oltre l’anno) con rada, calate e lungomare che saranno un immenso cantiere, con problematiche importanti. Come si intende bonificare il fondale, andando a ripulirlo dai probabili ordigni bellici? Parte del borgo potrebbe essere probabilmente evacuata, ma in che modo? Dove si intendono trasferire le barche in rada nel momento in cui verranno eseguiti i lavori? Chi pagherebbe gli alaggi e, nel caso, i rimessaggi? Un disagio subito da tutta la cittadinanza, dai turisti e dai villeggianti” . E aggiungono: “Il sindaco afferma che l’ing. Benassai dell’ Università di Napoli conosce meglio di chiunque altro la rada di Lerici. Nessuno mette in dubbio la competenza dell’ingegnere e del suo studio, ma la rada è sicuramente conosciuta parimenti e anche maggiormente da chi la vive da sempre. Ci chiediamo la ragione, ad esempio, per cui non siano mai state prese, in questi ultimi 20 anni, misure strumentali sulle altezze d’onda all’interno della rada, utilizzando invece solo modelli matematici su dati forniti dall’ondametro di Ispra posizionato un tempo fuori dal Tino. Sono stati utilizzati i dati dal 1989 al 2009 tenendo conto che tale ondametro non è più in funzione dal 2014 e che, anche precedentemente a tale periodo, le misure di tale boa dopo il 2001 sono state spesso poco considerate a fini statistici in quanto disperse e caratterizzate da numerose interruzioni. Infine, perché nei progetti non è mai stata calcolata la massima penetrazione del moto ondoso tra i 230° e i 240°? Il sindaco è così tranquillo da affidarsi a calcoli così datati, ignorando la tropicalizzazione del meteo di questi ultimi anni, (anni non computati) con aumento per quantità e forza delle mareggiate? Probabilmente i lericini e gli eventuali fruitori dei pontili vorrebbero maggiori assicurazioni in merito. E quali interventi reali pensa di effettuare a carico della scogliera? Cosa si intende per ‘rifiorimento’ della diga? Il rischio che la baia sia snaturata nelle sue caratteristiche è reale. Perché, invece, non valutare l’utilità di un riposizionamento della scogliera con spazi sott’acqua per aumentare il ricircolo e provare a frenare il fenomeno dell’insabbiamento?”.

“Il sindaco – prosegue l’intervento – continua a sminuire i concittadini, parecchie centinaia, che hanno una diversa opinione e che nutrono lecite preoccupazioni. Non si comprendono i commenti denigratori nei confronti di una nostra rispettabile concittadina, da sempre impegnata in campo ambientalista in maniera propositiva (Tiziana Cima, ndr), e quelli rivolti a un’ex assessora (Olga Tartarini, ndr), quasi fosse una colpa e non un pregio nutrire senso civico per il proprio paese. Oppure considerare non corretto un consigliere comunale (Ratti, ndr), colpevole, secondo il sindaco, di aver organizzato la raccolta firme, senza passare dal consiglio, quando dovrebbe sapere che il consigliere comunale, eletto lo scorso settembre, sono vent’anni che si occupa della rada. La raccolta firme è un’iniziativa di oltre un anno fa, non di ora, iniziata e sospesa a causa del Covid-19 e poi ripresa ex novo circa due mesi mesi fa. Perché poi un consigliere comunale non dovrebbe organizzare simili iniziative, riguardo a un problema peraltro già discusso dallo stesso in sede consiliare?”. Quindi la chiusura: “Abbiamo raggiunto e oltrepassato le mille firme che ci eravamo prefissati, a dimostrazione del fatto che questo progetto non è condiviso da tutta la cittadinanza residente. Invitiamo pertanto, ancora una volta, il sindaco a ritornare sui suoi passi per il bene di Lerici. Un buon amministratore, che non dubitiamo egli sia, deve dare ascolto a tutti. Siamo disponibili a un confronto con lui e con i progettisti”.

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