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Buongiorno Cds-Storie-Chef Davide, l’anima in cucina

Davide Raschi

Raccontavano i vecchi saggi che in cucina brillasse l’anima della donna. Ma poi vennero i cuochi, gli chef. E subito dopo lui, uno spezzino. La cucina non era una passione vera e propria, ma tutto cominciò grazie ad un amico di famiglia, cuoco, che decise di fargli scoprire il mondo alberghiero.
Inizia così la storia di Davide Raschi, nato a La Spezia e diventato un grande cuoco. Frequenta l’Istituto Professionale “G. Casini” a Lerici e ha la grande fortuna di avere come insegnante Luciano Ghiggini, che gli ha trasmesso la passione per la cucina, attraverso l’amore e la devozione per il suo lavoro e, racconta lui “dimostrandosi una grande persona, soprattutto a livello umano”.
Finita la maturità, Davide comincia a fare un po’ di gavetta ottenendo buoni risultati. Lavora alla Spezia in vari ristoranti, in Versilia fa diverse stagioni, ma si accorge di volere di più e decide di affacciarsi all’Alta Ristorazione. Sapendo bene che non sarebbe stato facile, dovendo lavorare molte ore al giorno con un basso stipendio e con altre persone che inseguivano il suo stesso sogno. Decide comunque di provare, di affrontare questa nuova sfida, anche partendo per l’estero. L’esperienza più importante nell’ambito dell’Alta Ristorazione la fa al San Domenico di Imola, che è una delle più grandi accademie per cuochi nel mondo; ristorante storico, frequentato da Re, Regine, grandi personaggi della politica e dello spettacolo, dove conosce un nuovo tipo di pensiero che sposa immediatamente: “Ricevere le persone come se le ricevessi a casa tua”. Davide si accorge che oltre ad avere cura delle pietanze, è doveroso instaurare un buon rapporto con i clienti e questo comporta una soddisfazione personale.
Finito questo periodo, nel 2000 decide di aprire il suo primo ristorante alla Spezia, “Il sogno di Angelo” in memoria del suo papà, purtroppo venuto a mancare.
Riceve grandi recensioni su guide gastronomiche importanti, sembra tutto andare per il meglio ma a livello economico c’è qualche difficoltà e Davide decide di vendere il locale. L’economia spezzina questa è.
Comincia a lavorare all’estero, in Corea, Francia, Spagna, Stati Uniti fino a tre anni fa, quando decide di tornare nella sua città; si presenta una bella occasione e un posto in cui dare vita a tutto ciò che aveva imparato fin’ora.
Dallo scorso anno, Davide ha deciso di alleggerire un po’ il peso della carriera ed andare a lavorare negli yacht privati e deliziare con i suoi piatti le famiglie; lavoro poco stressante soprattutto se sei “al servizio” di persone che sanno cosa vuol dire lavorare, e doversi guadagnare da vivere. Ma soprattutto che ti rispettano e ti invogliano, di conseguenza, a dare il massimo per loro. Questo tipo di lavoro gli permette di poter visitare bellissimi posti che forse da solo, o organizzando delle vacanze, non sarebbe riuscito a vedere e godere.
Rimane ancora però il desiderio di riuscire a ricostruire qualcosa di proprio, di personale, anche per avere la garanzia di poter continuare. E’ difficile trovare prestigiosi posti di lavoro che, giustamente preferiscono dare spazio a chef emergenti e giovani per poterli formare.
Davide ama sempre evidenziare, soprattutto nei corsi che a volte tiene in città, che cuocere e cucinare sono due cose ben differenti; lui cucina, elabora i suoi piatti, li studia, sceglie le materie prime accuratamente, talvolta cercando qualche particolarità da aggiungere.
E’ deleteria per Davide la monotonia nelle tavole dei ristoranti della sua città natale, non sopporta la tagliata, piatto molto frequente nei menù dei nostri ristoranti. Vorrebbe portare innovazione ma soprattutto far appassionare i giovani e i vecchi cuochi all’arte della cucina, o meglio spiegare attraverso i suoi piatti cosa rappresenta per lui cucinare. Vorrebbe poi far conoscere nuove cose, cucinare carni bianche, usare erbe particolari che venivano usate in passato e adesso sono state un po’ dimenticate; il pesce, dice , “non cuocendolo alla griglia ma elaborandolo ed esaltandolo”.
Per Davide intraprendere questo lavoro ha comportato a dover rinunciare a molte cose, a momenti della sua vita, a giornate di festa in famiglia e divertenti gite con gli amici. Soffrendo un po’, ma comunque avendo sempre la grande volontà di perseguire questa grande passione.