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"Fare un nuovo ponte per la darsena? Decida la città"

L'Autorità portuale lascia la palla al sindaco. Di Sarcina: "Per noi è indifferente". Maggiani lancia l'allarme: "Non abbiamo tempi certi da dare ai clienti per gli alaggi, si rischia di uscire dal mercato".

Il ponte della Darsena di Pagliari visto dall'alto

Il quadro è fosco per le attività che operano all’interno della Darsena di Pagliari. Le prossime settimane diventano decisive per un intero comparto, imprigionato dal crollo del ponte mobile. “All’interno della darsena è sita l’unica banchina pubblica per alaggi e vari. Da maggio queste attività sono state spostate bella banchina ex Nola e lungo la Passeggiata Morin, con notevolissime difficoltà. Non solo a causa della posizione, ma anche per il transito dei cittadini e dei turisti”. E il Palio del Golfo sarà un nuovo test. Lo spiega Federica Maggiani, presidente del Consorzio Nautico, oggi ospite della terza commissione presieduta da Fabio Cenerini.

Se fino ad oggi sono stati sacrifici, il rischio da ora in poi è di uscire dal mercato. “Come possiamo dare con certezza appuntamento per gli alaggi? Questa è la nostra grande preoccupazione in questo momento. Per il futuro ci dobbiamo porre dei quesiti: in termini di spese non siamo in grado di sostenerle senza dover aumentare i costi per i clienti. Ed essendo sul mercato, i clienti sanno di avere altre possibilità – analizza Maggiani -. D’altra parte, se non ci mettiamo in casa il lavoro per l’inverno, rischiamo di compromettere anche la prossima stagione”.
La richiesta è che il crollo diventi un’occasione per potenziare la darsena. L’apertura del vecchio ponte non permetteva il transito delle barche a vela superiori ai 15 metri. La richiesta è quindi di superare questo ostacolo con il nuovo manufatto. Il varco poi deve poter rimanere aperto per un tempo più lungo rispetto ai tempi precedenti, in modo da evitare la coda di barche in attesa di poter entrare.

“Abbiamo provveduto a mettere in sicurezza l’impalcato in modo da non creare danni ulteriori, ma non è stato possibile rimuoverlo perché la Procura ha ritenuto di procedere con un incidente probatorio, che si potrà svolgere solo dopo il deposito della perizia del ctu – spiega Francesco Di Sarcina, direttore generale dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale -. I tempi si sono prolungati ed il presidente Sommariva ha formulato la richiesta per poter far transitare le barche fino a 7-8 metri, in modo da alleviare il disagio degli operatori. Il Procuratore ci ha autorizzato ieri, stiamo iniziando a svolgere le modalità che ci sono state richieste. Per la fine della prossima settimana contiamo di poter riaprire alle barche piccole”.
Vari sistemi saranno installati per garantire che l’impalcato – già oggi ancorato ad alcuni tiranti e poggiante su entrambe le sponde – non crei situazioni si pericolo. Tra le altre cose ci sarà anche una telecamera ad infrarossi, in modo da poter ispezionare 24 ore su 24 l’integrità della zona sotto il ponte crollato. Per quanto riguarda l’incidente probatorio, la sensazione è non si terrà entro l’estate. “Noi abbiamo le procedure pronte – sottolinea Di Sarcina – e il giorno dopo saremo pronti ad eliminare il ponte”. Sarà utilizzata una gru da 200 tonnellate composta da sedici pezzi e trasportata da sedici tir in arrivo da Savona. Costo dell’operazione: circa 500mila euro. “L’impalcato sarà collocato in una zona vicina in modo da poter essere ispezionata dai periti”. Infine, sarà demolito.

Con cosa sarà sostituito? La soluzione uscirà da un confronto con il sindaco. “E’ un ponte, quindi di carattere viabilistico più che portuale – analizza Di Sarcina -: è più importante che sia lui a decidere cosa fare. Se poi la città ci dirà che vuole un nuovo ponte, allora ci confronteremo anche con gli operatori della darsena. L’importante è aver risposte presto, perché a settembre dovremo stabilire il piano delle opere e quindi destinare le somme adeguate in modo da finanziare l’opera”.
L’alternativa è non costruire un nuovo ponte e lasciare che sia Via delle Casermette a gestire il traffico veicolare. “Se questa sarà l’indicazione, non mancheremo di impegnarci in una rigenerazione urbana per migliorare quella parte di città – sottolinea Di Sarcina -. Non mancheremo infine di confrontarci con gli abitanti della palazzina che sorge sulle sponde della darsena”.

“Valuterei fino in fondo l’ipotesi di un nuovo ponte, tra costi e benefici, e gli impatti sulla vita dei quartieri limitrofi e delle aziende – invita Guido Melley, colui che ha richiesto la commissione -. Anche alla luce della novità dello spostamento delle marine storiche ormai in via di conclusione. L’assessore Piaggi può anticiparci l’orientamento dell’amministrazione?”.
Stessa richiesta da Federica Pecunia: “E’ coinvolta la viabilità non solo comunale, visto che parliamo di un collegamento diretto con Lerici, con la zona dei cantieri e con la Val di Magra”. “Gli abitanti di Pagliari temono che il traffico vada a spostarsi più vicino alle loro case – considera Massimo Caratozzolo -. Prima di pronunciarsi in merito alla ricostruzione del ponte, penso che l’amministrazione dovrebbe ascoltare i residenti”.
“Penso che l’autorità portuale solleciti il perito a velocizzare le operazioni, perché questo è il collo di bottiglia attuale – dice Emanuele Corbani -. Parliamo di un meccanismo pesante, ma tecnicamente semplice. Penso si possa quindi chiedere celerità nella redazione di questa perizia. Sul merito ricostruzione sì o no, servono comunque idee più chiare da parte del porto che ha in meno le leve della situazione”.

“Siamo in contatto quasi quotidiano con gli inquirenti. Il perito sta acquisendo una mole copiosa di documenti, cosa di cui i miei collaboratori sono informati – spiega Di Sarcina -. Ma la cosa è declinata, non vogliamo dare l’impressione di sottovalutare questo passaggio. Chiediamo senza insistere, per così dire. Avverto piena coscienza del problema nel dottor Patrono, che ci ha illustrato come le cose vadano fatte nei tempi necessari per non inficiare tutto il lavoro”.
In merito all’invito alla chiarezza. “Vogliamo fare la cosa più gradita alla città – dice Di Sarcina -. Con il ponte appena crollato, da politici e addetti ai lavori sono state presentate soluzioni molto diverse tra di loro. Non c’è alcun cambio di idea: non vogliamo essere il traino di una decisione che può avere delle conseguenze dal punto di vista urbanistico. Non abbiamo alcun problema né a farlo, né a non farlo. Dal punto di vista dei flussi navali, per noi è irrilevante”.

Il punto fermo è che il ponte vecchio non sarà comunque più utilizzato, proprio per superare le limitazioni con gli alberi alti che Federica Maggiani esponeva poco prima. “Oggi non c’è ancora una decisione dell’amministrazione perché c’è tempo fino a settembre per sentire l’opinione di tutti gli stakeholder – interviene per ultimo l’assessore Luca Piaggi -. Oggi vedo tre possibilità Rimuovere il ponte e lasciare la situazione così com’è, cosa che auspico sia fatta quanto prima. Ricostruire il ponte come era prima, soluzione non gradita agli operatori. Ricostruirne uno nuovo che elimini le criticità, ma bisogna cere cosa significhi. Utilizzeremo i prossimi due mesi per tutti gli approfondimenti necessari”.

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