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Docenti in piazza: "I ragazzi sono stremati, la scuola è in presenza"

Mattinata di lezioni all'aperto nel loggiato del Comune della Spezia. Docenti, studenti e mamme uniti in protesta: "Questa non è la scuola".

“Lo facciamo anche per loro”. Così un’insegnante di spagnolo mostra con orgoglio i suoi ragazzi dallo schermo di un computer. Lei e altri suoi colleghi sono al freddo, al gelo, riparati dalla pioggia dal loggiato del Comune della Spezia dove fino alle 13 hanno manifestato per “Priorità alla scuola”, il documento firmato da decine di insegnanti anche in provincia per un ritorno repentino alle lezioni in presenza. Oltre alla docente di spagnolo, altri tre professori hanno fatto lezione all’aperto: storia e grafica. Sono ben coperti, seduti su una sedia da campeggio oppure su uno scalino del Comune mentre fuori dal palazzo le persone si mettono in coda per sbrigare le proprie pratiche e guardano quello che accade. Disseminati sulle sedute alcuni slogan che richiamano l’attenzione alla scuola in presenza. Un cartello è appoggiato alla pianta che ospita anche il piccolo monumento per la lotta alla violenza contro le donne. Si legge una scritta in blu: “Questa non è una lezione”. Sotto a Palazzo civico l’insegnante Giulia spiega: “Siamo preoccupati, era doveroso essere qui. Pochi giorni fa un ragazzo ha deciso di mollare la scuola. E’ sotto ai nostri occhi ogni giorno, i ragazzi non reggono più la pressione di una distanza imposta. Non è giusto”. “Guardi, le faccio vedere i miei ragazzi – racconta la docente di spagnolo – sono una quinta e sono bravissimi. Io sono qua al freddo, ma questa azione è necessaria”. Il professore di storia non si ferma un attimo e continua a parlare con i suoi ragazzi. Poco distante due insegnati, c’è anche Giulia, si spostano dal loggiato per mostrare il palazzo della Provincia per una lezione sui palazzi che circondano Piazza Europa. Qualcuno non ha lezione ma si è presentato per sostenere i colleghi: “Vediamo le enormi difficoltà dei ragazzi – spiegano Federico che insegna religione e una collega di italiano – e il rischio della dispersione si fa sempre più alto. La didattica a distanza si sta rivelando un problema. Noi abbiamo cercato tante soluzioni, ad esempio, con la compresenza: religione, storia e italino si possono collegare. Rimaniamo davanti a una situazione critica”.

Vicino alle vetrate per accedere ai parcheggi un gruppo di studenti danno manforte ai professori. “Qualche tempo fa non avremmo mai pensato a una cosa simile – spiega Chiara Villa del sindacato Unione degli studenti -. Siamo più uniti e lo abbiamo visto già nelle manifestazioni precedenti. Tanti piccoli pesciolini creano un pesce grande. Tornare a scuola è una priorità, per tutti”. L’amarezza è diffusa e la preoccupazione è alta. Docenti, famiglie e studenti fanno blocco unico. “Siamo qui perché questi professori vanno sostenuti – spiegano tre mamme – e sia per professione che da mamme vediamo che i ragazzi si stanno spegnendo, non sono più gli stessi. Sono costretti in una situazione che dovrebbe essere diversa, ne va del loro futuro”. “Sappiamo di molti ragazzi – proseguono – che hanno avuto un calo drastico nel rendimento, sono vittime di un’apatia indotta da questa situazione. Loro hanno bisogno della scuola per crescere, formarsi, avere un futuro”.

“Questa mattina ho avuto modo di incontrare una delegazione di studenti e di insegnati della scuole superiori spezzine preoccupati per le difficoltà che possono derivare dai necessari vincoli alla normale attività didattica che oggi è fortemente limitata al causa della pandemia – ha detto a margine il Presidente della Provincia Pierluigi Peracchini _ le loro preoccupazioni sono anche le mie, condivido ogni loro timore e credo che si debba ringraziare questi nostri ragazzi per l’esempio che stanno dando affrontando con serietà questa situazione. Come loro anch’io sono convinto che la scuola sia una priorità e per questo, da Presidente della Provincia, così come da sindaco, ho dato massima attenzione a tutti gli interventi necessari a garantire che le nostre scuole fossero pronte ad aprire già ad inizio anno scolastico. Vi sono stati impegni economici importanti ed abbiamo trovato tutte le sinergie con le istituzioni scolastiche per individuare le loro necessità e dare le necessarie risposte. Lo stesso è avvenuto con la rete dei trasporti, anche in quel caso si è lavorato per avere il piano pronto nei tempi utili. Sicurezza ed infrastrutture efficienti sono state l’obiettivo primario da raggiungere e questo è stato fatto con pieno risultato e in tempi rapidi. La situazione generale è però chiara a tutti: tutti i giorni siamo impegnati con le altre istituzioni per affrontare la questione e modificare gli interventi a fronte delle decisioni prese a livello nazionale. Siamo pronti e lo siamo da tempo, ma anche le nostre scelte sono vincolate ad un quadro più generale. In ogni caso la priorità è stata, e resta, quella di aprire le scuole e di mandare i nostri ragazzi in classe per riprendere la normale attività didattica il prima possibile. Non è comunque una scelta che dipende da noi enti locali, ma proprio a noi, come Provincia e come Comuni, è chiesto, un dovere anche morale, di essere pronti al cento per cento nel momento in cui le condizioni consentiranno il ritorno a scuola. Oggi lo siamo”.

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