Fuori provincia - Un'altra Pasqua in lockdown. Con tutta probabilità, dal 3 al 5 aprile, tutta Italia sarà in zona rossa, compresi quindi i giorni di Pasqua e Pasquetta. E' questa, secondo l'agenzia Ansa, l'intenzione del governo secondo quanto emerge dalla riunione con Regioni ed Enti Locali.
Le nuove misure restrittive anti-Covid all'esame del governo saranno valide dal 15 marzo al 6 aprile in base a un decreto legge che stabilirà che da lunedì la maggior parte delle Regioni, potrebbero essere una decina, sarà di fatto in lockdown, con le scuole di ogni ordine e grado in didattica a distanza, bar, ristoranti e negozi chiusi, possibilità di uscire da casa solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità, nessuna possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno. A certificare il nuovo peggioramento della situazione in tutto il paese sono i dati del monitoraggio settimanale: la velocità con cui corre il virus ha obbligato però il governo a scegliere una strada più veloce. Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un'incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa - bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c'è una sostanziale condivisione in tutto il governo - e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta. Dibattitito ancora aperto invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell'Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all'1) e sul coprifuoco anticipato.
Il Ministro Speranza dovrebbe firmare le ordinanze dopo l'entrata in vigore del nuovo decreto legge e le misure scatteranno da lunedì: in zona rossa si andrà dunque con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un'incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti. Significa che a Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400), Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Veneto, che ha un Rt sopra 1,25 in netto peggioramento, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un'incidenza sopra i 300 casi; Abruzzo e Toscana, Liguria, Puglia e Valle d'Aosta dovrebbero andare in arancione dove trovano Umbria e Calabria. Il Lazio è al limite tra l'arancione e il rosso, Sicilia in zona gialla, Sardegna ancora in zona bianca, quella in cui sono previste la possibilità di aprire tutte le attività.
Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali e saranno i presidenti di regione a dover adottare - come già fatto per la chiusura delle scuole - le ordinanze quando province o comuni superano la soglia di 250 casi ogni 100mila abitanti. In molti hanno comunque anticipato le indicazioni del governo.