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"Ma Enel non doveva iniziare lo smantellamento della Centrale nel 2021?"

Centrale "Eugenio Montale" di Enel

Ritengo doveroso fare una breve cronistoria riguardo la Centrale Enel e la sua storia. Nel 1962 la costruzione della Centrale Enel di Vallegrande ha rappresentato un grande passo e un nuovo volto per la nostra città, l’Italia era uscita da poco più di 15 anni dalla guerra, ed era necessaria sia per un fabbisogno energetico elevato sia per la creazione di posti di lavoro, e così è stato fatto. In quegli anni la consapevolezza di quanto i combustibili fossili avessero impattato sull’ambiente era totalmente diversa da quella che è oggi. Il nostro “oggi” si trova a dover fare i conti con un’emergenza
climatica spaventosa , quell’emergenza che ci ha portato ha firmare gli accordi di Parigi.

Come tutti sappiamo il 30% della Centrale di trova nel Comune di Arcola, il restante 70% si trova nel comune
Capoluogo. In data 7 giugno 2013 i due enti insieme alla Provincia della Spezia parteciparono alla riunione avente per oggetto il rilascio del’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per la centrale di Vallegrande. Riunione che si tenne a Roma presso il Ministero dell’Ambiente e che ebbe degli importanti sviluppi: mise finalmente dei paletti e delle regole che Enel era tenuta a rispettare. Nel corso della riunione fu chiaramente espressa la volontà da parte di Enel di dismettere l’attività. Da allora e senza mai nessuna smentita ufficiale fu da più parti dichiarato che dal 2021 Enel avrebbe iniziato il suo percorso di smantellamento della stessa. E in quell’occasione nessun rappresentante parlò di una passione riconversione a gas della centrale stessa.

Tornando ai tempi di oggi è chiaro che un problema all’ambiente inevitabilmente causa problemi a chi in questo ambiente ci vive, ovvero i cittadini e parlo di tutti perché l’aria non conosce confinied, è la stessa per tutti. Dire e pretendere che la centrale Enel da carbone venga riconvertita a gas è una presa in giro per i cittadini e stupro all’ambiante. E’ impensabile che nel 2021 non esistano alternative ecosostenibili da proporre. Oggi più di prima appare evidente che il futuro dell’area dovrà essere deciso e condiviso insieme ai due comuni dove la centrale insiste, ma lavorando in sinergia e cercando di far convivere sia la problematica ambientale che quella occupazionale. Va inoltre ricordato a chi parla di occupazione che l’area in questione è una delle più appetibili non solo a livello regionale ma bensì di tutto il Nord Italia. L’importanza strategica dell’area in oggetto è dovuta sia alle dimensioni, sia dal
posizionamento (uscita dell’autostrada), sia per la sua vicinanza al porto e appare evidente che con la conversione dell’area, non esisteranno problemi occupazionali per gli ormai pochi dipendenti che a oggi lavorano nel sito Enel.

Credo che la partita sul futuro della centrale Enel di La Spezia-Arcola sia determinante per lo sviluppo economico di tutta la provincia, e reputo che i nostri territori abbiano per decenni dato e pagato sia per questioni ambientali sia per questioni di viabilità ed è giunto il momento di dire basta a questa situazione. Dire basta alla presenza di una centrale che va ricordato lavora o meglio produce energia solo per poche ore al giorno e va in funzione solo quando i consumi raggiungono i picchi massima di richiesta e di costo per l’utente.

Giuseppe Mori

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