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Taglio prima lamiera entro l'anno

"Fremm all’Egitto, altre due fregate per la Marina militare entro il 2024"

Il ministro Guerini alla commissione Regeni. "Lo sviluppo di ulteriori relazioni non sarà freno alla ricerca della verità".

Lorenzo Guerini e una FREMM

“Nel caso la cessione delle due navi alla marina egiziana andasse in porto, Fincantieri procederà alla produzione di ulteriore due FREMM per la Marina Militare italiana con il taglio delle due lamiere che avverrebbe entro la fine dell’anno”. Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è espresso nelle scorse ore durante un’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Un colloquio di tre quarti d’ora che lascia trasparire come un accordo per la cessione della nona e decima fregata, inizialmente destinate alle forze armate nostrane all’interno della Legge Navale, possa essere ormai vicino.
Le due unità d’altura, che portano il nome di Spartaco Schergat ed Emilio Bianchi, già arrivate allo stabilimento del Muggiano per il completamento, saranno quindi rimpiazzate con altrettante navi da consegnarsi entro il 2024. “Il 21 febbraio 2020 Fincantieri ha individuato nello Schergat e nel Bianchi le navi oggetto di potenziale vendita all’Egitto – ha ricordato Guerini -. E’ seguita la richiesta di poter proseguire le trattative al ministero della Difesa. Lo Stato Maggiore Difesa il 27 marzo ha espresso parere favorevole dopo un’analisi dei profili tecnici e di sicurezza per il nostro Paese, prescrivendo limitazione in merito ai sistemi d’arma da fornire all’Egitto e con la condizionalità di reintegrare entro il 2024 la Marina Militare di altre due unità di ultima generazione”.

Il programma FREMM sarebbe dunque solo procrastinato e non accorciato grazie ad un credito riconosciuto da Fincantieri alla Marina militare. In più l’azienda stessa si occuperà di estendere dell’operatività delle vecchie classe Maestrale, che rimarranno dunque in linea fino al completamento delle due ulteriori fregate. La commissione era ovviamente anche interessata a capire le ricadute che l’affare FREMM potrà affare sull’inchiesta che tenta di gettare luce sulla vicenda di Giulio Regeni ad oltre quattro anni e mezzo dall’assassinio avvenuto al Cairo. “La Difesa in questi anni ha diradato le relazioni bilaterali con gli omologhi egiziani: visite, scambi di personale, occasioni di addestramento ed escludendo quelle di potenziale attenzione mediatica e alto valore operativo – ha ricordato Guerini -. Da 35 attività congiunte che venivano svolte nel 2015 siamo passati oggi a dieci. E nessuna riguarda nel forze di polizia egiziana”.
Una concessione da evitare all’Egitto, interlocutore fondamentale dell’Italian nell’ambito della politica energetica e commerciale come nella questione libica, oppure un viatico per un rafforzamento dei rapporti che avvicini una soluzione al caso Regeni? Il ministro è prudente: “Credo che lo sviluppo ulteriore di relazioni non sia un elemento di freno alla ricerca della verità sulla vicenda di Giulio Regeni”. dice, ricordando l’evidente mancanza di passi in avanti nella collaborazione dal punto di vista giudiziario con l’Egitto. “Nella fase in cui l’Italia ha raffreddato il proprio rapporto con l’Egitto ci sono state accelerazioni, anche dal punto di vista commerciale, con altri Paesi alcuni alleati dell’Italia – ha ricordato anche -. La scomparso di Giulio Regni è una ferita che non si potrà mai rimarginare e che potrà solo essere lenito quando sarà trovata la verità”.

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