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"L’automedica nel tempo del Sars-CoV-2"

L'opinione di Arturo Fortunati: "Gli spezzini sono stanchi di faraoniche promesse sulla realizzazione di piani sanitari".

L'ospedale Felettino demolito

I danni della pandemia sono sotto gli occhi di tutti. Tra le persone è sempre più evidente il manifestarsi della patologia di una crescente sfiducia nella classe pseudo-dirigente del bel Paese. Non è necessario ricorrere a Heidegger per comprendere quanto sia luttuoso l’obbligo alla rinuncia del diritto alla salute. La predisposizione culturalmente paziente all’attesa di un’inversione di marcia, per quanto riguarda il ritorno alla sanità pubblica, è giunta a fine corsa. Tanti spezzini sono stanchi di faraoniche promesse sulla realizzazione di piani sanitari. Alcuni progetti non sono più differibili per garantire quanto sancito dalla Costituzione italiana. Per citarne due, la realizzazione di un nuovo ospedale e la messa in atto di cure territoriali appropriate con personale competente ed organico corrispondente alle norme.

La scorsa notte è rimasto scoperto il servizio di automedica di Brugnato. Scusate se è poco. Non è stato un caso. Sono troppi i buchi nel servizio di automedica. L’organico dei medici è troppo carente per far funzionare un servizio SalvaVita. Gli utenti-clienti dell’ASL 5 devono sapere che questi eroi-vittime del sistema pecepiscono 5 € (dicasi cinque euro) all’ora. A loro, come a tutti i loro colleghi soccorritori, professionisti e volontari nelle ambulanze, non possiamo solo manifestare riconoscenza. Quando scendono in piazza per il giusto riconoscimento del loro lavoro, dobbiamo dimostrare solidarietà.

Solidarietà che non meritano alcuni decisori politici, che hanno avuto poca o nessuna (per non dire altro) considerazione per la morte di anziani dovuta al Covid 19. Abbiamo il dovere civile di essere vigili ed attivarci affinché vi sia il pieno rispetto di tempi e modi nelle vaccinazioni, esigendo vaccini scevri da dubbi. Non sono chiare le modalità con le quali viene chiesto il consenso informato quando ci vaccinano. L’anamnesi è il più delle volte insufficiente. Sarebbe cosa gradita se prenotazione o chiamata che sia fossero corredate di un’informazione comprensibile e corretta, che tenga in considerazione anche le possibili modificazioni di un vaccino (anche se fossero solo il nome ed il bugiardino come sembra). I cittadini devono avere tutele almeno pari a quelle garantite dallo scudo penale del medico. In ultimo, ma non per importanza, è doveroso ricordare la lunga lista delle aspettative negate o posticipate per le rimanenti patologie che è necessario trovino adeguata soddisfazione di cura in tempi brevi, salvando le persone da sofferenze possibili, in tempo di mercato monoclonale e vaccinale.

Arturo Fortunati