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Decima edizione

Luoghi del cuore del Fai, sale l’attesa per San Michele

Imminente la presentazione della classifica definitiva dell'ormai tradizionale concorso per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

L'abside restaurata di San Michele Arcangelo

Giovedì 25 febbraio verrà resa nota la classifica definitiva della decima edizione del censimento dei Luoghi del cuore Fai. Ancora una volta l’antica chiesa di San Michele a Pegazzano rientra tra i papabili per le posizioni di vertice. Nella classifica provvisoria stilata a dicembre, infatti, si trova al sesto posto e rientra a pieno titolo tra i beni da salvaguardare, proteggere e valorizzare.

Al primo posto c’è la Ferrovia delle Meraviglie Cuneo-Ventimiglia-Nizza. Si tratta di una ferrovia pensata e realizzata quasi due secoli fa per unire l’Italia alla Francia, il Piemonte alla Liguria e i monti al mare. Sulle sue sinuose rotaie si intraprende un viaggio di oltre 100 chilometri che consente di scoprire paesaggi meravigliosi: dal finestrino si possono ammirare la pianura piemontese, le coste della Liguria di Ponente, la Costa Azzurra francese e i parchi naturali delle Alpi Marittime e del Mercantour.
Seconda posizione nella classifica provvisoria per il Castello e il Parco di Sammezzano a Leccio, frazione del Comune di Regello che dista circa 30 chilometri da Firenze. In questo splendido castello della Toscana ci sono degli evidenti richiami ai capolavori architettonici dell’arte moresca come l’Alahambra di Granada e il Taj Mahal in India. In ogni sala si trovano scritte e motti in latino, italiano e spagnolo e le stanze, meravigliose, regalano giochi di luce suggestivi grazie ai loro colori sorprendenti.
Al terzo posto c’è il Castello di Brescia, città che insieme a Bergamo è sta scelta come Capitale della cultura del 2023. Questo castello medievale sorge sulle pendici del Colle Cidneo. L’edificio è vasto e articolato e racchiude diverse testimonianze architettoniche che testimoniano l’antichissima funzione difensiva del colle e il suo legame con le origini della città.
La quarta posizione della classifica provvisoria è occupata dal progetto culturale della Via delle Collegiate, ideato dai parroci di San Giorgio, Santa Maria di Betlem e San Pietro per promuovere il patrimonio culturale e religioso di Modica, in provincia di Ragusa. La via delle Collegiate si propone come strumento pratico per la conservazione e la valorizzazione dell’importante eredità culturale della Sicilia, così da renderla fruibile a tutti.
Al quinto posto della classifica provvisoria c’è il Ponte dell’Acquedotto di Gravina in Puglia. Si tratta di un’antica e importante struttura ad archi che raggiunge l’altezza di 37 metri. Il ponte collega le due sponde del torrente Gravina e venne costruito per permettere l’attraversamento del Crapo, l’antico nome del torrente Gravina, e consentire ai fedeli di raggiungere facilmente la chiesa della Madonna della Stella.

Al sesto posto, come detto, c’è la chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano.
La Chiesa di San Michele Arcangelo, in via della Croce a La Spezia, sulle ultime propaggini del monte S. Croce, costituisce uno dei pochi monumenti medievali rimasti nella città.
Costruita nel 1348 e dedicata nell’anno seguente, la chiesa apparteneva alla comunità di Pegazzano, insediata in quello che a quel tempo era uno dei vari borghi della piana spezzina, sulla via commerciale che dal mare conduceva a Biassa e a Carpena.
L’edificio mostra tuttora dettagli architettonici gotici. L’arco ogivale d’ingresso, in arenaria, racchiude una lunetta con resti di un affresco dedicato all’Arcangelo Michele.
In origine la facciata recava un campanile a vela, di cui sono state trovate le tracce, e che fu abolito quando fu costruita la torre campanaria, nel XV secolo o prima metà del XVI secolo.
La controfacciata presenta anche elementi romanici e, sopra il portale, è caratterizzata da una croce lucifera ricavata nello spessore della muratura.
L’impianto architettonico interno è costituito da un ambiente a navata unica con monofore trecentesche, chiusa al fondo dall’abside e con tetto a capriate.
Resti di intonaco confermano la presenza di decorazioni ad affresco. Le murature mostrano segni di modifiche avvenute nel tempo.
Di particolare interesse e bellezza è una lapide marmorea incisa in caratteri trecenteschi apposta sulla torre campanaria: l’epigrafe, datata all’anno 1349, commemora i lavori eseguiti dalla stessa comunità di Pegazzano per l’edificazione della chiesa in ringraziamento dopo l’epidemia di Peste Nera.
A metà del XV secolo la contrada di Pegazzano fu abbandonata per la diffusione di una grave epidemia e tornò ad essere abitata soltanto nella seconda metà del secolo successivo.
Vari rimaneggiamenti nel XVII secolo hanno conferito al tempio l’aspetto attuale caratterizzato dalla facciata a timpano e l’inserimento di due pregevoli altari laterali, policromi a stucco.
Gravemente danneggiata nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la chiesa venne trascurata e nel dopoguerra fu usata come magazzino. Ulteriori utilizzi impropri ne hanno provocato un significativo degrado, a cui recentemente si è inteso rimediare con restauri.
Prima di condurre i lavori di restauro, a cura dell’Università di Pisa sono stati eseguiti alcuni saggi di scavo per studiarne la datazione e le vicende storiche. Ne è risultata la conferma della sua datazione basso medievale.
Durante lo scavo sono stati rinvenuti alcuni reperti metallici, «una moneta di zecca ad ora mai ritrovata in Liguria» (2017), diversi frammenti di vasellame medievale di ceramica ligure e pisana, parte di un calice di vetro e maioliche di Montelupo fiorentino del XV secolo.
È stata rinvenuta anche una moneta, identificata come quattrino della zecca del Ducato di Castro riconducibile alla prima metà del XVI secolo, che reca Papa Paolo III Farnese sul dritto e San Savino su rovescio.

Seguono, nella classifica provvisoria del censimento dei Luoghi del cuore del Fai, l’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone – Sulmona (L’Aquila), la Città di Bergamo, la Circumarpiccolo di Taranto e la Chiesa Rupestre di San Nicolò Inferiore – Modica (Ragusa).

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