Riceviamo da Gianfranco Damiano per Italia Nostra e pubblichiamo: “La recente votazione del Consiglio Provinciale che prevede la rimodulazione del progetto di biodigestore di Saliceti evidenzia l’evoluzione di un processo che ha assunto una gravità inaudita. All’indomani della richiesta di Bruxelles di vederci più chiaro, in uno scenario dove erano differenti le difformità e le incongruenze procedurali, ambientali e tecniche del progetto, l’Amministrazione provinciale tenta un recupero di credibilità, ricorrendo in corner ma senza riuscire comunque a salvare la faccia. Non entriamo in merito ai tecnicismi, per nulla riparatori, della delibera dove praticamente si dice “dobbiamo riparlarne” con Acam e Recos; evidenziamo l’incapacità delle Amministrazioni locali su temi complessi per i più e su come siano gestiti con arroganza e superficialità. L’Amministrazione Provinciale, si è mai resa conto dei veri danni, ambientali ed economici, che patirebbero i cittadini per la localizzazione critica del biodigestore? La percentuale di rischio e gli effetti potenziali non sono eludibili. Alla figuraccia della Provincia occorre affiancare il greve silenzio dei sindaci dei comuni, con l’eccezione di Vezzano e S.Stefano M., dove i propri cittadini si abbeverano grazie alla falda del fiume Magra che, per aderenze e convenienze politiche, non si sono mai spesi per proteggere la potabilità dell’acqua pubblica. Siamo molto preoccupati, perché questa è la logica della produzione degli eventi, e non delle calamità, che insanguinano da anni questo Paese: dal Vajont al ponte di Genova, dalla funivia del Mottarone alla valanga di Rigopiano.
Non imputiamo alcun sospetto sulle nostre Amministrazioni locali, ma evidenziamo l’incapacità di condurre processi basici di dialogo, di confronto e di conoscenza sui temi complessi che i cittadini legittimamente sollevano. Il lavoro dei comitati spontanei e delle Associazioni non è dettato da interessi o da preclusioni contro lo sviluppo e il futuro, ma segue un processo improntato a parametri di compatibilità economica e ambientale, processi virtuosi che la nostra politica locale, sia quella di ora che quella precedente, sembrano non conoscere”.
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