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Lettere a cds

"Zenone avrebbe creato il paradosso di Spezia – Bologna (a porte chiuse)"

L'intervento di un lettore che vive a Pegazzano e che ieri sera non è riuscito a trovare parcheggio nonostante l'assenza di pubblico allo stadio.

Stadio Picco

Gentile redazione,
sono un residente di Via Baracchini, a Pegazzano, sfortunatamente a poche centinaia di metri dallo stadio Alberto Picco. Vi scrivo per manifestare il disagio e il disappunto vissuti ieri sera, in occasione della partita dello Spezia contro il Bologna.
Nonostante si trattasse di una partita a porte chiuse, infatti, nel quartiere è stato impossibile trovare un parcheggio quando sono rientrato a casa dal lavoro.
In alcuni tratti di strada, sia su Via Baracchini che su Via XV giugno, erano stati collocati i cartelli di divieto di sosta e Via dei Pioppi, ovviamente, era off limits, presidiata da Carabinieri e Polizia. Giusto, erano le 20 e i tifosi ospiti potevano arrivare da un momento all’altro. Ah, no, l’incontro era a porte chiuse… Nemmeno negli anni Novanta e Duemila, quando le scorrerie di qualche ultra ospite sfociavano in atti vandalici o sassaiole veniva applicata tanta prevenzione. Ora, con lo stadio vuoto, le cose vanno anche peggio…
Dopo decenni in cui Pegazzano e i suoi abitanti hanno subito i disagi derivanti dalla violenza delle tifoserie e dalle misure messe in campo per evitare gli scontri, oggi i problemi aumentano nonostante allo stadio non ci fosse nessuno. Che noia avrebbero dato le auto in Via Baracchini e in Via XV giugno? Quali assembramenti avrebbero contribuito a creare? O forse qualche squilibrato avrebbe potuto piazzare un’autobomba pronta ad esplodere al passaggio di chi? Di un carabiniere, un questurino o un abitante della zona, forse…
E poi che senso ha che non si potesse parcheggiare lungo alcune vie, mentre il parcheggio di fronte all’Arcimboldo era pieno di auto (ora levateci anche quello la prossima volta, mi raccomando…)? Se la sosta delle vetture non era un problema in quella piazzetta, come poteva esserlo 150 metri più in là, in Via Baracchini, vicino al Lagora? Se Zenone fosse stato di Pegazzano avrebbe coniato il paradosso di Spezia – Bologna (a porte chiuse).
Gli uomini delle forze dell’ordine, quando dopo due giri del quartiere a vuoto ho chiesto loro se potessi parcheggiare nel tratto finale di Via XV giugno, mi hanno giustamente fatto notare che c’era il cartello di divieto di sosta. E alla fine ho dovuto lasciare l’auto sul marciapiede, in divieto di sosta. Per la gioia dei pedoni. La prossima volta, se vincerò alla lotteria (come ha detto il signor sindaco alla presentazione del progetto del nuovo stadio), parcheggerò nonostante i cartelli: non credo mi possa essere impedito con l’arresto da parte di carabinieri o poliziotti. Qualcuno chiamerà un carroattrezzi e il giorno dopo pagherò il dovuto, ma almeno mi sarò tolto il problema di dove lasciare l’auto…
Provocazioni a parte, mi domando davvero se chi ci governa a livello locale abbia idea di come si faccia.
Se per una partita a porte chiuse bisogna mettere in croce un quartiere, cosa accadrà quando il Covid-19 mollerà finalmente la presa e i tifosi potranno ritornare allo stadio? Divieti di sosta sino a Rebocco e tutti a parcheggiare alle Terrazze? O magari su un parcheggio ricavato in diga?
Come si può pensare di aumentare la capienza di questo benedetto Picco senza pensare alla viabilità e ai parcheggi a servizio di una struttura del genere e di un numero tanto elevato di persone?
Siamo tutti contenti che lo Spezia sia in Serie A, ma questo non deve diventare una condanna bisettimanale per chi vive nelle vicinanze dello stadio. Tanto meno se allo stadio non c’è nessuno.

LETTERA FIRMATA